Askoll lancia il monopattino elettrico a tre ruote: priorità alla sicurezza in un “vero” mezzo di trasporto

Si chiamerà e.sco ed è destinata al mercato dello sharing. Il lancio sul mercato fra la fine di quest’anno e il 2022

Stefano Ferrio

VICENZA. Da giocattolo di lusso a "bicicletta del XXI secolo". E’ ormai palese che quanti riescono a far compiere in modo definitivo questo salto al monopattino elettrico, si ritrovano in mano le chiavi di un mercato dai margini di crescita tendenti all'illimitato, dove gli spazi urbani sono destinati a diventare dominio di veicoli sempre più Smart. Ciò significa mezzi sicuri, oltre che sostenibili e funzionali.

Prima la sicurezza

Puntando in modo determinante sulla sicurezza, la vicentina Askoll Eva, brand leader della mobilità elettrica su due ruote, lancia la sfida del nuovo monopattino elettrico e.sco. Lo fa mentre i dati nazionali relativi ai primi otto mesi del 2021, diffusi dall’osservatorio Asaps, parlano chiaro: otto morti, fra cui sette conducenti e un pedone, causati da incidenti dove è stato coinvolto un monopattino. Per effetto di questi numeri, l’attuale normativa che impone la guida in piedi e una velocità massima di 25 chilometri orari, sembra destinata a essere superata da un disegno di legge più restrittivo al vaglio del parlamento, comprensivo di divieto di guida per i minorenni e di circolazione proibita a tutti nelle ore notturne.
In un tale contesto Askoll Eva annuncia, tra la fine di quest'anno e l'inizio del prossimo, il lancio di un mezzo sufficientemente rivoluzionario, a cominciare dalle tre ruote al posto di due, secondo la “legge del triciclo” grazie a cui milioni di bambini iniziano a pedalare senza cadere subito per terra. Così si presenta il monopattino elettrico "e.sco", dove anche l'iniziale minuscola concorre a costruire un'immagine di essenziale solidità.
"Il primo obbiettivo di e.sco è primeggiare nello sharing, ovvero il trasporto urbano condiviso tramite il noleggio” chiarisce Gian Franco Nanni, da due anni amministratore delegato di Askoll Eva, azienda quotata in Borsa che a Dueville dà lavoro a 80 dipendenti, e fattura nel 2020 9 milioni e 400mila euro. “Per ottenere questo risultato – continua Nanni - era importante costruire un’offerta basata non solo su un’alta competitività tecnologica, ma anche sulla sicurezza del mezzo, che deve essere stabile e affidabile se si punta a consolidarne utilità e convenienza”. Discende da questa scelta un peso attorno ai 22 chili, circa il doppio di tanti modelli utilizzati per diporto.

Prima lo sharing

La sfida è chiara: offrire ai gestori dello “sharing” metropolitano un autentico mezzo di trasporto, in grado di risolvere problemi quotidiani di mobilità collegati a necessità di lavoro o di spostamento urbano, per poi aggredire in un secondo tempo il mercato dei consumatori privati, si suppone interessati alle performance di un mezzo che si sarà imposto in un settore di qualità come quello del noleggio. La prospettiva di fondo è quella di incidere a lungo termine in un indotto globale che, secondo una ricerca svolta da Unagi Scooters e Haas School of Business dell’Università americana di Berkeley, fatturerà nel 2025 fra i 28 e i 35 miliardi di euro.
Per competere in questo ambito Askoll Eva, società del gruppo multinazionale Askoll fondato nel 1978 dall’imprenditore Elio Marioni, sceglie la via del triciclo, ovvero una ruota anteriore e due posteriori, conferendo al mezzo una stabilità rafforzata dal servosterzo, che è lo stesso del più potente scooter realizzato dalla casa vicentina. “In sede di progettazione siamo stati ispirati da dati statistici precisi – spiega Nanni – a cominciare da quelli relativi ai guasti più comuni dei monopattini, riferiti molto spesso a telai cedevoli, che non si rivelano in grado di reggere l’impatto con buche, cordoli e ostacoli di cui sono disseminate le strade cittadine”.
Nascono da qui alcune scelte applicate in e.sco, come la doppia ammortizzazione, lo snodo basculante con cui si facilitano le curve, e la frenata potenziata dal doppio disco posteriore. Sono tutte componenti di cui naturalmente giovarsi quando è in funzione il cuore di ogni motore elettrico, ovvero la batteria. “Una ricarica di e.sco può durare fino a cento chilometri se la velocità è bassa – promette Nanni – mentre nella media si attesta sui sessanta chilometri”.
La parola passa ora alla strada.

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