Eataly, Oscar Farinetti cede il controllo alla Investindustrial di Bonomi

La famiglia Farinetti ha ceduto il 52 per cento della catena di ristorazione e food retail presente con 44 negozi in 15 Paesi e un fatturato atteso nel 2022 pari a circa 600 milioni di euro. La quota valorizzata 200 milioni

People covering their face with masks at the entrance of Eataly high-end Italian food emporium in Ostiense neighborhood, Rome, Italy, 7 April 2020. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
People covering their face with masks at the entrance of Eataly high-end Italian food emporium in Ostiense neighborhood, Rome, Italy, 7 April 2020. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

La famiglia Farinetti cede la maggioranza di Eataly, la catena di ristorazione e food retail presente con 44 negozi in 15 Paesi e un fatturato atteso nel 2022 pari a circa 600 milioni di euro. Investindustrial, il fondo di investimento guidato da Andrea Bonomi, diventerà il principale azionista, con una partecipazione del 52% nel capitale del gruppo fondato da Oscar Farinetti e l'obiettivo di supportarne la crescita a livello internazionale.

FILE PHOTO: Oscar Farinetti, founder and creator of Eataly, holds plates of mozzarella cheese and cured meat at the Eataly motorway restaurant on a highway in Modena, central Italy, May 30, 2016. REUTERS/Stefano Rellandini/File Photo
FILE PHOTO: Oscar Farinetti, founder and creator of Eataly, holds plates of mozzarella cheese and cured meat at the Eataly motorway restaurant on a highway in Modena, central Italy, May 30, 2016. REUTERS/Stefano Rellandini/File Photo

«Eataly rappresenta un player unico che la famiglia Farinetti, grazie alla sua visione e capacità imprenditoriale, ha guidato nella rivoluzione del concetto di cibo italiano di alta qualità in tutto il mondo», sottolinea Bonomi. L'operazione avverrà attraverso un aumento di capitale di 200 milioni di euro e un concomitante acquisto da parte di Investindustrial di una parte delle quote detenute dagli azionisti esistenti. Al closing Investindustrial deterrà il 52% del capitale, mentre i soci storici Eatinvest (famiglia Farinetti), la famiglia Baffigo / Miroglio e Clubitaly (Tamburi Investment Partners) possiederanno complessivamente il restante 48% del capitale. Grazie all'aumento di capitale verrà di fatto azzerato l'indebitamento finanziario netto della società in modo tale da massimizzare la flessibilità finanziaria necessaria per accelerare dell'espansione su scala globale.

FILE PHOTO: A barman serves Kimbo espresso coffees at the Eataly motorway restaurant on highway in Modena, Central Italy, May 30, 2016. REUTERS/Stefano Rellandini/File Photo
FILE PHOTO: A barman serves Kimbo espresso coffees at the Eataly motorway restaurant on highway in Modena, Central Italy, May 30, 2016. REUTERS/Stefano Rellandini/File Photo

«Abbiamo tanti progetti in Nord America, ma siamo pronti a cogliere tutte le opportunità che si presenteranno in Europa e in Italia. Siamo aperti al mondo. E non abdichiamo alla nostra filosofia, abbiamo trovato un partner con la nostra stessa visione del mondo» spiega Nicola Farinetti che lascerà la carica di amministratore delegato per diventare presidente della società.

«C'è sembrato opportuno prendere una persona nuova» spiega senza rivelare il nome del manager che è stato già scelto. Farinetti assicura che nulla cambierà per l'Italia, dove non ci saranno contraccolpi sull'occupazione: «L'operazione è stata fatta per rendere Eataly ancora più italiana, il nostro impegno in Italia non cambia. Vogliamo rendere Eataly la più importante azienda dell'agroalimentare italiano nel mondo. Per essere forti nel mondo dobbiamo esserlo anche in Italia». L'aumento di capitale è volto a supportare la crescita di Eataly, sia tramite l'espansione dei flagship stores su scala globale, sia tramite lo sviluppo di nuovi formati. «La nostra intenzione è di cominciare a svilupparne di più piccoli sui 1.000-1.500 mq, anche in città più piccole. Abbiamo idee anche in Italia, nulla di firmato ma siamo pronti a cogliere le opportunità che si presenteranno» dice Farinetti.

Con la ricapitalizzazione si punta ad acquistare il restante 40% del business di Eataly negli Stati Uniti, in linea con la strategia di crescita della società e di consolidamento del ruolo di ambasciatrice del food Made in Italy all'estero. «Apriremo nuovi negozi soprattutto nel Nord America, ma anche in Europa siamo pronti a cogliere le opportunità, in particolare in Uk. Abbiamo da poco aperto un negozio a Londra che sta andando molto bene vogliamo sviluppare ancora di più la nostra presenza».

«Abbiamo tanti progetti in Nord America, ma siamo pronti a cogliere tutte le opportunità che si presenteranno in Europa e in Italia. Siamo aperti al mondo. E non abdichiamo alla nostra filosofia, abbiamo trovato un partner con la nostra stessa visione del mondo. L'operazione è stata fatta per rendere Eataly ancora più italiana, il nostro impegno in Italia non cambia».

Così Nicola Farinetti spiega all'ANSA la scelta di cedere a Investindustrial, la catena di ristorazione e food retail creata dal padre Oscar. «Siamo arrivati a questa decisione perché abbiamo la volontà di rendere Eataly la più importante azienda dell'agroalimentare italiano nel mondo. Per essere forti nel mondo dobbiamo esserlo anche in Italia» dice Nicola Farinetti che lascerà la carica di amministratore delegato per diventare presidente della società.

«C'è sembrato opportuno prendere una persona nuova» spiega senza rivelare il nome del manager scelto. «Abbiamo capito di avere con Investindustrial una grandissima occasione - sottolinea Farinetti - è un partner a cui piace investire in Italia, parlare di Made in Italy. Il nostro obiettivo è rendere Eataly americana al 100% italiana e continuare il nostro sviluppo. Siamo innamorati di Eataly, delle persone che ne fanno parte, della visione. Sarò molto vicino al nuovo amministratore delegato, spero di poter continuare a fare bene».

Farinetti parla di «tanti progetti per aprire nuovi negozi soprattutto nel Nord America, ma anche in Europa siamo pronti a cogliere le opportunità, in particolare in Uk, dopo l'apertura a Londra che sta andando molto bene vogliamo sviluppare ancora di più la nostra presenza.

Siamo famosi e abbiamo grande successo con i nostri flagship store di grandi dimensioni. La nostra intenzione è di cominciare a svilupparne di più piccoli sui 1.000-1.500 mq per arrivare anche in città più piccole. Abbiamo idee anche in Italia, nulla di firmato ma siamo pronti a cogliere le opportunità che si presenteranno».

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