Generali: welfare nel 68% delle Pmi: «Leva strategica»

Dal recente rapporto Welfare Index Pmi 2022 di Generali, che scatta una approfondita fotografia del settore, emerge che oltre il 68% delle piccole e medie imprese italiane abbia superato il livello base di welfare e sia raddoppiato il numero di quelle con un livello molto alto e alto, passando dal 10,3% del 2016 al 24,7% del 2022
Piercarlo Fiumanò

«Il welfare aziendale è una leva strategica per le Generali. La nostra collaborazione con istituzioni e imprese può rappresentare un acceleratore fondamentale per la diffusione del settore in Italia»: così il country manager e Ceo Generali Italia, Giancarlo Fancel, ha presentato il Welfare Index Pmi del gruppo triestino con 6500 imprese coinvolte.

Dal recente rapporto Welfare Index Pmi 2022 di Generali, che scatta una approfondita fotografia del settore, emerge che oltre il 68% delle piccole e medie imprese italiane abbia superato il livello base di welfare e sia raddoppiato il numero di quelle con un livello molto alto e alto, passando dal 10,3% del 2016 al 24,7% del 2022.

Un trend analogo si registra anche nel mondo delle microimprese (da 6 a 9 addetti) dove raddoppiano quelle che presentano un elevato livello di welfare, passando dal 7,7% del 2017 al 15,1% del 2022. Dal rapporto Welfare Index del Leone emerge che le imprese con un welfare più evoluto ottengono performance di produttività decisamente superiori alla media, crescono molto più velocemente nei risultati economici e nell'occupazione. Nel 2021 l'utile sul fatturato delle aziende con livello di welfare molto alto è stato doppio rispetto a quello delle aziende a livello base: 6,7% contro 3,7%.

Uno dei contributi più interessanti del report è infatti l'analisi dinamica della correlazione degli indici di welfare con i bilanci di un campione di circa 2.600 imprese nell'arco di tre anni (2019, 2020 e 2021, realizzata in collaborazione con Cerved), un periodo segnato dalla pandemia Covid e dalla successiva ripresa, al termine del quale oggi possiamo valutare il contributo dato dal welfare aziendale alla resilienza del sistema produttivo. Dal rapporto emerge così che le aziende sono in prima linea nel produrre innovazione sociale a fianco delle famiglie e dei territori in cui operano, intercettando i bisogni emergenti e investendo in sanità, formazione e inclusione sociale.

Questo fa del welfare aziendale «un fattore strategico per le imprese e una priorità per il Paese», sottolinea ancora Fancel, che ha spiegato come però sia necessaria «una partnership tra il settore pubblico e il privato». «Chi ha programmi di welfare evoluti ha maggior successo come impresa investendo, tra gli altri, in sanità, formazione e inclusione sociale», ha aggiunto il top manager di Generali.

Ma dal rapporto emerge anche come le aziende che puntano sul welfare, oltre ai vantaggi in termini di crescita, generino importanti impatti sociali: la promozione del lavoro e della mobilità sociale, la possibilità offerta ai giovani di raggiungere un'occupazione stabile, il sostegno ai diritti e alle pari opportunità per le donne lavoratrici. Le aree che vedono un maggior impegno delle imprese sono «Sicurezza e condizioni lavorative» (74% delle Pmi con livello alto e molto alto), «Welfare di comunità» (66,5%), «Diritti, diversità e inclusione» (47,8%), «Formazione e sviluppo del capitale umano» (40,6%).

Sul fronte Generali il sistema del welfare deve snodarsi attraverso servizi per il benessere, la crescita professionale e la conciliazione tra esigenze di lavoro e di vita personale.

Uno dei temi forti del welfare aziendale del gruppo triestino, che sfrutta l’expertise di Generali Italia, è quello della sostenibilità: «Il benessere dei dipendenti è uno strumento chiave per essere competitivi e attraenti sul mercato. Parliamo della salute, di nuovi modi di lavorare, della digitalizzazione, formazione e sicurezza sul lavoro», si sottolinea a Trieste.

Si snodano lungo questi tre filoni ad esempio le iniziative di Generali Italia nel settore che coinvolgono circa 15mila persone tra dipendenti e collaboratori, sparsi tra le diverse sedi della società, da Mogliano Veneto a Trieste, da Torino a Milano. La sinergia fra assicurazioni e imprese nel mondo del welfare si snoda, comenelcaso di Generali, attraverso servizi che vanno dall'assistenza agli anziani alla conciliazione vita lavoro, passando per il servizio di babysitting, all’infermiere a domicilio, al medico via app. La compagnia triestina si rivolge alle imprese con la nuova struttura Health&Welfare. Il gruppo di Donnet due anni fa ha poi dato vita due anni fa alla nuova società di servizi di welfare integrato, denominata Generali Welion, che offre consulenza e servizi di gestione su benessere, salute e tutte le iniziative di welfare integrato (sanità, previdenza, non autosufficienza). .

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