Benetton, si va verso solidarietà al 20 per cento per i dipendenti

Una vertenza sindacale ancora nelle fasi iniziali. Ma che tuttavia potrebbe portare alla definizione di un accordo di solidarietà che coinvolgerebbe meno persone di quanto era avvenuto nel 2022.
Dopo un primo incontro con l’azienda, fonti sindacali avevano sottolineato come la proposta del gruppo sarebbe stata l'applicazione dei contratti di solidarietà a tutti i lavoratori, tranne alcuni comparti (circa 300 operai, numero che riduce la platea a 1000 dipendenti), fino al 40% per sei mesi prorogabili. E questo per 375 esuberi “virtuali” da gestire su 1.300 addetti. Ecco perché si è pensato all'istituto della solidarietà, evitando così i licenziamenti. Le organizzazioni sindacali, udita l’ipotesi, hanno respinto la possibilità di intesa su un «accordo così penalizzante». Lo hanno riferito le stesse sigle dopo un incontro avvenuto nel pomeriggio del 2 luglio con i delegati aziendali e le rappresentanze sindacali interne (Rsu).
L'opposizione, spiegano le categorie tessili di Cgil, Cisl e Uil, deriva dal fatto che «nessun piano industriale è stato presentato». Un’altra fonte sindacale smorza i toni sul primo confronto tra Benetton Group e i lavoratori. «Siamo ancora agli incontri preliminari - afferma la fonte, che chiede di non essere citata -. Gli ammortizzatori sociali sono stati messi in campo con una proposta del 40% di solidarietà, che è solo un primo approccio. Abbiamo già vissuto situazioni simili e sottolineato che serve un piano industriale chiaro entro un mese per definire le strategie di rilancio e salvaguardare l'occupazione. Per noi il 40% è troppo alto, chiediamo un'integrazione salariale per penalizzare il meno possibile i lavoratori, come avviene normalmente».
Le linee guida per i sindacati dovrebbero concentrarsi su due binari: rilancio e definizione degli ammortizzatori sociali. Una dichiarazione forte in questo senso aiuterà a mantenere un buon clima, spiegano. Intanto il nuovo incontro con l’azienda è fissato il 15 luglio, le assemblee con i lavoratori sono previste per l’indomani.
In realtà fonti vicine a Benetton Group affermano che il reale scenario sarà di 200 Full time equivalent pari a un 20% di riduzione di orario lavorativo (e cioè un giorno a settimana). Meno di quanto era nel 2022, quando aveva riguardato 756 lavoratori su 900 assoggettabili (ben oltre il 50%).
Una versione più morbida della proposta iniziale dovrebbe dunque arrivare al tavolo del confronto di metà luglio, considerando che la trattativa è alle battute iniziali. Nel frattempo gli uffici delle sedi di Ponzano e Villorba rimarranno chiusi tutti i venerdì dal 12 luglio al 3 agosto.
Dopo l’uscita di Massimo Renon come amministratore delegato del gruppo dei Colori Uniti e l’arrivo di Claudio Sforza al vertice, l’attesa era per una razionalizzazione dei costi. Anche se, va sottolineato, il timoniere nominato da Edizione per ristrutturare e rilanciare il gruppo aveva da subito sottolineato la volontà di non ricorrere ai licenziamenti.
Fonti vicine a United Colors hanno spiegato che la proposta avanzata è finalizzata a tutelare i posti di lavoro e a evitare licenziamenti o ammortizzatori sociali più incisivi, proteggendo l’occupazione in un momento delicato per l’azienda. —
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