Il Passante è una cassaforte ha riserve per 120 milioni

La concessionaria Cav dal 2008 ha accantonato una media di 11 milioni all’anno E ora che è stato rimborsato il debito ad Anas le risorse sono a disposizione

Oltre 120 milioni di euro (una media di 11 milioni all’anno). È questo il “piccolo” tesoro di Cav, la società detenuta pariteticamente da Anas e Regione Veneto, che gestisce il Passante, la Padova-Venezia e la Tangenziale di Mestre fino all’innesto con la Venezia-Trieste. È da questa consistenza finanziaria che deve e può partire qualsiasi ragionamento sul sogno del Governatore Luca Zaia di fare della concessionaria il braccio armato della Regione per governare le infrastrutture del ricco Veneto industriale. Con un occhio alla scadenza della concessione della A4, Brescia-Padova, che va a termine nel 2026 e che sta nel portafoglio di Abertis (quindi di Atlantia, quindi di Sintonia-Edizione dei Benetton).

Il sogno di Zaia

Certo per arrivare fin là in fondo bisognerà attendere l’esito di un negoziato cruciale che si svolge proprio oggi a Roma e dove, in buona sostanza, si chiede di cambiare lo Statuto di Cav per consentirgli di poter gestire altre infrastrutture e non solo quelle esplicitate nell’oggetto dello statuto della società (art. 2). A inizio settimana Zaia era tornato a dirlo e in molti hanno letto in questa sua esternazione una sorta di accelerazione su un dossier della holding autostradale del Veneto.

«Chiediamo che Cav (Concessionaria autostradale Veneto ndr) possa diventare a tutti gli effetti un concessionario autostradale, candidata a intercettare tutto quello che c’è in Veneto, a fare accordi con Autovie Venete, eventualmente gestire la Pedemontana - ha detto - sono già previsti 600 milioni di utili da dedicare al Veneto». Se questo è il disegno non sfugge che Cav stia mettendo da parte risorse finanziarie da poter destinare ad investimenti infrastrutturali. Dal 2008 sono stati accantonati a riserva straordinaria oltre 98 milioni di euro di utili, che saliranno a 120 milioni e saranno visibili nel bilancio 2019. E questo perché anche quest’anno tutto l'utile di esercizio, pari a circa 23 milioni di euro, è stato destinato a riserva straordinaria.

Soldi liberi

Lo statuto di Cav prevede che gli utili netti siano impiegati, «ferma restando la riserva di legge, nel rispetto di quanto previsto nella delibera CIPE n. 3 del 26.01.2007». Nello specifico, si legge nella delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica: «con separato accordo da stipulare con il Mit e la Regione Veneto, Anas si impegni a destinare le risorse generate dalla gestione del Passante di Mestre e delle tratte assentite in concessione alla Società delle autostrade di Venezia e Padova ed eccedenti l’esigenza di ammortamento degli investimenti effettuati, e quindi di rimborso dei relativi mutui, nonché degli oneri di manutenzione e gestione al finanziamento degli ulteriori investimenti di infrastrutturazione viaria indicati dalla Regione predetta di concerto con il Ministero delle Infrastrutture». In pratica: ci sono soldi per tutto il Veneto non solo per le reti gestiste da Cav.


Ad aprile del 2019 è andato a copertura totale il finanziamento erogato da Anas verso Cav e questo consente di liberare finalmente le riserve. La società potrà erogare, a beneficio dei progetti di infrastrutturazione viaria individuati dalla Regione, le risorse generate dalla gestione delle sue infrastrutture in gestione, mantenendo ovviamente l’equilibrio finanziario necessario. Dovrà cioè garantire il rimborso in quota capitale e interessi del project bond da 830 milioni di euro, emesso nel 2016, e sul quale restano da restituire 677,6 milioni di euro (dati aggiornati al bilancio 2018).

Nella relazione di bilancio la società ha già anticipato che per il 2019, con la liquidità a disposizione e i flussi di cassa generati dalle infrastrutture gestite, sarebbe stata in grado di onorare le rate previste a giugno (31,2 milioni per quota capitale e 6,3 milioni per interessi ed quella al 31 dicembre 2019 pari a 28,1 milioni per la quota capitale e 8,0 milioni per interessi). Al 31 dicembre 2018 le disponibilità liquide ammontavano a circa 76,1 milioni (nel 2017: erano 41,8 milioni). Va precisato che, oltre a ciò, la società ha altre riserve di liquidità (conti correnti vincolati) così come previste dal project bond, che a fine 2018 ammontano complessivamente ad 69,8 milioni. Va sottolineato che la società ha saputo far fronte finora molto bene agli oneri finanziari (l’indice di indebitamento sull’equity è sceso nel 2018 al 505% dal 713% del 2017, in linea con il mercato). Mentre la marginalità è al di sopra della media, l’ebitda è pari al 66% dei ricavi (per dire: Autostrade ha una marginalità al 61% sui ed è uno delle società con i risultati migliori). Questo significa che è presumibile che tra riserve e disponibilità liquide le risorse siano ben più alte. Senza contare l’innalzamento dei flussi su cui potranno contare grazie all’aumento dei pedaggi. —


 

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