Ceramica Dolomite, c’è la risalita. Più vendite ma ancora non basta
Vertice fra azienda, Regione e sindacati. «Nuovo apporto di capitale e contenimento dei costi fissi»

Ceramica Dolomite, un salvataggio che ha del miracoloso. Tanto più considerato a due anni da quella che poteva risultare la definitiva chiusura dello stabilimento di prodotti sanitari con 360 posti di lavoro. La compagine sociale, costituita da Finint, Delfin., Luigi Rossi Luciani Sapa e, in minoranza, dalla società pubblica Invitalia tramite il Fondo di Salvaguardia, assicura oggi che, nonostante le difficoltà, «sta lavorando con determinazione per assicurare un futuro solido e duraturo a tutta la società».
L’altro ieri si è tenuto un tavolo di monitoraggio, coordinato dall’assessore regionale al Lavoro, Elena Donazzan, assistita dall’Unità di crisi aziendali di Veneto Lavoro, a cui hanno preso parte l’azienda con i suoi consulenti, Confindustria Belluno-Dolomiti, le organizzazioni sindacali e i rappresentanti dei lavoratori. «Oggi, nonostante un mercato nazionale in contrazione – ha riferito Donazzan - viene comunicato un 70% di crescita dei volumi di vendita sull’anno precedente, accompagnato da un aumento dell’efficienza e della produttività e da un catalogo che include prodotti nuovi e di qualità. La nota dolente è che i risultati raggiunti non appaiono sufficienti e si richiedono nuovi sforzi in termini di investimenti e organizzazione». Le vendite devono crescere ancora, in particolare nei mercati esteri; ma è già pronto il nuovo piano industriale e l’azienda ha annunciato che aumenterà ulteriormente l’impegno nella funzione commerciale. Infatti da qualche giorno è operativo un nuovo coordinatore commerciale e sono previste importanti attività promozionali.
Donazzan stessa ha poi confermato che i soci hanno fatto sapere di voler anticipare nuovi capitali e si sono dichiarati pronti ad intervenire ulteriormente. «Anche Invitalia è chiamata ad accompagnare, in quota minoritaria, il nuovo apporto di capitale». E per quanto riguarda i lavoratori «si rende necessario – secondo l’assessore regionale che ha lasciato l’incarico perché eletta a Bruxelles - un intervento per consentire il cambiamento che richiederà un contenimento dei costi fissi, una maggiore efficienza e la capacità di rispondere alla previsione di un aumento di volumi produttivi».
Immediato e rassicurante il riscontro da parte della società. «In questi mesi sono state messe in campo misure di impatto per sostenere e rilanciare il business, rafforzare la struttura commerciale e favorire la messa a terra degli investimenti previsti dal piano di rilancio». Anche i soci ammettono che il percorso intrapreso per risanare Ceramica Dolomite «è però complesso, e si deve misurare con alcune eredità del passato che vedono una struttura di costi fissi elevata e non sostenibile; questo richiede tempo e la collaborazione di tutti come finora avvenuto».
Comunque – si assicura in una nota - il management di Ceramica Dolomite e i soci sono pienamente determinati e coinvolti nel portare avanti il percorso di sviluppo e nel sostenere il piano di investimenti in gran parte già realizzato. «Ceramica Dolomite ringrazia e saluta l’assessore Donazzan e tutto il suo staff per il ruolo attivo, sempre molto presente e determinante nella storia del rilancio dell’azienda» concludono i soci, mentre Donazzan assicura che i lavoratori e le loro sigle sindacali si confermano «disponibili al confronto e a entrare nel merito degli aspetti che riguarderanno l’organizzazione del lavoro».
Un nuovo incontro è previsto per il 26 luglio.
Riproduzione riservata © il Nord Est