Raccolta delle mele al via in Friuli Venezia Giulia: attesi 200 mila quintali di raccolto

Sono circa 400 gli ettari destinati alla coltivazione in regione. La raccolta va, a seconda della varietà, da un minimo di 7 a un massimo di 20 giorni 

Maurizio Cescon

 

È cominciata il 18agosto, nei 400 ettari destinati alla coltivazione in Friuli Venezia Giulia, la raccolta 2025 delle mele. Ogni varietà - dalle classiche Gold alle Fuji - ha un tempo dedicato alla raccolta, una sorta di finestra temporale che va da un minimo di 7 a un massimo di 20 giorni, da adesso fino alla fine di ottobre, quando la campagna si concluderà con la varietà Pink lady.

Sono decine gli addetti suddivisi nei vari meleti tra Maniaghese, Spilimberghese e provincia di Udine che fanno la raccolta a mano. La meccanizzazione avviene in un secondo tempo, con i macchinari che sistemano le mele nei cassoni da 320 quintali, poi trasportati nei magazzini.

Come si presenta la stagione 2025? «I giorni di gran caldo appena trascorsi non hanno aiutato - spiega Armando Paoli, il direttore di Frutta Friuli la più grande coop di settore con sede a Spilimbergo - , adesso speriamo torni il fresco per agevolare la raccolta e la maturazione. Quest’anno siamo attorno ai 200 mila quintali di raccolto, una quantità un po’ inferiore rispetto all’anno scorso, quando si raggiunsero 230 mila quintali. Circa 10% in meno, dovuto a una criticità primaverile. Tra aprile e maggio ci sono state troppe piogge nel periodo della piena fioritura».

Molto importante il commercio delle mele per Frutta Friuli, che oltre all’Italia, vede vendite all’estero in particolare in Medio Oriente, Sud America, Asia e altri Paesi europei.

La prima varietà la cui raccolta è cominciata il 18 agosto, è stata quella della mela Gala. Si proseguirà con le altre varietà sino al termine di ottobre, forse primi di novembre, molto dipenderà dal meteo delle prossime settimane. Prospettive di qualità buona, per un prodotto che non risentirà dei dazi americani visto che non sono possibili esportazioni di mele italiane verso il mercato Usa.

«Ci aspettiamo - aggiunge il direttore Paoli - una raccolta dalla buona qualità, favorita dal clima fresco e piovoso che si è avuto in questa stagione. Le piante infatti non hanno sofferto e i nostri soci hanno una prevalenza di meleti piantati recentemente, che garantiscono molti frutti dalla colorazione ottimale. Anche le grandinate non sono state motivo di preoccupazione: tutti i meleti della nostra cooperativa sono dotati delle indispensabili reti di copertura, un investimento che premia i frutticoltori in quest’epoca di condizioni climatiche molto variabili».

«La qualità della frutta – continua – la conserveremo poi al meglio nella sede di Spilimbergo, grazie alla nuova calibratrice e al recente ammodernamento dell’intera catena del freddo all’interno del ciclo di selezione e stoccaggio della frutta. A livello di mercati il calo di produzione in alcune parti d’Europa potrebbe spingere verso l’alto i prezzi delle nostre mele garantendo un margine soddisfacente, attendiamo di capire meglio quali saranno le quotazioni».

Ci sono poi i kiwi, che saranno raccolti in autunno: qui la presenza di alcuni frutteti più datati e senza rete antigrandine, ha visto qualche danno da parte del maltempo. «Ma come detto - conclude Paoli - questo investimento nelle reti di protezione è ormai necessario se si vuole fare imprenditoria in agricoltura: eventi estremi una volta molto rari ora sono decisamente più frequenti, presentandosi quasi ogni anno. Sul fronte del mercato, il kiwi è un frutto che esportiamo principalmente in Nordamerica e qui sì che stiamo attendendo di capire come si concluderà la questione dazi con gli Stati Uniti. Però senza allarmismi, visto che alla fine la filiera assorbirà il prezzo e per il consumatore si tratterà solo di qualche centesimo di dollaro in più».

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