Cortina, i grandi investitori a caccia di alberghi di lusso: «Non si parli più di stagioni»
Cortina è annoverata dagli esperti come la località alpina italiana sulla quale stanno convergendo le maggiori attenzioni da parte degli investitori internazionali. Nuova meta "place to be"; denominazione corroborata dai numeri: il 65% delle strutture ricettive situate a Cortina è oggi in mano a capitali stranieri

BELLUNO. Cortina è sexy agli occhi degli investitori internazionali. Vecchi e nuovi, attratti dalla prospettiva olimpica ma votati ad un progetto a più lungo termine. Convinti da un potenziale fin qui inespresso, appena rinvigorito dall'assegnazione dell'evento a cinque cerchi dopo 70 anni trascorsi cullandosi su allori nel frattempo scoloriti.
È questo il quadro emerso nella giornata di dibattiti denominata Winter Games, tenutasi all'ombra delle Tofane ed organizzata da MC International di Milano con il patrocinio dei Comuni di Milano e Cortina d'Ampezzo. Il convegno è stato concentrato attorno a due macro aree, ospitalità e sviluppo, e un comune denominatore: la necessità di dover cambiare passo per garantirsi quella pioggia di milioni in grado di trasformare Cortina in destinazione di prima fascia a livello mondiale. Non solo d'inverno grazie allo sci, ma tutto l'anno.
Cortina è annoverata dagli esperti come la località alpina italiana sulla quale stanno convergendo le maggiori attenzioni da parte degli investitori internazionali. Nuova meta "place to be"; denominazione corroborata dai numeri: il 65% delle strutture ricettive situate a Cortina è oggi in mano a capitali stranieri.
L'obiettivo, entro il 2026, è aumentare la forbice arrivando a toccare quota 75%. È il turismo del lusso quello che "traina", in linea con la vocazione della destinazione. Gli hotel di prima fascia, quelli per i quali servono anche mille euro per un pernottamento, sono tutti in mano ai grossi capitali stranieri; la conduzione familiare interessa quasi solo i "tre stelle". Tutto bene? Non proprio. La disamina parte da un altro dato. Cortina, oggi, garantisce al turista 4.800 posti letto, un quinto rispetto alla vicina Val Gardena che di posti letto ne vanta 25mila oppure alla confinante Val Badia che ne ha 15mila.
Serve accelerare, ma come? Riqualificando gli alberghi dismessi, una decina, rappresenta un primo passo peraltro già avviato ma per allinearsi ai competitor stranieri come Zermatt e Sainkt Moritz in Svizzera o Courchevel in Francia serve ben altro. «Serve coraggio» ha sottolineato Marco Malacrida, esperto stratega del settore hospitality, «tagliando i rami secchi per dare vita a nuove idee, rivoluzionarie rispetto al passato anche recente».
Rivoluzionaria è vista ad esempio l'abolizione della parola "stagione", concetto obsoleto in ambito turistico e limitante per un investitore che, al contrario, pensa ad una Cortina viva 365 giorni l'anno. Ancor più rivoluzionaria è vista la pedonalizzazione. «Zermatt da quando ha azzerato la presenza di auto all'interno del comune ha visto aumentare i profitti del 180%» ha aggiunto Malacrida.
Un altro tema importante chiama in causa il cemento, nel segno di una rigenerazione urbana considerata viatico di nuovi ed importanti investimenti. «Tanti giovani oggi decidono volontariamente di boicottare una destinazione perché poco impegnata nel processo di salvaguardia dell'ambiente», ha aggiunto Malacrida, «sul lago di Como, l'assenza di un depuratore è visto come un segnale poco incoraggiante nel progetto di tutela del territorio». —
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