De Castro: «Vino salvo, l’Europa ha capito: non è come le sigarette»
L’ex ministro: c’è differenza fra consumo moderato e abuso
«Il Prosek? Deciderà la Commissione, ci vorrà del tempo»

VERONA. C'è una bella differenza tra abuso e consumo moderato e consapevole di vino. Non è il consumo in sé a costituire un fattore di rischio per il cancro. Il Parlamento europeo a larga maggioranza se ne è reso conto ed io non posso che essere soddisfatto». Ne ha certamente motivo Paolo De Castro, ex ministro dell’Agricoltura, europarlamentare italiano di lungo corso e primo firmatario degli emendamenti della "maggioranza Ursula" sulle proposte relative al consumo di vino contenute nella relazione della commissione contro il cancro. De Castro ha parlato di questo ed altro ieri all’Università di Verona.
A quali conclusioni si arriva nella relazione finale?
«Grazie al voto favorevole di quasi il 60% del Parlamento sono passati quattro emendamenti correttivi che rimettono a posto le cose, per cui è stata riconosciuta più appropriata la linea dell’approccio moderato, che evita ogni forma di estremismo. La lotta contro il cancro è una battaglia che appoggio, ma senza che si demonizzi il consumo responsabile di vino. Inoltre, è stato bocciato l'emendamento che pretendeva di aumentare la tassazione per scoraggiare il consumo di bevande alcoliche. Insomma, si è evitato un approccio antiscientifico in relazione al consumo di alcol, visto che gli stessi cardiologi sostengono che un uso moderato di vino faccia bene, in particolare per quanto riguarda le malattie cardiovascolari».
Quali novità in tema di etichettatura?
«Dal testo è stato cancellato ogni riferimento ad avvertenze sanitarie in etichetta, niente bollini neri o cose simili, tipo sigarette. È stato solo introdotto un invito a migliorare l'etichettatura delle bevande alcoliche, con l'inclusione di corrette informazioni al consumatore su un consumo moderato e responsabile di alcol. Vogliamo colpire ogni forma di abuso, non discriminare interi settori senza il supporto di evidenze scientifiche. In futuro l’etichetta, indipendentemente da questa votazione, darà maggiori informazioni, come ad esempio quella relativa alle calorie».
La difesa del settore vitivinicolo passa anche attraverso battaglie come questa e quella in corso a difesa del Prosecco.
«Certamente, il vino è un fattore positivo per chi lo consuma e per l’economia nazionale. Ma non bisogna porre troppa attenzione a quanto accadrà oggi sul tema Prosecco. Si tratta solo di una interpellanza fatta di fronte ad un Parlamento europeo praticamente chiuso. Quella relativa al riconoscimento del croato Prosek, è una questione delicata su cui risponderà la Commissione europea. Ci verrà del tempo, ma rimaniamo positivi».
Quali sono le sfide che il settore agroalimentare europeo ha davanti a sé?
«Innovazione e sicurezza alimentare. Se la Cina arrivasse ai consumi alimentari europei ci vorrebbero due pianeti per sfamare le persone. Bisogna quindi utilizzare tecniche di miglioramento genetico, come la mutagenesi, per rendere le piante più produttive e resistenti alle malattie. Un corretto equilibrio tra attenzione all’ambiente e all’economia».
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