Il commento / Il caso Zara, un modello ancora valido per il Nord Est
Nell'ultimo decennio la transizione dall'economia industriale all'economia della conoscenza ha messo in crisi molte “company town”. Le grandi imprese locali hanno disperso le attività (produttive e non) su una pluralità di geografie distinte

Per lungo tempo l'espressione “company town” è stata usata per descrive città in cui una parte rilevante dei propri abitanti lavorava direttamente o indirettamente per una grande impresa locale. È un fenomeno che abbiamo conosciuto negli Stati Uniti, in Europa e anche in Italia, dove la Fiat ha determinato in modo significativo il destino economico di Torino.
A Nord Est, la città di Valdagno è stata a lungo associata alla Marzotto, Torviscosa è nata grazie all’insediamento della Snia Viscosa, Agordo è ancora oggi sinonimo di Luxottica e Benetton ha per alcuni decenni collocato Treviso nella mappa internazionale dell'abbigliamento. Nell'ultimo decennio, tuttavia, la transizione dall'economia industriale all'economia della conoscenza e la rapida globalizzazione dei mercati hanno messo in crisi molte “company town”. Le grandi imprese locali sono in molti casi diventate multinazionali e hanno disperso le attività (produttive e non) su una pluralità di geografie distinte.
In alcuni casi le multinazionali hanno spostato le funzioni manifatturiere in Paesi emergenti per sfruttare i minori costi di manodopera; in altri, ciò che è stato preservato localmente sono state proprio le attività produttive, mentre le funzioni intangibili come design, marketing e finanza sono state spostate nei centri metropolitani. Quando ciò accade, un territorio si svuota di quelle funzioni che attirano e trattengono i professionisti più qualificati, producono valore aggiunto e contribuiscono alla generazione di innovazione.
In altre parole, si incammina pericolosamente verso una discesa che può portarlo ad una condizione di marginalità rispetto ai nuovi grandi centri dell'innovazione mondiale. La città di La Coruña nella provincia nordoccidentale spagnola ci racconta però che si può restare "centrali" e rilevanti anche quando si è geograficamente lontani dalle metropoli. In questo caso, la centralità della città gallega è garantita dal più grande gruppo di fast fashion al mondo, Inditex. Fondata dal leggendario Amancio Ortega negli anni Ottanta, oggi Inditex è maggiormente conosciuta per il suo marchio di punta, Zara. Come abbiamo imparato a conoscere dalle etichette, quasi tutti i capi marchiati Zara sono prodotti al di fuori dei confini nazionali, specialmente in Portogallo, Marocco, Turchia e Cina.
A La Coruña, invece, è stata mantenuta la testa del gruppo, assieme alle abili mani di designer e prototipisti che alimentano il modello del fast fashion che è alla base del successo del gruppo. Parliamo di circa 700 designer provenienti da tutto il mondo, che solo in minima parte sono stati dislocati a Barcellona, con tutta probabilità la città più innovativa della Spagna contemporanea.
Attorno alle funzioni di design e sviluppo prodotto si sta strutturando oggi in Galizia un vero e proprio ecosistema della moda. Lo si vede attraverso l'effetto "spillover", ossia la contaminazione economica e culturale che sta cambiando La Coruña anche attraverso attività imprenditoriali come Sansoeurs di Cristina Sanchez e Complementos di Manolo Cremallera. Soprattutto, lo si può toccare con mano visitando il dipartimento di design industriale dell'università locale che attira da tutta la nazione i futuri designer di Inditex. Che lezione può trarre il Nord Est da questa remota provincia spagnola? Anzitutto, che le grandi imprese possono ancora determinare il successo economico di un territorio, anche quando questo è privo di una grande città metropolitana di riferimento come nel caso del Veneto e del Friuli Venezia Giulia. In secondo luogo, per mantenere le funzioni "intangibili" in provincia serve una massa critica di professionisti qualificati che creino quei flussi di persone e di idee che alimentano il dinamismo culturale ed economico di un territorio.
Nel caso di La Coruña sono le centinaia di designer che popolano la città e contribuiscono a creare una comunità creativa con una forte identità, oggi riconoscibile in tutta la penisola iberica. Infine, registriamo con grande interesse come le università e le imprese possono lavorare in sintonia e investire nella formazione di qualità in alcuni specifici "verticali industriali”. È, in questo caso, una formazione che non si limita alla manifatture, alle scuole professionali o agli Its ma che ha l'ambizione di creare le nuove generazioni di professionisti, creativi e manager che saranno poi impiegati dalle multinazionali locali. A Nord Est non mancano né le università né le grandi multinazionali. È un'opportunità irripetibile che va sfruttata con ambizione, urgenza e determinazione. Una seconda occasione potrebbe non ripresentarsi.
* Dublin Trinity College
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