Fincantieri spinge sui droni marini: alleanza con Next per la subacquea

Roberta Paolini

L’orizzonte tecnologico di Fincantieri si allarga ancora ai droni di superficie. Il gruppo guidato da Pierroberto Folgiero, attraverso la controllata Ids – Ingegneria dei Sistemi, ha firmato un protocollo d’intesa con Next Geosolutions Europe per lo sviluppo congiunto di veicoli senza pilota destinati a operazioni in mare aperto nei settori oil & gas e energie rinnovabili.

A siglare l’intesa sono stati Matteo Marchiori, ceo di Ids, e Giovanni Ranieri, ceo di Next Geosolutions. L’obiettivo è chiaro: mettere a sistema le rispettive competenze per definire le specifiche di una nuova generazione di piattaforme autonome, ottimizzate per missioni di monitoraggio ambientale, ispezione e controllo dell’integrità delle infrastrutture offshore.

La collaborazione ruota intorno all’evoluzione del progetto Sand (Surface Advanced Naval Drone), ideato da Ids, e alla progettazione di un modello completamente nuovo di drone navale capace di unire automazione, efficienza energetica e sicurezza operativa. I veicoli verranno impiegati da NextGeo nelle proprie attività offshore e, in una seconda fase, immessi sul mercato internazionale, aprendo una nuova frontiera per l’industria marittima europea.

«Questo accordo è una ulteriore conferma del lavoro concreto che stiamo facendo per mettere a sistema le tecnologie esistenti nel settore civile oltre che militare – ha dichiarato Folgiero – nell’ottica di fornire soluzioni integrate nella dimensione subacquea per rispondere alle esigenze anche dei principali operatori offshore nei settori oil & gas e delle energie rinnovabili a mare. Grazie alle competenze sistemistiche della nostra controllata Ids, ci stiamo posizionando come il punto di aggregazione, integrazione e accelerazione delle capacità necessarie allo sviluppo della nuova subacquea».

Per Giovanni Ranieri, «questa collaborazione rappresenta un ulteriore passo avanti verso l’innovazione e la sostenibilità delle operazioni offshore. Crediamo fortemente che l’integrazione di sistemi USV possa generare un vantaggio competitivo concreto, in termini di efficienza operativa, riduzione dei costi e minimizzazione dell’impatto ambientale».

Dal palco del Future Investment Initiative di Riad, Folgiero ha poi allargato la prospettiva industriale: «L’aumento della spesa per la difesa deve andare di pari passo con una crescita sostenibile dell’industria e dell’occupazione. È importante che i cittadini percepiscano il valore economico e sociale di questi investimenti: ogni euro speso può generare competenze, posti di lavoro e innovazione tecnologica».

Richiamando il programma Safe dell’Unione Europea da 150 miliardi di euro, Folgiero ha ribadito la necessità di «una forte integrazione industriale europea», sottolineando che «la trasformazione tecnologica offre all’Europa un’occasione unica per ripensare i propri modelli industriali». —

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