Consorzio, sì ai test per il Prosecco light: avrà 3 gradi in meno
Il vice direttore Battistella conferma le sperimentazioni in collaborazione con l’università di Padova. «Vogliamo incontrare e anticipare i gusti dei consumatori»

Tre gradi in meno. Questo l’obiettivo del Consorzio Doc che sta sperimentando, in collaborazione con l’università di Padova, un Prosecco light, di soli 8 gradi, rispetto agli 11, 11,5 previsti dall’attuale disciplinare di produzione.
La notizia è stata ufficializzata ieri dal vice direttore del Consorzio, Andrea Battistella, nel corso di un convegno tenutosi nell’ambito della storica Sagra del vino di Casarsa.
Una novità che farà sicuramente rumore, in un’epoca in cui si parla di dealcolati e di tendenze salutiste sempre più accentuate.
«Puntiamo a intercettare e magari ad anticipare i gusti dei consumatori italiani e soprattutto internazionali - afferma Battistella - e siamo molto sensibili al bere consapevole. Stiamo sperimentando, con lo scopo di mantenere sempre l’impronta e l’identità della denominazione dal punto di vista gustativo e olfattivo, un Prosecco “low alcol”, con una gradazione inferiore a quella prevista dal disciplinare. Se oggi acquistiamo in supermercato o in enoteca un Prosecco a circa 11 gradi, lo porteremo a 8, trasformando in alcol esclusivamente gli zuccheri presenti nell’uva. Con una corretta gestione della fermentazione e della spumantizzazione andremo a ottenere questo nuovo tipo di Prosecco».
Non sono ancora stabiliti i tempi in cui potremo sorseggiare un calice di bollicine low alcol di Prosecco, visto che sarà necessaria l’approvazione dell’assemblea dei soci, ma il Consorzio è intenzionato a proseguire su questa strada con determinazione.
«Non è una dealcolazione - precisa Battistella - , sia ben chiaro. I risultati che stiamo avendo insieme ai ricercatori dell’ateneo di Padova sono promettenti e i primi assaggi sono stati incoraggianti».
Il Prosecco light comunque non è solo un’idea del Consorzio Doc, esiste già sul mercato dalla fine del 2024. Si chiama “Nine”, ha 9 gradi (uno in più di quanto si è prefisso il Consorzio) ed è commercializzato dalla cantina Colli del Soligo, un big della cooperazione da 600 soci, circa 10 milioni di bottiglie immesse nel mercato e fatturato di poco inferiore ai 40 milioni.
Il convegno di Casarsa è stato caratterizzato anche dal bilancio di un anno di “matrimonio” tra la cantina di Conegliano Vittorio Veneto e Casarsa, che ha dato vita a Cvc, una delle realtà più importanti del settore della spumantistica e della cooperazione agricola italiana.
Infatti nel 2024 la storica Cantina sociale La Delizia ha unito le forze con la consorella di Conegliano Vittorio Veneto dando vita proprio a Cvc.
Il presidente Stefano Zanette ha fornito la visione di dove il gruppo è intenzionato a muoversi. «Siamo una cooperativa - ha dichiarato -, quindi per nostra costituzione rispettosa dei territori che coinvolge al suo interno, come quello casarsese, che ha una grande storia. Lo scenario internazionale socioeconomico attuale privilegia grandi soggetti nei numeri, capaci di innovare ed evolvere: a ciò peró uniamo l’attenzione alle nostre comunità e ai nostri soci. Guardiamo avanti senza fare a meno di interrogarci come evolverà il mercato del vino, a partire dalla sensibilità del consumatore al brand Prosecco e ai vini a bassa gradazione per venire sempre più incontro alle richieste dei consumatori. Per questo motivo la sperimentazione del Consorzio Prosecco Doc è molto importante».
Per Cvc sono 1.500 i soci e oltre 6 mila gli ettari vitati con uve conferite nei centri di Casarsa, Vittorio Veneto e Sacile.
Il fatturato si avvicina ai 150 milioni di euro e le prospettive sono positive.
La cooperativa imbottiglia negli stabilimenti di Conegliano e Casarsa quasi 45 milioni di bottiglie con i propri marchi ed è inoltre socia della “La Marca cooperativa Sca”, società cooperativa agricola di secondo grado composta da altre sette cooperative con un’ampia produzione di vini, soprattutto Prosecco Doc, Conegliano Valdobbiadene Docg e Pinot grigio. —
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