Completato il risanamento di Ferroli, Attestor avvia la vendita dell’azienda per circa mezzo miliardo
Attestor tiene il 60 per cento di Ferroli, aveva messo a segno con il supporto di Oxy Capital l’acquisizione sette anni fa. Ora il fondo con la famiglia Ferroli, rimasta con il 40 per cento del capitale, avrebbero avviato il processo di cessione con il conferimento di un mandato alla banca d'affari Lazard

VERONA. Attestor e Oxy Capital iniziano a studiare la cessione del gruppo Ferroli, produttore di caldaie e climatizzatori di San Bonifacio, in provincia di Verona, che aveva attraversato un periodo di difficoltà. Secondo rumors, ripresi anche da Il Sole 24 Ore, il private equity Attestor, che tiene il 60 per cento di Ferroli e che con Oxy Capital aveva messo a segno l’acquisizione sette anni fa e la famiglia Ferroli, rimasta azionista con il 40 per cento, avrebbero avviato il processo di cessione con il conferimento di un mandato alla banca d'affari Lazard. In campo sarebbero scesi sia fondi di private equity, che gruppi industriali e multinazionali asiatiche e americane.
La società era stata rilevata da un concordato al Tribunale di Verona nel 2015, quando Attestor e Oxy avevano messo sul piatto 60 milioni di euro per il salvataggio. In contemporanea era stato siglato un accordo di ristrutturazione con Mps, Banco Bpm, Crédit Agricole, Deutsche Bank, Intesa Sanpaolo, Sparkasse, Unicredit e Amco.
Riccardo Garré, ex ad Beltrame e executive di Bormioli Rocco, arrivato nel 2019 è riuscito ora a girare la nave e portare Ferroli in porto, risanata.
L’azienda è tornata infatti a generare cassa, rispetto all’ebitda che era negativo per 10 milioni di euro, secondo le indicazioni nel 2021 la marginalità sarebbe attorno ai 40 milioni di euro e un fatturato attorno ai 400 milioni. La valutazione attorno cui si starebbe ragionando sarebbe sui 500/550 milioni di euro. In considerazione del progressivo miglioramento atteso per l’ebitda nel 2022, che potrebbe raggiungere quota 50 milioni, ipotizzando un multiplo allineato a quello per l’operazione di Ariston (valutata oltre 10 volte la marginalità lorda) ecco che la valorizzazione si porterebbe sui livelli circolati nelle indiscrezioni.
Il gruppo scaligero, nato a metà degli anni Cinquanta, ha conosciuto il suo massimo sviluppo internazionale negli anni 2000, con una forte espansione internazionale e alcune acquisizioni di rilievo come l’olandese AGPO e il Guppo Lamborghini. Contemporaneamente, Il Cavaliere del Lavoro Dante Ferroli si spinge verso il promettente mercato cinese: il primo stabilimento per la produzione di caldaie di potenza in acciaio è infatti datato 2001. Il gruppo conta oggi 12 stabilimenti di produzione in Italia, Germania, Spagna, Cina e Vietnam.
Negli ultimi anni un fortissimo impulso è stato dato alle nuove tecnologie per la transizione verde. Recentemente l’azienda ha brevettato ima gamma di caldaie 100% alimentate ad idrogeno, rispetto alla nuova generazione di caldaie a condensazione, che sono già “Hydrogen PLUG-IN” per la distribuzione di idrogeno, sfruttando miscele di Gas Naturale/Idrogeno in percentuale fino al 80%/20%.
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