Dopo i formaggi anche i salumi. Così GranTerre avanza sui mercati

I frutti dell’aggregazione fra Parmareggio (70%) e Agriform (30%). Un’accelerazione propiziata dall’alleanza sull’asse Veneto-Emilia

Stefano Vietina

«Mettere insieme in un unico gruppo imprenditoriale Parmigiano Reggiano e Grana Padano è stato un atto coraggioso, ma lungimirante, che sta dando i suoi frutti. Anche le eccellenze, per rafforzarsi e crescere, in un mondo globalizzato, hanno bisogno di fare squadra, poi i risultati arrivano». Nisio Paganin, presidente di Caseifici GranTerre, osserva con soddisfazione la nuova sede di Sommacampagna di quella che una volta era Agriform.

La sua creatura, nata nel 1989 per garantire la stagionatura di formaggi duri, e poi evoluta con il porzionamento e confezionamento, e ancora con la vendita dei prodotti tipici italiani sui mercati internazionali, oggi è uno degli architravi su cui poggia questo gruppo veneto-emiliano, capace di raggiungere a fine 2024 un fatturato di 823,3 milioni di euro, con la lavorazione annua di 1.447.400 forme di formaggio, di cui 852 mila di Parmigiano Reggiano, 411 mila di Grana Padano, 128 mila di Formaggi Veneti (Piave, Montasio, Asiago, etc.), 31.800 di altri duri tipici e 24.600 di Pecorino Romano. Con oltre 750 dipendenti.

L'inaugurazione della nuova sede veneta di Caseifici GranTerre, ampliata e rinnovata, è avvenuta venerdì scorso. «Una festa per i nostri soci – spiega Paganin – la riaffermazione di una storia di successo ed anche un nuovo punto di partenza per il gruppo». La regina dei formaggi Caseifici GranTerre è dunque la più grande società italiana che produce e commercializza formaggi Dop (Parmigiano Reggiano e Grana Padano in primis) nata nel gennaio del 2021 dalla fusione, appunto, fra Parmareggio (70% del capitale) e Agriform (30%, sede a Sommacampagna, Verona). Una realtà che ha messo insieme due anime e due storie, quelle emiliane e quelle venete, di filiere produttive che interessano oltre mille allevatori.

Il tutto si inserisce in un più ampio progetto che ha riguardato anche i salumi: dal 1° gennaio 2023, infatti, Grandi salumifici italiani (società dei salumifici del gruppo Bonterre, a sua volta aggregazione delle realtà storiche dell’agroalimentare italiano, partecipato e controllato congiuntamente da Unibon e Consorzio GranTerre Cooperativa Agricola) ha cambiato la propria denominazione in Salumifici GranTerre. Un'operazione utile a razionalizzare sotto un unico nome le tante attività di un gruppo, a totale proprietà cooperativa, che produce e commercializza alcune delle principali eccellenze italiane Dop e Igp dei salumi (Prosciutto di Parma, San Daniele, Salame Cacciatore, Speck Alto Adige, Mortadella Bologna e altri) e dei formaggi stagionati (Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Asiago, Piave e altri), «coniugando – sottolinea Paganin - grande capacità industriale e sostenibilità».

Un portafoglio di prodotti unico. «Il cambio di denominazione della nostra società era tra gli impegni contenuti nei patti parasociali – spiega Nisio Paganin, classe 1956, già direttore generale di Agriform - per dare conto della mutata identità aziendale che accomuna territori e filiere diverse. L’integrazione di Agriform in Parmareggio sta confermando il valore delle numerose sinergie che derivano da questa lungimirante operazione». E sottolinea che «nessun’altra azienda possiede un portafoglio come il nostro in materia di prodotti e gamma di confezioni con elevato contenuto di innovazione, con oltre duemila referenze fra pezzi e grattugiati di ogni grammatura, a peso fisso e variabile, bocconcini, snack, merende, derivati (spalmabili, fette, ecc.). E, oltre ai formaggi, abbiamo siero e burro, che rendono più stabili le marginalità nel tempo».

«GranTerre – conclude il presidente dell’azienda - è insomma un vero e proprio company brand, federatore, capace di affiancare ed esaltare le marche più note ai consumatori. Tutti prodotti a denominazione di origine protetta (Dop), ovvero con provenienza da un’area geografica delimitata e nel rispetto di rigide regole produttive, stabilite nel disciplinare di produzione, garantiti da uno specifico organismo di controllo. Tracciabili e fortemente legati al territorio, con marchi riconoscibili ed apprezzati in tutto il mondo».

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