Alto Adriatico: dieci i rappresentanti nel Consiglio generale
L’assemblea confindustriale ha ratificato la proposta della presidenza Agrusti: il progetto Ghana è una scommessa vinta che ora esportiamo

Ratificata, da parte dell’assemblea generale di Confindustria Alto Adriatico la proposta approvata dal Consiglio di presidenza di 10 rappresentanti nel Consiglio generale, oltre a eleggere i collegi dei Probiviri, dei Revisori contabili (riconfermati) e ad approvare il bilancio consuntivo 2024. I 10 rappresentanti sono Gustavo Bomben (Fama), Bruno Carraro (Domovip Italia), Lucio Moro (Moro Kaiser), Boris Peric (Kb 1909), Eugenia Presot (Conceria Pietro Presot), Federica Sartor (Marcolin Covering), Marco Arena (Ferrovie dello Stato), Sabrina Strolego (Ergolines Lab), Pompeo Tria (Step Impianti) e Cinzia Zanatta (Isolconfort).
Un’occasione, per il presidente Michelangelo Agrusti, per un’analisi dello stato del sistema industriale – nazionale e locale – e delle sfide che li attendono a partire dalla necessità di affrontare con decisione le criticità che minano la competitività delle imprese, l’alto costo dell’energia, per esempio, «un dazio interno che ci siamo autoimposti e che ci rende meno competitivi rispetto a Paesi come Germania, Francia e Spagna».
Agrusti è ritornato sulla gravissima situazione dell’Ilva auspicando una rinazionalizzazione dell’impianto per restituirlo al sistema industriale italiano perché, ha detto, «senza quell’acciaio non si potrà né sostenere il riarmo né costruire navi competitive». Il presidente di Caa ha inoltre rilanciato la proposta di definire come «zone militari invalicabili» gli impianti strategici per la produzione di energia e acciaio.
Ampio spazio è stato dedicato al tema della mancanza di manodopera, che Caa affronta con il Progetto Ghana, modello di integrazione attraverso la formazione e l’inserimento lavorativo, «una scommessa vinta che stiamo esportando in altre regioni italiane».
Agrusti ha infine ricordato che nei prossimi mesi sarà perfezionato il piano decennale per la nuova manifattura che si propone di rafforzare le filiere, favorire la crescita dimensionale delle imprese, sostenere la nascita di nuove realtà imprenditoriali e attrarre investimenti esteri. «Non esiste alcun destino scritto – ha concluso – spetta a noi costruire le condizioni perché l’industria italiana resti centrale nello sviluppo del Paese». —
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