I caloriferi a biomassa sono già super richiesti, ma si teme la carenza del pellet

Fiducia in un aumento dei portafogli ordini per le aziende del settore, tra le quali hanno sede in Veneto e Friuli alcune delle principali realtà italiane. Ma sul mercato, per chi si dota di questi apparecchi, aumentano i prezzi e cala la disponibilità dei combustibili legna e pellet

Federico Piazza

TREVISO. Volano nel 2022, in Italia e all’estero, le vendite di stufe e caminetti a legna e pellet, secondo i dati AIEL. Crescita tendenziale del 28,2% da gennaio e maggio 2022, e previsioni che il trend si intensifichi a fine anno, quando mediamente da settembre a dicembre si concentra oltre la metà degli acquisti.

E quindi fiducia in un aumento dei portafogli ordini per le aziende del settore, tra le quali hanno sede in Veneto e Friuli alcune delle principali realtà italiane. Ma sul mercato, per chi si dota di questi apparecchi, aumentano i prezzi e cala la disponibilità dei combustibili legna e pellet.

Le ragioni della domanda sostenuta Il motivo dell’aumento delle vendite è l’effetto combinato dei crescenti timori sui prezzi e sulla disponibilità di forniture gas ed elettricità nei prossimi mesi invernali e degli incentivi pubblici per l’acquisto di impianti di riscaldamento a biomassa.

Come, per esempio in Veneto, il Bando Stufe 2022 della Regione, pubblicato a fine luglio, che prevede una dotazione finanziaria di 3.880.078,88 euro per contributi a fondo perduto a favore dei nuclei famigliari residenti in regione con ISEE ordinario 2022 non superiore a 50.000 euro, volto a contribuire all’ammodernamento tecnologico dei generatori di calore a biomassa legnosa per apparecchi di nuova generazione fino a 35 kW di potenza termica nominale.

Le vendite 2022 Secondo i dati del Gruppo Apparecchi Domestici di AIEL, l’Associazione Italiana Energie Agroforestali con sede a Legnaro (PD) che raggruppa buona parte dei produttori nazionali del settore, nei primi 5 mesi del 2022 le vendite come volumi sono aumentate del 28,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Per un totale, tra legno, pellet e ibridi, di 177.816 apparecchi comprese le caldaie.

Mercato Italia su dell’8,7% a 56.714 unità, di cui tre quarti sono dispositivi a pellet (+15,6%) soprattutto aria (79% del totale), e un quarto a legna (in controtendenza, -6,4%). Mercati esteri addirittura +40% per un totale di 121.102 apparecchi esportati tra gennaio e maggio 2022, con una netta prevalenza di pellet (104.398, +37,3%) su legna (in crescita comunque +60,8%), e in generale aria (94% del totale).

Le testimonianze di Palazzetti e La Nordica Extraflame Conferme del trend evidenziato da AIEL arrivano da due player di primo piano del Nordest nel mercato degli apparecchi domestici a biomassa: la friulana Palazzetti e la veneta La Nordica Extraflame.

Palazzetti, nel segmento medio-alto di mercato a cui si rivolge, da gennaio a luglio 2022 registra un incremento medio dei 20% dei volumi di vendita. In particolare il Gruppo pordenonese ha storicamente un posizionamento molto forte nel settore caminetti e inserti a legna oltre che nelle più moderne stufe a pellet.

L’export, focalizzato in Europa centro-occidentale, rappresenta il 70% del fatturato che nel 2021 è stato pari a 68 milioni di euro. «Nella prima metà di quest'anno i volumi all’estero sono cresciuti oltre il doppio dell’Italia, e le aspettative sono in ulteriore rialzo soprattutto nell’importante canale dei brand internazionali, clienti per i quali produciamo stufe a pellet che poi commercializzano a proprio marchio e che si aspettano nel 2022 un aumento di oltre il 50%», sottolinea l’amministratore delegato Marco Palazzetti.

«I crescenti timori su caro bollette e rischio di contingentamento delle forniture di gas ed elettricità - continua Palazzetti - portano molte famiglie a dotarsi sempre più di sistemi integrativi e di back-up al riscaldamento. Crescono quindi le vendite di apparecchi domestici a biomassa, grazie anche agli incentivi pubblici per la sostituzione dei prodotti più vecchi per l’efficientamento energetico delle abitazioni, soprattutto tra i proprietari di case al di fuori delle zone urbane».

Non manca il lavoro quindi nello stabilimento di Porcia, nonostante le difficoltà nell’approvvigionamento di microchip che impattano soprattutto sui prodotti a pellet, l'andamento altalenante di prezzi e disponibilità di materie prime («in questo momento ci sono problemi con vetri ceramici e ghisa»), e la nuova ondata Covid che sta causando elevati tassi di assenza per malattia tra il personale («questione non secondaria, tra giugno e luglio abbiamo avuto il 10% di collaboratori costretti a casa»).

Il Gruppo vicentino La Nordica Extraflame, 91 milioni di fatturato nel 2021 di cui 50% export, ha visto nei primi cinque mesi dell'anno una marcata crescita sia dei prodotti a legna La Nordica (+ 43% rispetto al 2021) sia di quelli a pellet Extraflame (+ 42%).

«Il trend positivo è dato dalla combinazione dell'accresciuta attenzione generale per soluzioni che valorizzano gli ambienti domestici, registrata nel mercato durante e dopo la pandemia, e dagli importanti incentivi economici in essere per le tecnologie a biomassa - osserva l'amministratore delegato Gianni Ragusa - a cui si accompagna, in questo periodo di incertezza, una spinta verso soluzioni a legna e pellet visti i timori di prossimi razionamenti energetici di gas ed elettricità. Per le stufe a pellet in particolare c'è anche un rilevante fenomeno di sostituzione degli apparecchi già in utenza con i dispositivi tecnologici più avanzati oggi disponibili».

Oltre all'Italia (complessivamente +14% di fatturato nei primi cinque mesi dell'anno rispetto al 2021), i mercati esteri più vivaci per l'azienda di Montecchio Precalcino sono Germania, Francia, Belgio e Spagna. Sottolinea Ragusa: «Il nostro Gruppo ha fiducia nella capacità del settore di rispondere alle nuove esigenze, e quindi per la crescita degli ordini nel prossimo periodo, anche se in questo momento continuano a persistere problemi relativi sia alla reperibilità di materia prima e di componenti sia alla difficoltà nel trovare risorse umane in ambito specializzato e di base».

Le prospettive del mercato Italia Secondo il Report Statistico AIEL 2022 gli apparecchi a legna e pellet in Italia sono oltre 8,3 milioni, di cui il 24,2% a pellet e il restante 75,8% a legna. Il trend delle vendite degli ultimi 10 anni ha visto un calo degli apparecchi a legna a favore di quelli a pellet: nel 2010 il mix del parco installato era infatti 84% legna e 16% pellet.

Nel 2022, tuttavia, secondo alcuni operatori del settore questa tendenza sembra essersi invertita, rilanciando gli apparecchi a legna forse anche a causa della prevista carenza per la stagione invernale e dei rincari del pellet, largamente importato da Austria, Ungheria, Slovenia, paesi balcanici ed Est Europa, alcuni dei quali nel corrente clima di crisi energetica hanno posto un blocco alle esportazioni.

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