Fumata nera in Confindustria Fvg: non c’è l’accordo sulla presidenza
Nessuna intesa, il 30 maggio, al termine della riunione tra Gianpietro Benedetti, presidente di Confindustria Udine e reggente della federazione regionale, Michelangelo Agrusti, presidente di Alto Adriatico, con il nazionale Federico Landi. Un nuovo incontro è stato convocato per il 9 giugno con l’obiettivo di arrivare alla votazione per il nuovo leader.

UDINE. “Lunga e impervia è la strada...” che conduce ad un accordo, aggiungiamo noi come attuale conclusione per un antico adagio che ben definisce la situazione in seno a Confindustria Fvg.
Nessuna intesa, il 30 maggio, al termine della riunione tra Gianpietro Benedetti, presidente di Confindustria Udine e reggente della federazione regionale, Michelangelo Agrusti, presidente di Alto Adriatico, con il nazionale Federico Landi, i direttori generali delle associazioni e gli altri componenti del consiglio regionale (Matteo Di Giusto, Michele Da Col e Roberto Contessi), su criteri e modalità con cui andare all’elezione del prossimo presidente della federazione.
E questo è uno degli elementi certi, insieme ad una data, il 9 giugno, in cui l’incontro verrà riconvocato con l’obiettivo di arrivare ad una conclusione, ovvero la votazione per il nuovo leader.
Ranghi serrati e voto di silenzio dal parlamentino degli industriali. No dichiarazioni, no prese di posizione, men che meno resoconti sul lavoro della giornata. Ricostruire, dunque, non è agevole.
Quel che è certo è il nulla di fatto e la riconvocazione. Rumors accennano ad un confronto serrato su posizioni opposte tra Agrusti e Benedetti, e assenza di unanimità di vedute sull’interpretazione delle regole statutarie che - avrebbe segnalato Landi - in altre regioni in cui le territoriali sono solo 2, vorrebbero applicata la via della rotazione: un mandato ad una e il successivo all’altra. Peraltro il criterio della rotazione il Fvg lo applicò diversi anni fa - avviando il periodo dell’alternanza dei presidenti al termine di ogni mandato - alla fine di una lunga permanenza.
Detto di ciò, chi è che parte? Alto Adriatico o Udine? A dirimere la cosa sarà il voto del 9 giugno e se il criterio applicabile sarà quello del “peso” delle due territoriali, l’esito parrebbe scontato. Alto Adriatico, che a fine 2019 ha riunito le territoriali di Pordenone, Trieste e Gorizia, conta 1.500 imprese associate; Udine oltre 500. Da cui le percentuali del 64% e 34% dei voti a disposizione, rispettivamente, di Alto Adriatico e Udine.
Resta da capire se a dirimere la questione sarà uno scontro “muscolare” oppure no, da qui al 9 giugno c’è del tempo per dispiegare l’arte della diplomazia e ricercare una soluzione non conflittuale.
L’ultima elezione di un presidente alla guida di Confindustria Fvg risale al 2013: nell’ottobre di quell’anno Giuseppe Bono (all’epoca Confindustria Trieste) assunse l’incarico succedendo ad Alessandro Calligaris (Udine). Una lunga presidenza quella di Bono, riconfermata una prima volta e poi una seconda con l’obiettivo di portare a compimento l’unificazione delle territoriali e dare vita alla Confindustria unica del Fvg.
Un risultato non raggiunto che motivò nel 2020 una proroga, non solo di Bono ma anche di Anna Mareschi Danieli che era alla guida degli industriali udinesi, dettata dall’opportunità di proseguire nell’intento. Proroga che Roma, però, non ratificò.
Da qui le nuove elezioni in Friuli, che hanno portato Benedetti al vertice, mentre in Federazione, che non si era mossa nella stessa direzione, l’ex Ad di Fincantieri finì per succedere a se stesso nel ruolo di reggente. Con l’uscita di Bono dall’azienda navalmeccanica, avvenuta ad aprile, ecco che alla reggenza è arrivato Gianpietro Benedetti a cui va ora il compito di portare la Federazione all’elezione del nuovo presidente.
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