Dolomia, volano le vendite dell’acqua di “lusso” che piace all’estero
Nei primi sei mesi Sorgente Valcimoliana ha registrato un incremento del +40% sui mercati internazionali. L’Ad Zaina: «Confermiamo gli obiettivi di crescita, ma pesano i rincari delle forniture»

CIMOLAIS. In un momento di ristagno generalizzato dei consumi e di inflazione galoppante, Acqua Dolomia chiude il bilancio semestrale oltre ogni più rosea previsione: nella prima parte dell’anno le vendite sui mercati internazionali registrano infatti un boom del 40 per cento in più rispetto ad un anno prima.
Per Dolomia (entrata quest’anno nella Luigi Rossi Luciani Sapa, family office dell’imprenditore padovano Rossi Luciani, che ha acquisito una partecipazione di maggioranza in Sorgente Valcimoliana Srl, la società che imbottiglia e commercializza l’acqua minale a marchio Dolomia, ndr) anche l’esercizio 2021 si era consolidato su posizioni in crescita e addirittura superiori a quelle del 2019, cioè alla fase pre pandemica. E lo stesso 2020, l’anno horribilis dei lockdown globalizzati, era comunque andato in archivio con il segno più.

A Cimolais, come altrove, però inizia a farsi sentire il contraccolpo del rincaro delle materie prime e della logistica. «Assistiamo ad un costante aumento dei prezzi di ogni tipologia di fornitura, dal pet al cartone passando per il vetro – ha spiegato l’amministratore delegato Gilberto Zaina –. Al momento viaggiamo su incrementi che vanno dal 40 al 60 per cento. E’ innegabile come sussistano pure delle criticità logistiche nei trasporti nazionali su ruote e internazionali, soprattutto le spedizioni della merce via nave. Ma gli obiettivi di crescita che ci siamo posti ad inizio anno restano tutti confermati. Intendiamo ampliare i mercati mondiali a cui proporre la nostra acqua e potenziare quelli in cui siamo già presenti».
Tra le piazze più sensibili a cui guarda Dolomia si contano l’Asia e il Golfo Persico, con i Paesi arabi interessatissimi al prodotto valcellinese.

Poi c’è un altro spettro che aleggia sull’Europa e che interessa anche il settore del beverage: la siccità sta infatti imponendo dei tagli produttivi e il ricorso alla cassa integrazione ad alcuni competitor di Dolomia. La prolungata carenza di precipitazioni è talmente grave da influire sulle portate dei punti di prelievo. Ma da questo punto di vista in Valcellina si dormono sonni più che tranquilli.
«La nostra fonte è alimentata da un bacino sotterraneo di scioglimento delle nevi, per cui imbottigliamo un’acqua che impiega dei decenni prima di sgorgare in superficie, arricchita dei giusti sali minerali», ha detto Zaina ricordando come quella della Val Cimoliana sia l’unica sorgente al mondo situata all’interno di un sito tutelato dall’Unesco prima che dal Parco delle Dolomiti friulane.
E Acqua Dolomia, al momento, non risente neanche delle difficoltà di approvvigionamento della CO2, l’anidride carbonica per uso alimentare. Ovviamente monitora l’evolversi della situazione, ma fino ad ora non si è trovata nelle condizioni di dover ridurre la produzione di acqua gassata.
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