Electrolux Professional aumenta le vendite e migliora i margini

A fronte di una lieve flessione delle vendite dello 0,7%, crescono sia il fatturato che l’Ebita di Electrolux Professional, la multinazionale svedese specializzata nella produzione e vendita di apparecchiature per collettività, che ha il suo headquarters a Pordenone. I conti del secondo trimestre vedono i ricavi a 3,26 miliardi di corone svedesi, 281 milioni di euro,+3,7%, e un Ebita di 410 milioni di corone (35,26 milioni di euro), che corrisponde ad un margine del 12,5%. La marginalità tiene conto sia dei costi relativi all’integrazione della nipponica Tosei, che dell’acquisizione (avvenuta ad aprile) di Adventys. Escludendo queste voci, l’Ebita comparabile sarebbe stato di 418 milioni di corone e il margine del 12,8%. L’utile operativo è di 353 milioni di corone (30,35 miioni di euro), pari ad un margine del 10,8%.
«Abbiamo compiuto un altro passo verso il nostro obiettivo di marginalità - dichiara Alberto Zanata, ceo di Electrolux Professional -. Nel corso del secondo trimestre la redditività è migliorata, principalmente grazie al contributo del settore lavanderie».
Complessivamente le vendite sono salite del 3,7%, trainante - come detto - dal laundry (che ha realizzato un ottimo +17% anche grazie a Tosei), mentre quelle del settore Food & Beverage sono risultate in flessione del 4,3% rispetto allo scorso anno. «L’Ebita però - chiarisce Zanata - si è mantenuto su livelli simili a quello dello scorso anno, con un margine del 12,3%». I ricavi realizzati nel primo mercato di riferimento, ovvero l'Europa, «sono rimasti stabili, mentre negli Stati Uniti sono diminuiti dell'8% e nell'area Apac-Mea del 15%», un calo, quello in quest’ultimo mercato, «interamente attribuibile al Medio Oriente».
«Negli Stati Uniti continuiamo a vedere segnali di ripresa» prosegue nell’analisi il ceo, segnalando come il business delle catene statunitensi sia cresciuto. Gli ordini acquisiti nel periodo «si sono attestati su livelli leggermente superiori rispetto a un anno fa negli Usa, mentre in Europa sono stati significativamente più elevati».
Per quanto riguarda la sostenibilità, «le emissioni di CO2 derivanti dalle nostre operazioni sono diminuite del 56% rispetto alla prima metà dello scorso anno grazie all'aumento dell'uso di energia dai pannelli solari e alla riduzione del consumo di gas», conclude Zanata.e.d.g.
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