I soci bocciano i bilanci Coopca

L'ultima assemblea si è trasformata in una resa dei conti all'interno della società: i tre liquidatori hanno dato le dimissioni, al loro posto due indicati dal Comitato

UDINE Dopo 110 anni vissuti da emblema della mutualità, CoopCa ieri ha cessato di esistere. Definitivamente. Sono servite cinque ore all’assemblea per votare l’addio. C’era tanta stanchezza nell’auditorium della Regione, stanchezza per una vicenda che è sempre stata vissuta in prima persona dai soci, da quel 18 novembre del 2014 quando la richiesta di concordato è diventata pubblica e fino a ieri, con una riunione che si protratta fino in tarda serata.

L’assemblea ha preso la decisione e ha deliberato lo scioglimento della cooperativa, bocciando il punto all’ordine del giorno che prevedeva un addio per perdita del capitale sociale. «Sorprende e disturba la riproposizione di questo punto che era già stato bocciato dall’assemblea dello scorso aprile», ha sottolineato Giuseppe Fabbro, componente del direttivo del Comitato per la tutela dei risparmiatori CoopCa.

E dopo le dimissioni dei liquidatori Giovanni Sgura, Paolo Rizza e Roberto Pittoni, l’assemblea ha nominato due professionisti di propria fiducia: Luigino Battiston (presidente e legale rappresentante) e Giovanni Toffoli. Sebbene i tempi dell’assemblea si siano protratti ben oltre le previsioni, il Comitato dei soci è riuscito a ottenere quanto prefissato. Entrambi i bilanci 2014 e 2015 (per cui CoopCa ha perso un milione al mese, come previsto dal piano di concordato) sono stati bocciati all’unanimità, poco più di un centinaio i soci presenti. Nominato anche il revisore legale dei conti, individuato nella spa Crowe Horwath di Torino.

«Società di revisione cui siamo legati da contratto per altri due anni - ha spiegato Fabbro -, affidando a loro l’incarico spendiamo complessivamente 26 mila euro per tre anni». L’approvazione passa con un solo voto contrario. I soci hanno anche chiesto delucidazioni sulle poste messe a bilancio nel 2015. A cominciare dal mezzo milione destinato alla manutenzione dei punti vendita e da quei 300 mila euro destinati alla pubblicità. Inoltre, «al 31 dicembre del 2014 CoopCa aveva in bilancio spese per servizi che ammontavano al 10 per cento dei costi della produzione, e in quel periodo non si lesinavano sprechi - ha sottolineato Fabbro -. Un anno dopo sono al 15 per cento, cos’è successo», ha chiesto rivolto ai liquidatori.

Pronta la replica di Sgura: «Nell’ambito di un’impresa ci sono costi fissi e variabili che sono proporzionali ai volumi di fatturato. Quelli fissi dipendono da una politica impostata negli anni che però non si può bloccare immediatamente davanti a una repentina diminuzione del fatturato. Per questo motivo la componente dei costi fissi ha accresciuto la propria incidenza percentuale, penso per esempio alla gestione delle piattaforme dei freschi che hanno un costo indipendentemente dai volumi del materiale trattato». Terminata l’esperienza associativa di CoopCa, le indagini dovrebbero concludersi entro qualche giorno con i rinvii a giudizio.

Per il momento gli indagati sono diciassette. Giacomo Cortiula, Giancarlo Veritti e Mauro Veritti sono i nomi più eclatanti di una lunga lista stilata perché le operazioni immobiliari fatte a partire dal 2012 non convincono gli inquirenti. Sono poi l’imprudenza con cui è stata gestita la cooperativa e la falsificazione dei bilanci che ha coperto una crisi altrimenti evidente già nel 2011. Per coprire quei buchi, gli amministratori si sarebbero inventati cessioni del patrimonio immobiliare a ImmobilCoopCa così da creare una falsa rappresentazione contabile. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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