Gli storici vigneti asolani recuperati dai Dal Bello

Cinque ettari in terreni un tempo abbandonati a Castelcies, in Comune di Cavaso del Tomba, sono tornati alla produzione di Glera grazie al progetto della famiglia di imprenditori di Fonte: le piante hanno anche 70 anni

Maurizio Cescon
I vigneti antichi di Castelcies recuperati dalla famiglia di viticoltori Dal Bello
I vigneti antichi di Castelcies recuperati dalla famiglia di viticoltori Dal Bello

Nelle colline di fronte Possagno, la città del Canova, ci sono i vigneti di Castelcies che hanno 60, forse 70 anni, appartenenti alla famiglia di imprenditori vitivinicoli Dal Bello.

Glera in purezza, coltivata su questi terreni pendenti, quasi scoscesi e circondati dai boschi, molto tempo prima dell’avvento della Docg Asolo, nel 2009 e del successo mondiale delle bollicine del Nord Est. Ma vigneti che rischiavano di andare perduti, trascurati.

Perché quassù è difficile vendemmiare, stabilire i trattamenti, potare e all’occorrenza curare le piante.

Bisogna fare tutto a mano e costa tempo e fatica.

E quando hai un tesoro, come il Prosecco della Docg Asolo Montello, che dal battesimo del 2009 è passato da 200 mila bottiglie ai 35 milioni del 2024, c’è il rischio di guardare troppo avanti e troppo poco alle radici.

I Dal Bello, cantina e quartier generale a Fonte, in provincia di Treviso, e vigneti sparsi in 9 Comuni del territorio asolano per un totale di 50 ettari, hanno fatto una scelta controcorrente, che si augurano possa essere seguita da altri imprenditori della zona.

Ovvero recuperare i vigneti che hanno mezzo secolo e più di vita.

«Da queste parti ci sono diversi filari di viti abbandonate, noi abbiamo provato a fare qualcosa di diverso», racconta Antonio Dal Bello, terza generazione di vignaioli e titolare dell’azienda. La quarta generazione, in primis la figlia Chiara, si affaccia tra cantina e uffici, occupandosi di marketing.

Il progetto di recupero e valorizzazione del territorio è stato fortemente voluto per restituire vita e bellezza a un luogo unico sui colli di Asolo: 5 ettari di vigneto lungo i rilievi soleggiati di Castelcies, Comune di Cavaso del Tomba, in un’area dal forte pregio naturalistico e monumentale.

Il recupero ha richiesto anni di lavoro meticoloso, interamente svolto a mano: rovi e sterpaglie hanno lasciato spazio ai vigneti, restituendo nuova vita a un’area rimasta a lungo in silenzio.

A Dal Bello piace essere definito un precursore.

«Nel 2009 sono stato tra i pionieri che imbottigliarono le prime 200 mila bottiglie di Prosecco Asolo Docg - racconta - , adesso le aziende sono 450 e le bottiglie vendute in tutto il mondo 35 milioni. Con la rinascita dei vigneti storici di Castelcies completiamo un progetto che è nato con mio padre, Vittorio, che amava questo luogo. Il viticoltore deve curare il territorio, per custodirlo e tramandarlo a chi verrà dopo. Siamo stati tra i primi a credere nella denominazione Asolo Prosecco Superiore Docg 15 anni fa e ora siamo convinti che sia importante portare avanti il valore del borgo, quindi del Cru».

E proprio dai 5 ettari recuperati nasce un Prosecco in edizione limitata, solo 3 mila bottiglie, perché le rese quassù sono molto inferiori rispetto alla norma, ma che nel bicchiere esprime tutto il potenziale del terreno a circa 250 metri di altitudine, dove milioni di anni fa c’era un mare.

L’azienda Dal Bello, fondata nel 1906 dal capostipite Giuseppe, ha radici profonde nella viticoltura di Asolo. Negli anni ’50 del secolo scorso, la tenacia di Vittorio Dal Bello ha sviluppato l’attività agricola in produzione di vino, fino ad arrivare a oggi. La terza generazione composta da Mario e Antonio continua la tradizione, unendo metodi tradizionali a tecniche innovative per produrre vini di alta qualità.

Punta di diamante della produzione è il Prosecco Docg, che vale circa l’80% del milione e mezzo di bottiglie, vendute per metà in Italia nei canali Horeca, e per metà all’estero, in particolare in Europa.

«Siamo stati i primi anche a produrre un Prosecco Docg Asolo Extra Brut - racconta Chiara Dal Bello - , sono 10 anni che lo facciamo. Ma non trascuriamo nemmeno i bianchi fermi autoctoni e alcuni vini rossi, come il Merlot e il Cabernet». —

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