Fitt entra in San Daniele Bioenergia, nuovo impianto per il biometano

La multinazionale vicentina ha acquisito il 25% del capitale della controllata del gruppo Greenway

Maura Delle Case
Il rendering dell’impianto
Il rendering dell’impianto

Un’alleanza tra agricoltura e industria per accelerare la transizione energetica. Da una parte i campi, le stalle e il vino; dall’altra una delle più solide realtà manifatturiere del Nordest.

Il progetto che mette insieme il gruppo agricolo friulano Greenway – attivo nella produzione di biogas, latte, uva e vino – e l’azienda vicentina Fitt – leader nella realizzazione di soluzioni termoplastiche per il passaggio di fluidi – è qualcosa di più di una semplice sinergia: è un passo strutturale verso la decarbonizzazione e l’autonomia energetica, sostenuto anche dai fondi del Pnrr.

L’accordo, che si è concretizzato con l’ingresso di Fitt nel capitale di San Daniele Bioenergia, controllata del gruppo Greenway, prevede la trasformazione dell’impianto di biogas di San Daniele in uno per la produzione di biometano, da completarsi entro la fine dell’anno per entrare in attività nel primo semestre 2026. Fitt ha rilevato una quota del 25% della società, di cui il 10% tramite aumento di capitale e il 15% attraverso l’acquisto di quote esistenti.

Un investimento da sei milioni di euro per riconvertire e in parte ampliare l’impianto, che sarà collegato alla rete Snam grazie a una tubazione dedicata. A regime, produrrà 3 milioni di metri cubi di biometano all’anno, perfettamente compatibile con quello di origine fossile, grazie a una concentrazione di metano superiore al 97%. Di questi, 2,5 milioni andranno a garantire il fabbisogno energetico di Fitt, i restanti saranno invece immessi in rete e venduti sul mercato.

«Avendo vinto un bando Pnrr per la produzione di biometano – spiega Marco Tam, presidente e amministratore delegato del Gruppo Greenway – abbiamo trovato in FITT e in Alessandro Mezzalira i partner ideali per realizzare questo progetto. Mettere in sinergia una filiera agricola sostenibile con un’industria attenta alla responsabilità ambientale è, per noi, un modo concreto per contribuire agli obiettivi europei di riduzione della CO₂».

«Per FITT – dice dal canto suo il Ceo del gruppo veneto Alessandro Mezzalira – l’agenda di riduzione dell’impatto è in continua evoluzione: come azienda energivora è da tempo che ci poniamo il tema dell’approvvigionamento energetico. Per questo abbiamo creato questa partnership innovativa, andando a costruire una filiera industriale in grado di rispondere alle nostre esigenze».

Il progetto si inserisce in una strategia più ampia di sostenibilità che il gruppo Fitt punta a realizzare entro il 2028 per arrivare a coprire il 40% del proprio fabbisogno energetico, sia in termini di gas che di energia elettrica, anche grazie all’installazione di quattro impianti fotovoltaici, due dei quali da 2 megawatt previsti per quest’anno.

Società Benefit dal 2021 e B Corp dall’estate 2024, FITT è strutturata in tre business unit – garden, industrial, building –, conta 15 stabilimenti produttivi – 9 in Italia, 5 in Europa e uno negli Stati Uniti, avviato a gennaio – e dà lavoro a 1.150 persone.

L’operazione con Greenway non è la prima in Friuli per FITT. Nel 2023 il gruppo vicentino ha infatti acquisito Claber, azienda di Fiume Veneto specializzata in sistemi di irrigazione, forte di 33 milioni di ricavi e 170 dipendenti. Società che dà il suo contributo ai risultati di gruppo, pari nel 2024 a 327 milioni di ricavi complessivi e 36 milioni di Ebitda.

L’operazione è stata supportata dallo Studio Luca Ponti di Udine come advisor, da TRG, società di consulenza specializzata nella transizione energetica e gli studi di consulenza Hepteris di Vicenza e CWZ&A di Treviso e dal professionista Antonio De Polo.

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