Cassa integrazione a riduzione d’orario all’Electrolux: l’accordo non c’è

Niente accordo a Porcia sulla cassa integrazione a riduzione d’orario per il mese di luglio. Attesa la richiesta formale da parte di Electrolux all’Inps per l’avvio della procedura, con contestuale comunicazione ai sindacati, e da lì scatterà la tempistica definita dalla norma per arrivare ad un’intesa che - in assenza di accordo in questi giorni - farà partire l’ammortizzatore a un mese da oggi.
Definirlo un muro-contro-muro forse non è corretto, ma resta il fatto che le posizioni tra Electrolux e Rsu, e a cascata i sindacati, restano piuttosto distanti. Su tutto il contesto, ovvero il mercato, da mesi in profondo affanno. Il punto non è tanto se riprenderà, perché è intuibile che questo accadrà, ma “quando”. C’è chi, anche in Electrolux, vede la ripartenza della domanda di lavatrici alla fine del primo trimestre 2024; nell’incontro con le Rsu l’auspicio è di un aumento di ordini in autunno. Ma certezze non ce ne sono. Da qui l’imperativo dei sindacati di preservare quel piccolo “tesoretto” di 12 settimane di casa integrazione ancora autorizzabili per Porcia, che non va disperso - cosa che accadrebbe accettando la proposta dell’azienda - utilizzando la Cig a ore. Per la normativa non c’è differenza tra un giorno di cassa o un’ora di cassa: nel momento in cui si attiva l’ammortizzatore per un’ora in una giornata, è l’intera giornata che viene conteggiata. Ne consegue che 5 ore di cassa utilizzate un’ora al giorno, azzerano 5 giorni.
Nel valutare la proposta avanzata alle Rsu, la direzione di fabbrica tiene conto anche di altri fattori, attinenti alla riduzione dei costi, pare più vantaggiosi rispetto all’opzione di stop della produzione per un giorno intero. «Capiamo le esigenze dell’azienda - dichiara Roberto Zaami, segretario provinciale Uilm - ma il nostro dovere è tutelare sia l’occupazione che i salari dei lavoratori. Quindi la richiesta di attivazione della cassa integrazione per tutto il mese di luglio, non può essere accolta».
«Electrolux - aggiunge Gianni Piccinin, segretario della Fim - deve sedersi al tavolo e cercare una soluzione che contemperi anche le esigenze dei lavoratori». L’utilizzo della cassa impatta ovviamente sulla busta paga, ma anche su ferie e permessi. Nel caso dell’utilizzo a riduzione d’orario «non solo lo stipendio si riduce - ancora Piccinin - ma accade a fronte di spese che, invece, restano inalterate». Se la fabbrica si ferma per un giorno intero, i dipendenti restano a casa risparmiando le spese - ad esempio - di trasporto; se invece si attiva la cig a riduzione di orario, il dipendente si vedrà decurtata la busta paga, perderà le maggiorazioni legate ai turni e la mensa e in più avrà sostenuto le spese per recarsi al lavoro.
«E l’aspetto più critico che si rileva dalla richiesta di attivare la cassa da parte di Electrolux, è che riguarda un mese, quello di luglio - sottolinea Walter Zoccolan, Rsu Fiom - che negli anni passati era tra quelli ad alta stagionalità con richiesta di straordinari, non di rallentamento della produzione», a conferma del perdurare del basso numero di ordini incamerato dall’azienda.
L’incontro ieri si è concluso, come detto, senza accordo; domani è previsto un coordinamento delle Rsu a cui farà seguito probabilmente un incontro anche con le segreterie provinciali. Non è scontato che Electrolux attenderà gli eventi per muoversi, optando per una azione unilaterale provvedendo a formalizzare all’Inps la richiesta per l’attivazione della cassa a seguito della quale i sindacati avranno 5 giorni per chiedere l’avvio della consultazione e 25 giorni per cercare un’intesa.
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