Fincantieri e la sfida del capitale umano: «Così formiamo i Maestri del mare»
ll piano del colosso industriale per far fronte al super-pieno di ordini
Sono 96 le navi in portafoglio: scuole e formazione anche all’estero

Il problema della manodopera qualificata, soprattutto in un colosso industriale come Fincantieri, sta diventando di difficile soluzione. La vera concorrenza oggi si gioca sul capitale umano: «Ci troviamo nel pieno di una vera e propria sfida nell’attrarre e trattenere i giovani. Il mercato del lavoro post-pandemia si è ripreso a ritmi che nessuno avrebbe immaginato, oltre al fatto di dover fronteggiare, ormai da anni, uno scenario demografico in drastico calo», riflette Luciano Sale, direttore Human Resources and Real Estate, che ha affidato ai social una sua analisi sul mercato del lavoro dove spiega come il colosso cantieristico triestino affronta la questione della ricerca di manodopera qualificata. Lo fa attraverso due strade: creando scuole di formazione all’estero e lanciando in Italia il progetto Maestri del Mare dove formare, nell’era della digitalizzazione e robotizzazione dei cantieri, le nuove figure professionali della cantieristica Made in Italy.
la strategia
Il gruppo guidato dal Ceo Pierroberto Folgiero, che presto supererà la soglia dei 9.500 dipendenti, sta facendo un super-pieno di ordini nel settore crociere e nella difesa, che oggi valgono 7,6 miliardi di euro con 96 navi da consegnare entro il 2032. Per sviluppare una tale potenza di fuoco, e far fronte all’aumento di produttività, sarà necessario reclutare al più presto nuove risorse qualificate. Le difficoltà di reperimento di manodopera si ripercuotono anche nei cantieri americani. Attualmente i tre cantieri in Wisconsin occupano 2.100 persone (Fincantieri Bay Shipbuilding a Sturgeon Bay e Fincantieri Ace Marine a Green Bay): già sono stati assunti 400 operai e 150 dirigenti ma ne servono altri 400. Sale descrive uno scenario produttivo a due velocità: a Oriente lo shipbuilding “di serie” realizzato quasi con una catena di montaggio. In Occidente, invece, sono rimaste le navi ad alta complessità, da crociera, la Difesa e l’offshore. Resta il fatto che non si trovano saldatori, carpentieri, molatori, tubisti e allestitori: «Purtroppo si tratta di professionalità che nel nostro continente, ma non solo, stanno sparendo, nonostante rappresentino una risorsa fondamentale per l’industria».
i centri all’estero
Il gruppo guidato da Folgiero per questa ragione si è spinto nella ricerca anche all’estero dove sta creando un bacino di manodopera in Paesi come Tunisia, Marocco, Ghana, Filippine e Vietnam: si tratta di scuole, centri di formazione, corsi di specializzazione e di lingua per favorire l’apprendimento e l’integrazione dei dipendenti stranieri, anche in collaborazione con Confindustria Alto Adriatico guidata da Michelangelo Agrusti, che ha aperto una Academy in Ghana.
i corsi e le candidature
In Italia intanto sta partendo, dopo il successo della prima edizione, la fase due del progetto “Maestri del Mare” che ha già visto a fine luglio l’assunzione dei primi 90 operai. Si tratta di un programma di orientamento, formazione e inserimento al lavoro, nato nell’ambito di Distretto Italia, lanciato nel 2023 dal Consorzio Elis, di cui Fincantieri fa parte assieme ad altri grandi gruppi industriali italiani. È stata così avviata una nuova fase che prevede la selezione, la formazione e l’assunzione di ulteriori 100 persone con contratti di apprendistato e a tempo indeterminato. «Vogliamo insegnare i mestieri che creano valore, gli addetti alla costruzione delle grandi navi made in Italy. Un percorso basato su una visione strategica di mercato e di coscienza civile, volto a rafforzare tanto Fincantieri quanto il sistema Paese». L’iniziativa è nata non solo per colmare il divario tra domanda e offerta di lavoro, ma anche «per sostenere e accelerare il cambiamento del modello produttivo di Fincantieri, legato all’impiego di competenze che oggi risultano sempre più difficili da reperire». I primi corsi a prendere avvio, a settembre, si svolgeranno in Liguria. Il bando di selezione pubblica per la raccolta delle candidature per questi due corsi è attualmente aperto. Si tratta di assunzioni tra contratti di apprendistato e a tempo indeterminato. Intanto da Trieste è partito anche il progetto “Respect for future” sulla parità di genere che ha coinvolto 10 mila dipendenti anche attraverso corsi di formazione e discussioni sulla cultura aziendale e l’inclusività. Il progetto «testimonia l’attenzione di Fincantieri al benessere delle comunità locali e rafforza il nostro impegno verso un futuro sostenibile», ha spiegato Lorenza Pigozzi, responsabile del progetto e direttrice della comunicazione strategica del gruppo triestino, che ha ricevuto la Certificazione sulla parità di genere da Rina. —
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