Generali, l’assemblea ritorna a Trieste: sarà senza soci a palazzo Berlam

TRIESTE. Da quando Giuseppe Lazzaro Morpurgo, insieme a un gruppo di imprenditori il 26 dicembre 1831 firmò l'atto costitutivo delle Assicurazioni Generali "Austro-Italiche", non era mai accaduto che il rito annuale dell’assemblea delle Generali si svolgesse fuori dall’ombra di San Giusto se non in due sole occasioni in mezzo alle intemperie della seconda guerra mondiale.
Per questo lo scorso anno la decisione del gruppo di convocare l’assemblea a Torino, a causa delle norme restritive anti-Covid, fu un’altra delle conseguenze della pandemia che costrinse le Generali a una rottura storica con il passato.
Ma siccome nella storia del Leone nulla è casuale e tutto ruota intorno a simboli precisi, quest’anno l’assemblea della compagnia convocata per il 29 aprile presieduta da Gabriele Galateri, sebbene nelle stesse condizioni restrittive antipandemiche (e quindi in streaming e senza soci in presenza), tornerà a Trieste nell’inedita sede di Palazzo Berlam.

Un evento non casuale nella ricorrenza del 190mo anniversario di fondazione della compagnia. Palazzo Berlam è infatti uno degli edifici simbolo delle Generali, contiguo al Palazzo Carciotti dove venne firmato l’atto di costituzione della società.
Accanto si trova il palazzo di Piazza Duca degli Abruzzi dove dal 1886 ha sede la direzione centrale e dove per tutti gli anni Novanta e primi anni Duemila si sono svolte le assemblee prima di essere spostate alla Stazione Marittima per problemi logistici e di spazio.
Palazzo Berlam ospiterà la sede dell’Academy, il centro di formazione internazionale del Gruppo dopo i recenti lavori di ristrutturazione e riallestimento curati dall’archistar Mario Bellini. Costruito tra il 1926 e il 1928 su progetto di Arduino Berlam, questo edificio che rappresenta uno dei migliori esempi di architettura modernista della Trieste del secolo scorso, guardando ai grattacieli di New York in mattoni rossi, ospita l’Archivio storico del gruppo.
Qui è raccolta la documentazione prodotta dalla Direzione Centrale di Trieste (dai verbali degli organi di vertice alla documentazione prodotta dai diversi rami e servizi) dal 1831, anno di fondazione, alla fine del XX secolo, oltre ai fondi della presidenza e a quelli della Direzione di Venezia e di Milano. Poco distante dalle sale che custodiscono documenti eccezionali come il fascicolo personale dello scrittore Franz Kafka, il presidente Galateri si troverà così in solitudine a leggere i vari capitoli dell’agenda assembleare.
A Palazzo Berlam saranno presenti “distanziati” anche il group Ceo Philippe Donnet, il capo della finanza Cristiano Borean, il segretario del Cda Giuseppe Catalano, notaio e rappresentante designato in rappresentanza degli azionisti. Ci sarà una diretta streaming video. Al piano terra un allestimento speciale in occasione dell’assemblea.
Il board quest’anno ha deciso di proporre all'assemblea un dividendo in crescita da 1,47 euro che sarà pagato in due tranche rispettivamente pari a 1,01 (0,96 euro nel 2020) e 0,46 euro per azione (questa è la parte non pagata lo scorso anno).
Il Ceo Donnet, il cui mandato scadrà nella primavera del prossimo anno, ha detto di sentirsi ogni giorno sotto esame e che non era scontato ottenere risultati che ha definito «eccellenti» nel 2020 della pandemia. I conti 2020 all’esame dell’assemblea vedono per il secondo anno di fila un risultato operativo record a 5,2 miliardi (+0,3%), grazie al contributo dei segmenti danni e dell’asset management.
L’utile a quota 1,744 miliardi (-34,7%) è penalizzato dalle svalutazioni legate alla volatilità di mercato causa pandemia e al contributo straordinario al fondo internazionale per il Covid. «Il 2020 è stato un anno senza precedenti, caratterizzato da una pandemia che ha sconvolto la nostra quotidianità e cambiato profondamente il nostro mondo»: ha detto in un messaggio ai soci il presidente Gabriele Galateri. —
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