Garofalo Health Care: ricavi in crescita a quota 186 milioni

Continua a crescere in maniera sostenuta Garofalo Health Care, società attiva nella sanità privata, che tra le altre cose controlla il Sanatorio Triestino. il primo semestre è andato in archivio con ricavi per 186,7 milioni di euro, in progresso del 12,3% rispetto allo stesso periodo del 2022. A trainare i conti soprattutto l’incremento dell’attività verso i pazienti privati e fuori regione, «elementi che testimoniano la forte attrattività delle strutture del gruppo in un contesto caratterizzato da un trend di crescenti fabbisogni assistenziali», rivendica l’azienda. In parallelo, l’Ebitda adjusted (che indica l’andamento dell’attività caratteristica, al netto di eventuali poste straordinarie) è arrivato a quota 38,2 milioni, con un aumento del 22,7% nel confronto anno su anno. Scorrendo il bilancio fino all’ultima riga emerge che l’utile netto è aumentato del 20,4% nel confronto a dodici mesi, arrivando a 15,9 milioni di euro.
Mentre la posizione finanziaria netta è di 143,7 milioni, dato che la liquidità di 35,6 milioni si confronta con un debito finanziario per 179,3 milioni. Numeri che consentono a Maria Laura Garofalo, amministratore delegato del gruppo romano, di guardare con ottimismo all’intero esercizio. «Siamo convinti che la nostra strategia, unita all’eccellente lavoro di tutti i nostri dipendenti e collaboratori, riuscirà a confermare il trend di crescita del Gruppo anche nella seconda parte dell’anno», sottolinea in una nota. A inizio maggio l’azienda attiva nel settore della salute ha acquistato l’86,95% di Sanatorio Triestino, titolare di una casa di cura accreditata nel capoluogo giuliano, struttura da 80 posti letti medico chirurgici (distribuiti nelle specialità di chirurgia generale, ginecologia, medicina interna, oculistica, ortopedia e urologia) e 40 posti letto di rsa. Un’operazione che ha consentito di rafforzare il presidio in regione, dove era già presente con il Centro Medico Università Castrense, con sede a San Giorgio di Nogaro. L’asset acquisito è stato valutato 16,9 milioni di euro (per il 100%), mentre l’equity value è stato di 13,2 milioni, considerato anche i debiti della realtà acquisita. Prosegue così lo shopping della realtà del gruppo fondato e controllato dalla famiglia Garofalo, che sul finire dello scorso anno aveva condotto un’altra operazione nel Nord-Est, acquisendo il 100% di Gruppo Veneto Diagnostica e Riabilitazione, con la nomina in parallelo dei fondatori Giuseppe Caraccio e Maria Stella Zaia ai ruoli rispettivamente di presidente e amministratore delegato. Un’operazione anche in questo caso all’insegna della continuità, ma che contribuisce a fornire peso specifico all’acquirente in un contesto che tende a premiare sempre più le dimensioni aziendali, strada obbligata per limitare i costi fissi e liberare risorse finanziarie da destinare agli investimenti nell’innovazione.
Garofalo è l’unico operatore della sanità privata quotato a Piazza Affari. Nel territorio nazionale è presente con una trentina di strutture situate in otto regioni (Lazio, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Emilia Romagna, Liguria) e copre tutti i comparti sanitari e socio assistenziali.
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