A2a, 40 milioni di valore in Fvg: «Qui il mix energetico del futuro»

Presentato il bilancio di sostenibilità 2024. L’ad Mazzoncini: «Il Friuli Venezia Giulia aiuterà ad abbassare i prezzi»

Giorgia Pacino

Oltre 40 milioni di valore economico generato sul territorio (in crescita del 36% sul 2023), 207 milioni di investimenti e 724 gigawattora di energia prodotta nel 2024, esclusivamente da fonti rinnovabili. Sono i numeri del bilancio di sostenibilità territoriale per il Friuli Venezia Giulia, presentati dall’ad di A2a Renato Mazzoncini, che ieri a Trieste ha fatto il punto su risultati e piani di attività del gruppo sul territorio, dialogando di transizione energetica con il presidente della Regione Massimiliano Fedriga, il presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti, e la sustainability manager del gruppo Ilcam, Elisa Zamò.

Numeri, quelli rendicontati dalla multiutility, che pongono la regione in prima linea sul fronte della transizione energetica, riservandole un ruolo di primo piano anche nel processo di abbassamento del prezzo dell’energia. «In un momento storico in cui c’è molto dibattito sul tema, anche all’interno di Confindustria, qui in Friuli Venezia Giulia si stanno realizzando due impianti che saranno il mix energetico dell’Italia del futuro», assicura l’ad della multiutility.

Il riferimento è ai due progetti attualmente in corso in Friuli Venezia Giulia. Il primo è la riconversione della centrale a carbone di Monfalcone in un impianto a ciclo combinato, già predisposto per l’utilizzo dell’idrogeno, a cui A2a ha destinato 600 milioni di investimenti, di cui 157 già spesi nel 2024. Nonostante qualche nuovo ritardo – dovuto a imprevisti geologici, spiegano dall’azienda – il cantiere prosegue: A2a conta di recuperare il ritardo e procedere all’accensione dell’impianto nel secondo semestre del 2026.

«Con questa centrale il Friuli Venezia Giulia darà un contributo significativo all’abbassamento del prezzo dell’energia nei prossimi anni», promette Mazzoncini, considerato che avrà un livello di efficienza superiore alle flotte storiche. «Mediamente le flotte italiane per produrre un megawattora di energia elettrica consumano due megawattora di gas, mentre questa centrale ne consumerà meno perché l’efficienza non è al 50% ma al 63%».

Il secondo progetto riguarda la realizzazione del parco fotovoltaico nei Comuni di Santa Maria la Longa e Pavia di Udine. A metà luglio entrerà in funzione il primo impianto con oltre 160 MWp di capacità autorizzata. Una volta attivo, il parco produrrà circa 210 gigawattora l’anno, equivalenti al fabbisogno di 75 mila famiglie.

«Il solare oggi è di gran lunga la forma di produzione energetica più a buon mercato nel pianeta. Nei prossimi 10 anni – prevede l’ad – non si vedrà il nucleare in Italia e il mix sarà composto da rinnovabili e termoelettrico». In regione il valore prodotto da A2a è di 40,7 milioni: 23 milioni ai fornitori, 9 ai lavoratori, 8 tra imposte, canoni e concessioni.

Di «buoni risultati» per il territorio ha parlato anche Fedriga, «con la consapevolezza che non passiamo da una centrale a carbone ai pannelli solari in un giorno. Non a caso si chiama transizione e non trasformazione», ha ricordato il governatore, esortando ad adottare strategie di lungo periodo e ad abbandonare ogni «livore ideologico». Anche perché, sui prezzi dell’energia, a rimetterci è l’intero sistema Paese.

«La sostenibilità del nostro sistema industriale non è trascurabile», ha scandito Agrusti. «Non sopravviveremo con un kilowattora che costa il 70% in più della Germania, il 60% in più della Francia. Questo è un dazio, altro che quello di Trump», ha detto, invitando a cercare di «rendere compatibile lo sviluppo di energie rinnovabili con un Paese altamente manifatturiero». Per Zamò la strada è guardare alla sostenibilità come a «una lente che legge tutti i processi di un’industria. Stabilità e sostenibilità in alcuni casi sono opposti, in altri sinonimi perché sostenibilità chiama innovazione».

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