Cariverona, giovani ai tavoli che contano. «Così incideranno»
Nasce lo young advisory board, organo consultivo e propositivo composto da giovani tra i 18 e i 27 anni

Fondazione Cariverona lancia lo “Young Advisory Board”, ovvero un organo consultivo e propositivo composto da giovani tra i 18 e i 27 anni, che potranno entrare direttamente nei processi di orientamento strategico della Fondazione. Oggi quindi parte il processo di selezione, destinato a ragazze e ragazzi tra i 18 e i 27 anni scelti tra chi vive, studia o lavora nelle province di Verona, Vicenza, Belluno e Mantova.
Le candidature resteranno aperte fino al 31 ottobre 2025 e per proporsi basta compilare il modulo online disponibile sul sito yab.fondazionecariverona.org. Verranno quindi selezionati 12 giovani, che andranno a comporre un board eterogeneo per esperienze, interessi e percorsi, con un mandato triennale (2026-2028) e la possibilità di rinnovo fino al compimento dei 30 anni.
«Con lo Young Advisory Board vogliamo dare loro» dice Bruno Giordano, presidente della Fondazione «la possibilità di decidere, incidere, fare la differenza nelle scelte che li riguardano da vicino. Come Fondazione vogliamo dare un segnale forte, ispirare un cambiamento, compiere un passo concreto che altre istituzioni, imprese, comunità possano raccogliere e moltiplicare».
L’impegno richiesto prevede 7-10 incontri all’anno e sarà riconosciuto con una borsa di studio annuale di 3.000 euro lordi per attività legate allo sviluppo personale o professionale, oltre a rimborsi spese e percorsi formativi dedicati. Sarà un vero e proprio laboratorio di idee e di azione e ai suoi membri sarà chiesto di portare visioni nuove, di contribuire a definire le priorità della Fondazione e di trasformare i bisogni dei territori in proposte concrete. Oltre a partecipare alle commissioni interne e a incidere sulla programmazione, lo Yab potrà gestire un budget autonomo, progettare iniziative rivolte ai coetanei e sperimentare percorsi innovativi.
«Non sarà quindi un semplice tavolo consultivo, ma uno spazio operativo, in cui tra l’altro sarà garantita la parità di genere» spiega Filippo Manfredi, direttore generale di Fondazione Cariverona «perché crediamo che il futuro dei nostri territori dipenda anche dalla capacità dei giovani di realizzare soluzioni innovative». «Dalle ricerche emerge» conclude Giordano «che tanti giovani vorrebbero lavorare in Italia e sanno cosa servirebbe per restare: lavoro, casa, servizi, mobilità, cultura, spazi».
Riproduzione riservata © il Nord Est