Bauli, il pandoro degli italiani compie cent’anni. «Cresciamo ancora e conquistiamo pure l’India»
Festa per lo storico marchio veronese fondato nel 1922: emesso anche un francobollo celebrativo. Fatturato in crescita del 12,5 per cento

Il centenario di Bauli è stato celebrato ieri con una cerimonia ricca di ingredienti, che fanno intravedere un futuro ancora più brillante. Il fatturato del gruppo cresce del 12,5% a 541 milioni di euro; la quota dell’estero si attesta sul 20%, con un aumento costante soprattutto in India e SudEst asiatico; sono state completate nuove acquisizioni in Italia e all’estero, con le società Alpipan (Altopascio), Dacasto (Guarene, CN) e MaxSport (Slovacchia); si punta sullo sviluppo dei nuovi prodotti come le barrette energetiche, i lievitati senza glutine e gli altoproteici.

Bauli si afferma nel mondo con circa 1.700 dipendenti, sette siti produttivi e un ampio portafoglio di prodotti che comprende marchi come Bauli, Doria, Motta, Alemagna e Bistefani.
Una storia nata nel 1922 grazie al laboratorio di pasticceria di Ruggero Bauli e arrivata fino ad oggi, con una società in salute che, nel meraviglioso salone della Biblioteca Capitolare di Verona, fa dire al presidente Michele Bauli: «Siamo arrivati fino a qui grazie a tre componenti principali: fatica, ricerca costante della qualità e fortuna. Per il futuro vogliamo continuare a garantire solidità e sicurezza ai nostri collaboratori e alle nostre famiglie, che sono parte integrante del nostro successo».

Un successo celebrato davanti alle autorità cittadine. A suggello del centenario, un francobollo celebrativo che porta la scritta “Da 100 anni creatori di bontà”, un docufilm ed un libro edito da Franco Maria Ricci.

Il momento più incredibile e drammatico della storia Bauli si compie nel 1927, quando Ruggero decise di esportare la sua arte pasticcera e partì alla ricerca di nuove opportunità oltreoceano, tentando una nuova vita in Argentina. Si imbarcò con tutte le sue attrezzature sul piroscafo “Principessa Mafalda”.

Durante la traversata, poco distante dalle coste del Brasile la nave perse un’elica, imbarcò acqua e in poche ore si inabissò: fu il disastro navale italiano più grave del Novecento. Ruggero sopravvisse, ma si ritrovò a ripartire da zero senza soldi e senza macchinari. In una pasticceria di Buenos Aires riuscì a ricostruire in dieci anni la propria fortuna, grazie alle sue abilità artigianali, per poi fare ritorno in Italia.

Quella storia di fatica, coraggio e fortuna è emblematica della determinazione di questa famiglia, che ancora oggi gestisce quella che è ormai diventata una multinazionale, che ha una fabbrica a Bombay e l’anno scorso ha aperto una filiale commerciale a Singapore.

È dello zio di Michele, Alberto (mancato nel 2020), l’intuizione di puntare sui croissant come prodotto in grado di garantire fatturato per tutto l’anno, scommessa vinta da tempo. Oggi le nuove scommesse si chiamano “Minuto”, ovvero il minipandoro farcito cotto al momento per il consumatore, offerto in dodici punti vendita dedicati; e anche “TuoBauli”, ovvero il panettone “on demand”, fatto artigianalmente su misura dei gusti e dei desideri del cliente, che lo ordinerà on line e se lo vedrà recapitare a casa; e infine le barrette energetiche di prossimo arrivo sul mercato nazionale. —
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