La crisi di Fantic Motor: con lo scudo dai creditori parte il piano di rilancio
Al vertice dello storico marchio con sede a Dosson di Casier, nel Trevigiano, chiamato l’ex numero uno di Peugeot Motorcycles Costantino Balbo Bertone di Sambuy. Il Tribunale ha dato l’ok alla composizione negoziata anche per Bottecchia e Motori Minarelli

Dai deserti africani alle aule di tribunale. Fantic Motor, lo storico marchio delle due ruote con quartier generale a Dosson di Casier, nel Trevigiano, protagonista sulle piste e sugli sterrati polverosi della mitica Paris-Dakar, è oggi al centro di un delicato processo di rilancio industriale dopo due anni di crisi profonda. Due aumenti di capitale e ora l’accesso alla composizione negoziata, firmata dal giudice il 24 luglio e diventata esecutiva il giorno successivo.
Il bilancio del 2023 (l’ultimo disponibile) è stato segnato da oltre 28 milioni di perdita netta, ricavi in calo a 113 milioni e un valore della produzione sceso sotto quota 126 milioni, con 136 milioni di debiti di cui 66 milioni verso le banche. Il rosso si era acceso soprattutto nella seconda metà dell’anno, quando si era assistito a un vero crollo della mobilità elettrica.
Risultato: una perdita a livello consolidato di 32 milioni (e ricavi consolidati a 142 milioni). Nel primo semestre del 2024, unico dato disponibile rinvenibile da un documento di assemblea, la previsione sui sei mesi era di una perdita di ulteriori 13,8 milioni.
Così, per evitare la deriva, lo scorso 24 giugno Fantic ha chiesto le misure protettive previste dall’articolo 18 del Codice della crisi d’impresa, ottenendo 120 giorni di scudo dalle azioni esecutive. Il Tribunale di Venezia ha nominato come esperto Cesare Maria Crety. Intanto, la società resta pienamente operativa, con 139 addetti al primo trimestre 2025, in calo rispetto ai 150 dell’anno prima, e punta sulla stesura di un piano industriale e finanziario credibile. Le misure di tutela riguardano anche Motori Minarelli e Bottecchia Cicli.
Al timone di questo tentativo di inversione di rotta c’è oggi il torinese Costantino Balbo Bertone di Sambuy, nominato ad con ampi poteri esecutivi dal Cda del 20 maggio di quest’anno. A lui, che è stato presidente di Peugeot Motocycles Italia fino al 2018, il compito di orchestrare il risanamento, partendo dalla gestione dei conti correnti fino alla negoziazione di nuovi fidi per un massimo di 5 milioni l’anno, passando per la firma di contratti e forniture. In sostanza, la governance ha affidato all’ad un mandato pieno per salvare l’azienda.
A Gianni Nardellotto, di Sacile, sempre il 20 maggio è stato affidato il ruolo di Chief Restructuring Officer e la gestione e coordinamento dei rapporti con i creditori finanziari e del processo di ristrutturazione. Nardellotto è presente anche in Venesport e Venevision, entrambe iniziative del gruppo di imprenditori VeNetWork, che è stato il nucleo ispiratore dell’operazione Fantic. Nardellotto è consigliere delegato, come pure Andrea Gabola. Nel board anche Tiziano Busin, Giovanni Purini Puri, Adriano Scardellato e Michele Buzzi. Presidente un altro piemontese, Paolo Burlando.
Il capitale sociale da 27 milioni, interamente versato, è suddiviso tra 31 soci, tra cui importanti nomi dell’imprenditoria del Nord Est e italiana, che in questa fase di crisi non hanno fatto mancare il proprio sostegno.
La famiglia Buzzi, noti imprenditori del cemento con un cementificio a Monselice e altre attività nel Pordenonese, è entrata nel capitale sociale di Fantic Motor nel 2023, a valle di un aumento di capitale da 30 milioni, lanciato a novembre del 2023 e finalizzato attorno al mese di febbraio del 2024. Successivamente, a ottobre del 2024, hanno sottoscritto anche il secondo aumento da 13,5 milioni, arrivando a quasi un terzo del capitale. I Buzzi sono anche soci di VeNetWork, la rete di 80 imprenditori presieduta da Alberto Baban, e fanno parte del polo Venesport, altra iniziativa in ambito sportswear riferibile alla stessa rete.
La loro presenza nel capitale della società sottolinea la fiducia nel rilancio dell’azienda veneta e il sostegno degli azionisti storici: Ebrico Franzolin, Mariano Roman, Tiziano Busin, Luca Marzotto, Piero Bressan, Lauro Buoro e gli altri membri di VeNetWork.
In questa compagine si mescolano heritage sportivo, finanza familiare e capitale imprenditoriale territoriale. Ora, però, servono nuovi sforzi: forse un nuovo aumento, che dovrà stabilizzare la struttura patrimoniale .
Nonostante i conti, Fantic non ha perso il proprio slancio industriale. Le partecipazioni in Motori Minarelli (acquisita da Yamaha nel 2020) e Bottecchia Cicli confermano una visione integrata della filiera, tra motori, due ruote e tecnologia. L’espansione negli Stati Uniti segna un ritorno simbolico e strategico: dopo 30 anni di assenza, i modelli XE300 e XEF 250 TL sono stati lanciati sul mercato americano tramite Fantic Motor USA.
Sul fronte vendite, Fantic 125 Enduro ha chiuso il 2024 in quattordicesima posizione nella classifica nazionale, con 1.875 unità immatricolate, mentre la Caballero 500 ha sfiorato le 1.609 unità. Più difficile, invece, il terreno delle e-bike, travolte da una fase di stagnazione post-pandemica che ha lasciato a bilancio stock invenduti. La gamma rimane ampia — trail, enduro e urban — ma sarà fondamentale ridefinire il posizionamento commerciale.
Il futuro si gioca ora su più tavoli: il completamento del piano industriale, il rafforzamento patrimoniale, la tenuta occupazionale, il presidio internazionale. Fantic potrebbe tornare ad alzare la sua ruota.
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