Autostrade, il governo accelera: nel mirino la concessione dell’A4

Approvate in Cdm le modifiche al Dl Infrastrutture. Da Roma partite le richieste di documentazione ad A4 Holding

Giorgio Barbieri

Con l’approvazione in Consiglio dei ministri del Decreto Legge Infrastrutture Matteo Salvini accelera nel suo disegno di revisione del sistema delle concessioni autostradali e del modello di definizione dei pedaggi. «Il Decreto», si legge in una nota, «introduce un regime transitorio per consentire al Mit di avviare da subito le nuove procedure di affidamento delle concessioni scadute o in scadenza, dando nuovo slancio agli investimenti sulla rete autostradale senza incrementi significativi dei pedaggi».

A questo si accompagna la richiesta partita da Roma nelle scorse settimane e arrivata negli uffici di A4 Holding, il concessionario della tratta Brescia-Padova e della Valdastico in scadenza il 31 dicembre 2026, di raccogliere e mettere a disposizione in tempi stretti un’ingente mole di documentazione riguardante la gestione economica della concessione.

Una richiesta che può essere letta come la volontà da parte di Roma di voler arrivare preparata al momento della scadenza per poi affidare in house la concessione a Cav o ad Autostrade dello Stato, la società interamente partecipata dal ministero dell’Economia e delle Finanze e in-house al Mit con il compito di gestire le autostrade statali a pedaggio e che recentemente ha rilevato da Anas il 50% delle quote proprio di Cav.

 

La Brescia-Padova è una delle galline dalle uova d’oro del sistema autostradale italiano con ricavi nel 2024 per 465 milioni di euro (+1% rispetto al 2023) e un Ebitda pari a 267 milioni (+5% sull’anno precedente). Da tempo ci hanno messo gli occhi sopra Luca Zaia ed Elisa De Berti per realizzare il sogno di una grande holding autostradale del Nord Est. Un progetto che, pur nella cordialità dei rapporti istituzionali, è avversato dall’attuale concessionario, gli spagnoli di Abertis (il cui principale azionista è Mundys della galassia Benetton), che non vogliono mollare la presa e hanno proposto investimenti miliardari per realizzare la quarta corsia.

Si tratta di due visioni completamente all’opposto: da un lato la Regione e il ministero (il dossier è sul tavolo della veronese Elisabetta Pellegrini, capo missione del Mit e in passato responsabile della Pedemontana Veneta) sostengono la bontà di un modello pubblico che reinvesta sul territorio i profitti generati dal traffico. Dall’altro, i privati protestano per un’assegnazione in house che, secondo alcuni, violerebbe i principi di concorrenza. E per questo in casa A4 Holding si stanno affilando le armi per dare battaglia.

Il Decreto approvato dal Cdm prevede anche una serie di modifiche per il settore, in particolare per quanto riguarda la regolamentazione delle tariffe e il ruolo dell’Autorità di regolazione dei trasporti (Art). Tra le novità più significative ci sarebbe poi l’introduzione di un nuovo sistema per la determinazione delle tariffe, che non sarà più approvato caso per caso, ma seguirà un sistema tariffario stabilito dall’Art, con l’obiettivo di razionalizzare e semplificare le procedure.

Il decreto prevede anche che, per agevolare l’avvio delle nuove gare per le concessioni, il ministero delle Infrastrutture possa adottare, anche in modalità stralcio, l’elenco dei lavori e delle opere di manutenzione straordinaria da inserire nei bandi di gara, consentendo un rapido avvio delle nuove procedure, in attesa della presentazione dei piani economici-finanziari.

In sostanza, significa che se una concessione scade e il Mit non ha ancora approvato il Piano economico finanziario dell’ultimo triennio (e quindi non ha approvato l’aumento di pedaggio connesso alla realizzazione delle opere in esso contenute), può comunque autorizzare la concessionaria a eseguire la manutenzione straordinaria e a permetterne la conclusione prima della scadenza della concessione.

Riproduzione riservata © il Nord Est