Da Spike Lee, a John Turturro e Monica Bellucci, chi è Marco Melis: il designer degli occhiali delle star

Sardo d’origine, ma trevigiano ormai da trent’anni, ha aperto recentemente il suo primo show room a Milano (Aretè in via Seneca), ha fatto un passo dentro al mondo delle fiction con “Vite in fuga” (con Anna Valle) e ora sogna le grandi produzioni cinematografiche
Monica Bellucci
Monica Bellucci

TREVISO. “Spike Lee alla Mostra del cinema di Venezia, lo scorso anno, si è tolto i suoi occhiali bianchi e ha messo i miei neri per incontrare la stampa, John Turturro mentre indossava il paio che ho realizzato per lui non credeva che li avessi fatti a mano e mi ha detto “sembrano un guanto”, Monica Bellucci all’Excelsior ha fatto spostare tutti per potermi chiedere come avessi ideato l’occhiale da diva a lei dedicato”.

Spike Lee
Spike Lee

Di aneddoti ne ha tanti da raccontare Marco Melis, sardo d’origine ma trevigiano ormai da trent’anni, designer degli occhiali per le star, che tra la recente apertura del suo primo show room a Milano (Aretè in via Seneca) e un passo dentro al mondo delle fiction con “Vite in fuga” (serie tivù Rai con Anna Valle prossimamente in onda), si sta lanciando nel jet set da professionista che sa incorniciare gli sguardi come nessun’altro.

Il designer Marco Melis
Il designer Marco Melis

Da Toni Servillo ad Alessio Boni, da Margherita Buy a Gabriele Muccino, ma anche Benedetta Mazza, Pierfrancesco Favino, Giorgio Pasotti, Massino Ghini, Claudio Santamaria, per citarne solo alcuni, hanno indossato e apprezzato gli occhiali di Melis, che con la visione di un’artista sa interpretare i volti delle persone e con la maestria di un artigiano disegna e realizza a mano paio per paio, unendo estetica e funzionalità.

Benedetta Mazza
Benedetta Mazza

“Nel mio studio a Treviso sono ispirato all’ideazione del prototipo – ci svela – che poi vado a creare nel mio laboratorio in Cadore. Mentre quasi tutti sono “emigrati” in Cina per fare gli occhiali, io sono rimasto a Domegge, ho comprato i pantografi degli anni Sessanta e taglio le montature a mano. Dico sempre che sono “costretto e contento”, perché a fronte di un lavoro sicuramente più impegnativo ottengo però un occhiale duraturo, la plastica non viene stressata e la registrazione resiste nel tempo: non ho fatto un passo avanti nella tecnologia ma ne ho fatto uno indietro, creando pezzi unici e su misura”.

Margherita Buy
Margherita Buy

Per alcuni gli occhiali sono un accessorio a servizio della propria vanità, per altri invece sono un elemento incarnato nell’iconografia del proprio personaggio, pensiamo, ad esempio, a Carlo Conti. “Il segreto non è fare l’occhiale bello in sé, ma fare l’occhiale giusto per quella persona – continua Melis – quando ho incontrato Carlo ho preso le misure del suo viso, ho studiato ciò che indossava prima, perché non si può stravolgere il look ma modificarlo gradualmente, e ho cercato lenti adatte a stare sotto ai riflettori e far vedere bene il gobbo, realizzare i suoi occhiali è stata la prova più grande per me, perché mi sono sentito responsabile della sua performance”.

Lo studio di un prototipo
Lo studio di un prototipo

Giudice della famosa trasmissione condotta da Conti, “Tale e quale show”, è Giorgio Panariello, che parimenti indossa gli occhiali fatti da Melis con l’evidente montatura nera, catalizzatrice dei suoi primi piani. Per i volti femminili invece il designer propone l’occhiale ampio, perché evoca “la diva e il femminile”, ci spiega, e ha fatto innamorare Michelle Hunziker, sua prima estimatrice.

Gabriele Muccino
Gabriele Muccino

“Tutto è cominciato quattro anni fa una sera a Roma – racconta il designer – durante un evento della sua associazione “Doppia difesa” al Bernini, Michelle ha notato i miei occhiali esposti ed è rimasta entusiasta, li ha indossati e pubblicato le foto sui social, accendendo la miccia del passaparola tra artisti. Oggi siamo molto amici e quando creo qualcosa di nuovo mi confronto sempre con lei”.

Michelle Hunziker
Michelle Hunziker

Progetti per il futuro? “Mi piacerebbe lavorare per grandi produzioni cinematografiche – chiude Melis – quelle ambientate su varie epoche storiche, perché è stimolante studiare l’occhiale giusto per ogni periodo e poi adattarlo al volto dell’attore e al mood del personaggio”.

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