Beraldo: «I miei 19 anni in Ovs. E ora la sfida underwear»

Ringo Starr diceva: «Non ho studiato la batteria. Ho iniziato a suonare in band e ho fatto tutti gli errori sul palco». Stefano Beraldo (al link il podcast Fuori dal Comune, Vincere da secondi), alla guida di Ovs dal 2005, che un po’ musicista lo è, accetta la citazione, con beneficio d’inventario. «In una band o in un’azienda, puoi improvvisare come faceva Ringo, ma solo perché sotto hai un bagaglio di competenze tecniche. Questo ti consente di poter commettere errori, ma non di fare disastri».
Beraldo, lei è arrivato in quello che era il Gruppo Coin nel 2005. Com'è stato entrare in quello che lei ha trasformato nel primo gruppo di retail italiano?
«Arrivare in Ovs, che allora era Gruppo Coin, è stata una sfida. Venivo da esperienze significative nel mondo dell’industria, lavorando con un grande imprenditore come Giuseppe De’ Longhi. La mia entrata nel gruppo è stata una scelta professionale e di vita, un'opportunità per reinventare un'azienda in grande difficoltà e per provarmi come imprenditore di me stesso».
Quando nel 2005 lei prende le redini dichiarò praticamente subito che la vera ricchezza era Ovs, al tempo l’insegna minore. Come ha costruito questo modello?
«Sì, Ovs significava Organizzazione Vendite Speciali, inizialmente un outlet per i prodotti non venduti di Coin. La nostra trasformazione è stata significativa. Oggi siamo un gruppo verticale che sviluppa anche i propri prodotti, dal design alla vendita, mantenendo qualità e prezzi accessibili».
Quali sono stati i cambiamenti più importanti che ha apportato all'inizio e dove ci sono state le maggiori resistenze?
«Abbiamo trasformato Ovs da semplice grande magazzino a rappresentante della moda accessibile. Abbiamo intercettato l'evoluzione del gusto italiano, proponendo prodotti esteticamente piacevoli e di qualità. Le resistenze iniziali erano interne, ma la visione di un retail moderno ci ha guidati».
Fuori dal Comune: ascolta il podcast
«Abbiamo osservato modelli di successo come Zara che combinavano prezzi accessibili con estetica della moda. Fast fashion non significa prodotti di bassa qualità, ma un rapido sviluppo dal concetto alla vendita. Ovs ha abbracciato questo modello, migliorando la qualità e l'esperienza di shopping».
Tra i momenti significativi dell’evoluzione del gruppo c’è stata l’acquisizione di Upim e poi la nuova quotazione, solo che in Borsa dieci anni fa è arrivato Ovs e non Coin.
«L’operazione Upim nasceva perché le location che loro avevano nelle città erano molto buone. Quindi all’inizio è stato questo, abbiamo convertito molte delle sue location in negozi Ovs, migliorando le performance. Poi però abbiamo testato un nuovo format a insegna Upim. Un altro momento cruciale è stato il ritorno in Borsa di Ovs, abbiamo scorporato l'insegna Coin per concentrarci su Ovs come il nostro brand principale».
Negli anni altre operazioni di aggregazione sono state fatte. Due significative sono state Stefanel e l’ultima Goldenpoint ora in corso.
«L'acquisizione di Stefanel ci ha permesso di entrare nel segmento premium, offrendo prodotti di alta qualità a prezzi accessibili. Stefanel è un marchio amato sia in Italia che all'estero, e abbiamo visto un grande potenziale nel rilanciarlo. Quando l’abbiamo acquisito, avevamo due opzioni: rilanciare il marchio nel segmento premium o integrarlo nel nostro portafoglio per ampliare la nostra offerta. Abbiamo scelto di fare entrambe le cose. Vogliamo mantenere l'identità di Stefanel, sfruttando la sua reputazione per la qualità e il design, e al contempo utilizzare le nostre capacità industriali per migliorare l'efficienza e l'accessibilità dei prodotti. Questo ci permette di offrire ai clienti capi di alta qualità a prezzi competitivi, espandendo la nostra presenza sia sul mercato italiano che internazionale. Stefanel ci offre anche l'opportunità di esplorare nuovi stili e tendenze, arricchendo ulteriormente la nostra offerta e rafforzando il nostro posizionamento come leader nel settore della moda».
E Goldenpoint invece?
«È un’operazione in corso. Noi già siamo il secondo player per quote di mercato in Italia nel settore underwear e calze. Davanti a noi c’è Calzedonia, che è un gruppo straordinario che ha una premiership in questo comparto. L'acquisizione di Goldenpoint ci permette di espandere ulteriormente la nostra presenza. Abbiamo iniziato a testare il mercato con negozi sotto il marchio Ovs Underwear e siamo entusiasti delle possibilità che Goldenpoint ci offre. L'obiettivo è integrare le nostre competenze di prodotto e migliorare l'offerta, mantenendo alta la qualità e l'innovazione. Con quasi 400 negozi in location eccellenti, Goldenpoint rappresenta un'importante opportunità di crescita».
Tra le varie trasformazioni c’è stato l’arrivo di Massimo Piombo come direttore creativo.
«La collaborazione con Massimo Piombo è stata una delle mosse più strategiche per rafforzare il nostro brand. Massimo è un artista della moda, conosciuto per la sua attenzione ai dettagli e la qualità dei suoi capi. La sua linea di abbigliamento ha aggiunto una dimensione completamente nuova a Ovs. Ricordo quando ci siamo incontrati la prima volta: mi ha chiamato dicendomi “Franca Sozzani dice che con te potrei aprire mille negozi, che tu sei l’unico che può capirmi”. Io lo conoscevo benissimo, la prima giacca di alta qualità che ho comprato nella mia vita era una giacca Piombo. Lui era alla ricerca di un partner che potesse comprendere la sua visione e offrire i suoi prodotti a un pubblico più vasto. Noi avevamo bisogno di portare qualcosa di nuovo, più arte nella nostra ingegneria. Da allora, abbiamo lavorato insieme per creare collezioni che combinano il design distintivo di Piombo con la nostra capacità di produzione su larga scala. Questa collaborazione ha permesso a Ovs di entrare in una nuova fascia di mercato, offrendo prodotti di qualità e design a prezzi accessibili».
Sono quasi vent’anni che guida Ovs, ha mai pensato a chi potrebbe raccogliere il suo testimone?
«Al momento il tema non è in agenda, ci sono diversi manager molto forti nella nostra azienda e sto costantemente conoscendo persone». —
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