Boccato (Hnh Hospitality): «Al Nord Est manca un’offerta nel lusso»

La famiglia Boccato ha sviluppato un modello di business ibrido che combina mare e vacanza con città e affari. Poi le alleanze con grandi nomi del settore alberghiero mondiale: da Hilton a BWH Hotel Group a IHG Hotels & Resorts 
Roberta Paolini

Dall’hotel Brasilia di Jesolo, sorto negli anni Sessanta e diventato una delle strutture simbolo della città balneare, alla gestione di una rete di 16 alberghi e resort (più 2 nuove aperture) in tutta Italia. È l’evoluzione di Hnh Hospitality. Controllato dalla famiglia veneta Boccato, il gruppo vede la partecipazione di Fondo Italiano d’Investimento Sgr e Eulero Capital come azionisti di minoranza.

Roberto Pastrovicchio
Roberto Pastrovicchio

La famiglia Boccato ha sviluppato un modello di business ibrido che combina mare e vacanza con città e affari. A rafforzare questa visione dell’ospitalità, il gruppo ha stretto alleanze con grandi nomi del settore alberghiero mondiale: Hilton (ad esempio, il DoubleTree di Trieste), BWH Hotel Group (con i brand Best Western e Best Western Plus), e IHG Hotels & Resorts (con i brand Crowne Plaza per hotel business e congressuali e voco per hotel lifestyle). Il gruppo, operatore indipendente specializzato in strutture a 4 e 5 stelle, prevede un 2024 sereno, stimando ricavi a quota 114 milioni di euro.

Luca Boccato come è andata la stagione rispetto alle vostre previsioni?

«È andata abbastanza bene, direi che siamo arrivati al 90% delle nostre aspettative. La domanda è rimasta stabile in tutte le destinazioni dove siamo presenti».

Voi siete presenti con i vostri resort in diverse destinazioni: Jesolo, Villasimius, Mazara del Vallo. In base ad una elaborazione Demoskopika su dati Istat e Banca d’Italia, il Nord Est ha un livello medio di spesa, nelle tre regioni più basso rispetto ad altre località italiane. Dal suo punto di osservazione a cosa imputa questo fenomeno?

«Sul lato dei prezzi noi abbiamo visto stabilità sia in Sardegna che a Jesolo. Tuttavia, le due destinazioni offrono prodotti molto diversi. In Sardegna, dove siamo noi a Villasimius, abbiamo un'offerta di hotel di lusso più ampia in proporzione, con 2 cinque stelle su 20 alberghi complessivi, il che rende l'offerta media più alta. A Jesolo, invece, ci sono 3 cinque stelle su 300 alberghi».

Questo avviene perché, seguendo il suo esempio, spesso Jesolo è vista come una destinazione di massa.

«Sì, Jesolo è percepita come una spiaggia di massa. Anche se questo non si riflette sui prezzi. Dai primi di luglio ai primi di agosto i prezzi crescono molto, ma mancano prodotti adeguati per spingere il posizionamento della destinazione. Quando abbiamo aperto qui il nostro resort Almar, sarebbe stato auspicabile che aprissero altri hotel di lusso. Ne servono almeno 5-10 in quel segmento per creare una vera offerta».

Quanto è difficile migliorare l'offerta di lusso a Nord Est?

«Non è facile. I cinque stelle presenti nelle località turistiche del Nord Est sono per lo più alberghi nuovi. Ad esempio, il resort Sistiana Porto Piccolo ha fatto un notevole lavoro di posizionamento da 4 a 5 stelle, ma questo dipende non solo dalle camere ma anche dai servizi come il centro benessere, i ristoranti e i centri congressi. Non è facile fare lo stesso con strutture già esistenti».

Parlando del Friuli Venezia Giulia, come si sta evolvendo l'offerta turistica?

«Specialmente a Trieste, l'offerta sta migliorando. La città, esclusa dalle grandi destinazioni balneari, presenta prezzi medio-alti e offre una metrica diversa. E poi c’è la questione degli affitti brevi, che comunque sta incidendo anche nel segmento alto, con una crescente rilevanza dell'extra alberghiero come appartamenti e ville su piattaforme come Booking».

Quali strategie adottate per differenziare l’offerta?

«Puntiamo molto sui servizi, concentrandoci sulla guest experience. È lì che possiamo fare la differenza». —

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