Forno d’Asolo con Sammontana Italia alla sfida dei mercati nordamericani
L’azienda di Maser ora parte del gruppo toscano-veneto festeggia i 40 anni. L’ad Angelon: «In 5 anni ricavi a 2 miliardi»

Tempo cinque anni e Sammontana Italia, il gruppo nato dall’aggregazione fra la Sammontana di Empoli e Forno d’Asolo, raddoppierà il fatturato a 2 miliardi con un Ebitda Margin previsto al 20%. Sarà un gruppo più forte sui mercati esteri e in particolare in quello nordamericani, cresciuto per via organica e attraverso operazioni straordinarie. Questo promettono i piani ambiziosi dell’ad Alessandro Angelon e della famiglia Bagnoli, socia di maggioranza al 57% del gruppo nato nel 2024, in cui il fondo Investindustrial ha il 42% e il management una quota sotto il 2%.
L’occasione per ribadire la strategia di quello che è già ora un colosso dell’industria alimentare costruito sull’asse veneto-toscano, è stata la ricorrenza dei 40 anni di Forno d’Asolo. A Maser sono state organizzate ieri e oggi due giornate di festeggiamenti con partner e dipendenti. Un’occasione anche per guardare avanti.
«Entro il 2025 – spiega Angelon, manager veneto doc con casa a Silea, già ad di Forno d’Asolo pre aggregazione – sarà perfezionato il nostro piano “one company” e quindi saremo già a regime». È previsto che l’esercizio si concluda con ricavi «vicini al miliardo» spiega ancora Angelon, esportazioni per quasi il 20% dei ricavi e un Ebitda Margin «in doppia cifra abbondante».
Ora parte un’espansione a ritmi accelerati, meno in Italia – dove l’Antitrust per dare il via libera all’aggregazione ha preteso la cessione di Lizzi (80 milioni di ricavi) – e più all’estero. Gli Stati Uniti sono un target privilegiato anche perché Forno d’Asolo ha portato in dote a Sammontana Italia lo stabilimento Bindi nel New Jersey, di cui è previsto il potenziamento per produrre anche gelati.
Peraltro l’ultima acquisizione è stata a marzo scorso La Rocca Creative Cakes in Canada (50 milioni di ricavi), confermando la predilezione per le aziende con radici italiane: «Crediamo nell’italianità come modello e come insieme di valori – sottolineano il presidente di Sammontana Italia Marco Bagnoli e il presidente di Sammontana Holding Leonardo Bagnoli – insieme alla sostenibilità è la nostra bussola».
Una filosofia in sintonia con quella seguita in 40 anni da Forno d’Asolo, nata come piccola azienda familiare dei fratelli Gallina e cresciuta nei prodotti da forno surgelati destinati all’Horeca, coniugando produzione e distribuzione diretta senza passare per i grossisti. Sammontana in Italia vuol dire gelati, e Forno d’Asolo è associata a cornetti e brioche ma anche alla pasticceria con marchi come Bindi, La Donatella e la francese Gelpat.
Ora arriva il salto di dimensione, e uno degli interrogativi è cosa succederà fra cinque anni nei rapporti con Investindustrial, partner finanziario: «Con loro siamo in sintonia – dice Leonardo Bagnoli – se dopo i canonici cinque anni vorranno restare con noi, saranno benvenuti. Non esiste niente di formalizzato sull’exit e non si può escludere nulla, neanche la Borsa».
Del resto prima di quel termine c’è molto da fare e molti investimenti da implementare. Lo indica anche l’emissione, nel 2024, del bond da 800 milioni con scadenza 2031 quotato in Lussemburgo, servito anche a finanziare la fusione.
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