Grazie alle tecnologie Leas più attrezzata negli impianti per la saldatura
L’azienda padovana investe nell’intelligenza artificiale. Nel 2024 il fatturato ha raggiunto i 49 milioni di euro, il gruppo continua a investire sul capitale umano con nuove assunzioni di personale specializzato

Leas, azienda padovana di San Giorgio in Bosco specializzata in progettazione e costruzione di impianti customizzati per la saldatura e l’automazione industriale, ha acquisito la società Ipazia.
«L’integrazione di Ipazia è avvenuta pochi mesi fa e ci ha permesso di arricchire il nostro ecosistema con competenze digitali di altissimo livello, in linea con la nostra visione, cioè offrire soluzioni modulari, flessibili e integrate per automatizzare i processi produttivi in modo sempre più smart», racconta il Ceo Marzio Rossi.
«Tra i nostri investimenti per lo sviluppo c’è proprio quello nell’AI. Sappiamo quanto i software di intelligenza artificiale possano contribuire, tramite l’uso smart dei dati, all’ottimizzazione dei processi».
Con fatturato 2024 di 49 milioni, di cui 6 milioni realizzati dal ramo d’azienda costituito da Sitec Sistemi Tecnologici, società acquisita lo scorso anno per ampliare la gamma di soluzioni nel mondo della saldatura, Leas continua ad investire in tecnologie ma anche in capitale umano.
«Con le ultime due acquisizioni siamo cresciuti da 160 a 190 collaboratori. Accogliamo costantemente giovani tecnici che ci scelgono per l’alternanza scuola lavoro e quasi tutti restano qui. Collaboriamo con Enaip, gli Its, gli istituti tecnici, ad agosto cinque giovani terminano il percorso di Pcto, li assumeremo tutti a tempo indeterminato», anticipa il Ceo Marzio Rossi, seconda generazione alla guida dell’azienda fondata nel 1973 dal padre Fernando.
In azienda per i dipendenti sono a disposizione spazi pubblici per il tempo libero, tra simulatori di Formula 1, calcio balilla, giochi digitali.
Uno spazio che viene messo a disposizione anche per eventi fuori dall’orario di lavoro.
«Formiamo giovani tecnici, che devono essere sempre più qualificati per gestire una produzione sempre più automatizzata. Stiamo infatti introducendo nuovi robot in tutti i nostri processi produttivi interni. L’ultimo progetto in via di sviluppo consiste nell’automazione del carico/scarico delle macchine utensili. L’obiettivo è che le persone possano dedicarsi a lavori ad alto valore aggiunto, verificando ad esempio il perfetto funzionamento di ciò che produciamo, trattandosi di pezzi spesso uno diverso dall’altro».
A trainare lo sviluppo il settore energy:
«Con la transizione digitale e la crescita dell’elettrico le aziende del mondo hanno sempre più bisogno di trasformatori di potenza, anche per alimentare le città.
Noi produciamo impianti per la produzione di componenti dei trasformatori, per la produzione di serbatoi di accumulo dell’energia solare e per le pompe di calore. È un settore in fase di espansione».
Il fatturato deriva per il 90% dall’export, «perché è all’estero che ci vengono richieste linee complete di produzione personalizzate per l’automazione dei processi di saldatura e assemblaggio, in particolare nel settore energy. Le imprese italiane sono frenate negli investimenti per le incertezze del piano Transizione 5.0, i cui incentivi ci sono, ma non è chiaro se saranno prorogati dopo dicembre. L’orizzonte temporale è troppo stretto per la progettazione e realizzazione dei nostri impianti su misura».
Tra i mercati in particolare l’Est Europa con Polonia e Slovacchia, ma anche Messico, Brasile, Stati Uniti, «dove stiamo valutando l’apertura di una filiale per dare assistenza sul campo ai nostri clienti. È un mercato che non vogliamo perdere, nonostante i dazi, perché ci sono opportunità di sviluppo da intercettare con una presenza diretta anche dal punto di vista commerciale». —
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