Dall’acciaio alle costruzioni, l’industria italiana per la ricostruzione in Ucraina
Per la ricostruzione dell'Ucraina si stima un esborso complessivo di 400 miliardi di dollari in dieci anni. Nel corso della conferenza bilaterale di Roma, ai tavoli di approfondimento settore per settore e negli incontri B2B sono state coinvolte 650 imprese italiane e 150 imprese ucraine

Dalle costruzioni ai trasporti, dall'energia all'acciaio. Sono molteplici le opportunità per le imprese italiane nella ricostruzione dell'Ucraina, per la quale si stima un esborso complessivo di 400 miliardi di dollari in dieci anni. Tali opportunità prendono concretezza a porte chiuse nel corso della conferenza bilaterale di Roma, ai tavoli di approfondimento settore per settore e negli incontri B2B che hanno coinvolto 650 imprese italiane e 150 imprese ucraine.
«Gli imprenditori italiani vogliono svolgere un ruolo da protagonisti nella ripresa dell'economia ucraina», con «decisione e entusiasmo», l'impegno preso da Confindustria.
È la vicepresidente per l'internazionalizzazione, Barbara Beltrame, a fare una sintesi del lavoro fatto tra imprese. In primo piano c'è il «ruolo che potranno avere le società di costruzioni, infrastrutture e ingegneria». Tra i primi a siglare accordi c'è Webuild, anticipa il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che accenna anche a progetti per Mermec e Ferrovie nei trasporti. È un settore dove - spiega ancora Barbara Beltrame - «vanno sottolineate le significative opportunità di collaborazione per quanto riguarda la logistica integrata», come per «il progetto del Dry Port di Horonda».
Nel settore energetico, si spiega, «le nostre imprese si sono attivate per la fornitura di componenti di rete e attrezzature» per il ripristino del servizio elettrico nazionale. E «va indubbiamente valorizzata la collaborazione potenziale nel settore delle rinnovabili». Poi l'agroindustria, «indubbiamente un settore cruciale». Arriva anche un accordo sottoscritto da Coldiretti, Filiera Italia e il consiglio agricolo Ucraino, con il sostegno dei ministeri dell'agricoltura Italiano ed Ucraino.
Ci sono anche «opportunità di collaborazione in campo farmaceutico e in quello dei dispositivi medici». E «risulta essenziale l'erogazione di servizi attraverso piattaforme digitali, in quanto unico strumento per raggiungere tutti i territori e tutti i cittadini ucraini fuori dai loro confini. Il settore dei servizi finanziari digitali sarà altrettanto importante per supportare istituzioni pubbliche e private nel percorso di ricostruzione».
In evidenza anche il settore aerospaziale, dove «risulta forte e perdurante il sostegno italiano attraverso collaborazioni radicate». Ed in campo siderurgico, con una produzione ucraina scesa da 35 a 6 milioni di tonnellate, «è ancora più importante facilitare lo sviluppo di collaborazioni tra attori pubblici e privati, attraverso la stipula di accordi intergovernativi che possano supportare le imprese nella gestione del rischio».
Siamo «pronti riprendere i rapporti con Metinvest, tornando ad acquistare materia prima, come facevamo prima della guerra - dice Emma Marcegaglia del gruppo dell'acciaio di Gazoldo degli Ippoliti - Inoltre, essendo grandi trasformatori, possiamo dare il nostro contributo alla ricostruzione esportando in Ucraina i nostri prodotti, penso in particolare agli acciai zincati e pre-verniciati, ai tubi al carbonio, alle lamiere da treno. Senza escludere la possibilità di investire».
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