A Nordest sorge la space valley: oltre mille occupati e 63 imprese hi tech alla sfida delle stelle

Dallo stabilimento di Officina Stellare si scorge il profilo di Asiago. Lungo la linea che unisce la Pedemontana veneta in un'unica vallata tra montagne, città d'arte, tecnologia e cantine vinicole, i capannoni avveniristici si susseguono in mezzo all'idillio rurale della campagna.
A qualche chilometro da Sarcedo, tra Vicenza e l'Altopiano, sorge il centro di design della Dainese, che studia le tute per gli astronauti che andranno su Marte. Un po' più in là, verso le montagne, la Forgital produce componentistica per l'industria aerospaziale, satelliti, lanciatori, basi orbitanti.
Procedendo lungo la linea che congiunge idealmente le province di Vicenza e Treviso si raggiunge la Irca, Zoppas Industries, che produce da 30 anni i riscaldatori (flex heaters) utilizzati nel bilanciamento termico dei satelliti, veicoli spaziali, moduli pressurizzati e antenne di terra. E ancora più a Est la friulana Cimolai, con la sua azienda Technology (che è a Padova).
Non è il Texas, non è Houston, non c'è nessuna agenzia spaziale governativa alle spalle: è il Nordest che si allunga verso le stelle. La Space economy è la nuova frontiera da esplorare per il business.
Il settore dell’aerospazio, dice l’Ufficio studi di Intesa Sanpaolo, nel Triveneto conta, secondo le statistiche Istat, 63 unità locali e oltre 1.100 addetti, se si considerano sia i produttori di aeromobili, veicoli spaziali e relativi dispositivi, i player specializzati nelle attività di riparazione e manutenzione degli stessi e gli operatori attivi nel settore delle telecomunicazioni satellitari.

Il dettaglio regionale evidenzia una maggiore presenza dell’industria aerospaziale in Veneto (38 unità locali e 764 addetti) e in Friuli Venezia Giulia (18 unità locali e 341 addetti), dove spiccano le province di Venezia e Gorizia, grazie in particolare alla presenza di alcuni stabilimenti del Gruppo Leonardo. In Trentino il settore conta 7 unità locali e circa 50 addetti.
In termini relativi il peso dell’industria aerospaziale del Triveneto è al 12,4% in termini di unità locali e solo il 2,7% in termini di addetti delle unità locali sul settore nazionale, un’incidenza inferiore a quella che si rileva per l’industria manifatturiera regionale. Il dettaglio regionale mostra un peso contenuto in tutte e tre le regioni considerate: in Veneto l’incidenza sull’industria nazionale è pari al 7,5% (e l’1,8% in termini di addetti), in Friuli-Venezia Giulia il 3,5% (e lo 0,8% per quanto riguarda gli addetti), in Trentino-Alto Adige vale l’1,4% (e lo 0,1% in termini di addetti).
«Nel Triveneto il settore dell’aerospazio conta, oltre 60 realtà produttive che operano in settori diversi ma che rappresentano importanti fornitori della filiera aerospaziale nazionale, o player specializzati in servizi avanzati che trovano applicazione anche nell’industria dell’aerospazio – commenta Francesca Nieddu, direttore regionale Veneto Est e Friuli Venezia Giulia Intesa Sanpaolo -. Per garantire lo sviluppo di tale competitività dobbiamo sostenere la ricerca e la progettualità delle imprese di questa filiera. A supporto delle risorse previste dal Pnrr, abbiamo messo a disposizione oltre 400 milioni di euro a livello nazionale fino al 2026, di cui 120 destinati alle Pmi con particolare attenzione al settore aerospaziale».

Nel 2019 le esportazioni dell’industria dell’aerospazio del Triveneto avevano toccato circa 500 milioni di euro, massimo storico per l’export settoriale del territorio, evidenziando un trend di crescita sostenuto, grazie in particolare al traino delle province di Trento e Venezia.
A sostenere le esportazioni hanno contribuito in particolare le brillanti performance registrate nel Regno Unito (primo mercato di sbocco) e negli Stati Uniti. Nel 2019 il peso Nordest dell’export dell’aerospazio sul dato italiano è stato pari a 7,5%, dopo Lazio, Campania, Lombardia, Piemonte e Puglia.

Nel 2020, la pandemia ha fortemente colpito il settore. Al contempo però la dinamica delle esportazioni del settore è fortemente condizionata dalla realizzazione di grandi commesse dal carattere pluriennale, che potrebbe aver risentito meno degli eventi congiunturali legati alla diffusione della pandemia.
Nel 2020 l’export dell’aerospazio del Triveneto ha evidenziato un calo superiore al 40%. Il rimbalzo registrato nel 2021 (+12%) non ha consentito il recupero dei livelli del 2019: le esportazioni si sono attestate su valori pari a circa 300 milioni di euro, quasi 155 milioni in meno rispetto al 2019. Le prime indicazioni sul 2022 confermano un trend crescente dei flussi di export.—
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