Due acquisizioni di Pietro Fiorentini: ampliata l’offerta nelle energie rinnovabili
Partecipazioni nella vicentina Biokomp e nella bresciana SPI Consulting. «Più competenze e tecnologie in biogas, biometano, idrogeno e gas naturale»

VICENZA. Pietro Fiorentini amplia l’offerta di tecnologie per le energie rinnovabili con due nuove acquisizioni societarie, il 60% della vicentina Biokomp srl e della bresciana SPI Consulting. Le due operazioni, rese pubbliche a luglio, si aggiungono alla partecipazione nel capitale sociale della start-up tedesca MicroPyros BioEnerTec attiva nel settore della biometanazione.
Biokomp, fondata a Villaverla da Paolo Guerra a cui rimane in capo il 40% della società, è specializzata nella produzione di impianti di compressione per vari tipi di gas utilizzati in Europa, Sud America, Africa e Asia. Tra queste tecnologie c’è anche la soluzione a vite rotativa utilizzata negli impianti Fiograde di Pietro Fiorentini per l’upgrading del biogas in biometano. «Dopo MicroPyros BioEnerTec e SPI Consulting, anche questa acquisizione si inserisce nella strategia di ampliamento di offerta per il settore delle energie rinnovabili. In questo caso per quanto riguarda più specificatamente biogas, biometano e idrogeno, oltre alle applicazioni delle soluzioni di Biokomp nell’ambito del gas naturale», dichiara Cristiano Nardi, presidente esecutivo del Gruppo Pietro Fiorentini, circa 400 milioni di fatturato consolidato nel 2020 in crescita di oltre il 20% sul 2019, 2400 dipendenti e una trentina di sedi in tutto il mondo, attivo nel settore delle tecnologie per la filiera del sistema multigas.
La variabilità della produzione
SPI Consulting di Desenzano del Garda opera nel segmento power-to-gas, cioè tecnologie che stabilizzano la variabilità della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili quali eolico e fotovoltaico, molto spesso non allineata ai consumi, permettendo di immagazzinare il surplus sotto forma di gas utilizzabile per generare elettricità quando necessario. Soluzioni che favoriscono la nascita di isole energetiche non connesse alle infrastrutture tradizionali e la produzione vicino ai punti di consumo. Fondata da Alberto Valli ed Emanuele Castioni, che manterranno il 40% delle quote, SPI Consulting è specializzata in elettrolizzatori per la generazione di idrogeno. In particolare produzione di idrogeno tramite l'elettrolisi dell'acqua, cioè un processo innovativo a membrane di scambio anionico (anziché con processo alcalino o membrane a scambio protonico) che comporta vantaggi tecnici e minori costi di gestione degli impianti.
Metanazione biologica
Sempre in ambito power-to gas, la società tedesca di biotecnologie MicroPyros BioEnerTec è una delle sole tre al mondo ad aver sviluppato processi industriali di metanazione biologica basata su miliardi di microrganismi chiamati Archaea che metabolizzano idrogeno e anidride carbonica in metano e acqua all’interno di un ambiente anaerobico producendo gas verde CH4. Un processo che cattura così anche l’anidride carbonica emessa in fase di metanazione.
«Il nostro obiettivo è di presidiare trasversalmente le necessità di clienti attuali e nascenti nel campo della transizione energetica con un paniere di soluzioni tecnologiche integrabili e sinergiche, una combinazione che può essere unica sul mercato», commenta Stefano Chiurco, Global Marketing Analysis & CRM Manager del Gruppo Pietro Fiorentini.
Gas da scarti agricoli
Nelle tecnologie per il biogas e biometano Pietro Fiorentini è ben presente in Italia e Francia, dove c’è più capillarità di impianti di produzione di gas da scarti agricoli, e punta anche su Spagna e Polonia. Inoltre guarda con attenzione al potenziale sviluppo dei mercati di India, Sud America e Nord America. «Abbiamo iniziato con le cabine di iniezione di biometano in rete, e adesso facciamo anche le stazioni di upgrading da biogas a biometano», racconta Chiurco.

«Soluzioni complementari installate presso i punti di raccolta dei produttori agricoli che hanno il digestore per produrre biogas, che con la stazione di upgrading lo purificano e con una stazione di iniezione lo immettono in rete. Il grosso cambiamento è che si creano tanti piccoli centri di produzione decentralizzati».
La leva del Pnrr
In questo settore l’Italia rimane uno dei mercati più interessanti: il Pnrr stanzia circa 1,92 miliardi per gli investimenti entro il 2026, soprattutto in ambito agricolo e agroindustriale. Ma anche per i trasporti, perché il biometano in Italia rappresenta circa il 20% del mercato del metano per autotrazione, secondo un recente Position Paper degli operatori di settore. Lo studio evidenzia anche che la filiera italiana del biogas-biometano è tra i settori a maggiore intensità occupazionale, con la creazione di oltre 6.400 posti di lavoro permanenti, e che nel Paese sono operativi quasi 2.000 impianti di biogas dei quali l’80% in ambito agricolo, con una potenza elettrica installata di circa 1.400 MW. Secondo il Paper se questi impianti fossero integralmente riconvertiti con la necessaria tecnologia per la depurazione chimica della CO2, tale capacità equivarrebbe a una produzione di oltre 2,5 miliardi di metri cubi di biometano l’anno (su una domanda complessiva di gas che nel 2018 si è attestata a oltre 72 miliardi di metri cubi).
Altro ambito di interesse per Pietro Fiorentini è quello delle tecnologie power-to-gas. «Si tratta di soluzioni per la sinergia tra diversi settori energetici (sector coupling), particolarmente appetibili nel mercato tedesco dove c’è una forte produzione da impianti fotovoltaici ma importanti in tutti i Paesi che stanno investendo su solare ed eolico», spiega Chiurco. «In particolare per l’idrogeno vediamo un grande potenziale in Cina, che ci sta puntando molto. Siamo fiduciosi di poter cogliere le opportunità perché quello cinese è un mercato dove siamo già presenti, operando in loco già da 25 anni con Shanghai Fiorentini, una joint-venture produttiva tra Pietro Fiorentini e China Aerospace per le tecnologie tradizionali legate al gas naturale».
Strategia in tre step
Sull’idrogeno pulito l’Unione Europea ha una strategia in tre step con varie fonti di finanziamento e orizzonte temporale di applicazioni su larga scala al 2050, con un primo obiettivo di arrivare entro il 2024 alla produzione di almeno un miliardo di tonnellate di idrogeno verde da fonti rinnovabili attraverso l’installazione di 6000 Megawatt di elettrolizzatori. Ma non mancano le voci critiche sul rapporto costi-benefici degli investimenti sull’idrogeno. «Stiamo investendo molto per rendere le soluzioni sostenibili non solo dal punto di vista energetico ma anche dal punto di vista economico», afferma Chiurco. «La nostra aspettativa è che l'idrogeno avrà un ruolo chiave, anche se non da solo, perché per l'obiettivo di emissioni zero serve una combinazione di più tecnologie integrate. Sicuramente sull'idrogeno stiamo già esplorando il mondo della mobilità pesante, quindi trucks, navi e treni».
Ma oltre alla generazione di energia da fonti rinnovabili e all’integrazione tra diverse soluzioni produttive, c’è la questione delle reti. «L'obiettivo è avere biometano e idrogeno in rete, e quindi occorre rendere le infrastrutture pronte» osserva Chiurco. «Stiamo operando per adattare tutte le nostre soluzioni, anche le tradizionali, alla gestione di biometano e idrogeno. E lavoriamo sull'integrazione tecnologica sulle reti per ridurre le perdite e migliorare il grado di efficienza: telecontrollo, smart metering & digital energy. Sullo smart metering in particolare negli ultimi anni siamo cresciuti molto più rapidamente della concorrenza, come riconosciuto da un’analisi approfondita di Frost & Sullivan che quest’anno ha insignito Pietro Fiorentini del premio 2021 Global Smart Metering Company of the Year».
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