A Staranzano i forni e le celle hi-tech regalano ai panettieri alcune ore di sonno in più

Investimento a sei zeri nello storico laboratorio della famiglia Bosio per migliorare la vita dei dipendenti. Domani in regalo filoni e baguette

Tiziana Carpinelli
Gianfranco Bosio con la mamma Serena e il fornitore dei forni nel nuovo laboratorio (Bonaventura)
Gianfranco Bosio con la mamma Serena e il fornitore dei forni nel nuovo laboratorio (Bonaventura)

Gli steccati che delimitano un orario di attività difficilmente si riescono a spostare. Eppure, se si riuscisse a far breccia nella staccionata, rimuovendo un paletto, ne trarrebbe vantaggio la qualità della vita di chi lavora, forse pure il prodotto. È su questa riflessione che s’è arrovellato a lungo l’imprenditore Gianfranco Bosio e, una soluzione, alla fine l’ha trovata: con un investimento a sei zeri ha rinnovato il suo laboratorio del pane, all’omonimo Bistrot di via Trieste a Staranzano, gemellato a quello di Panzano. E ora, «migliorando la qualità della vita dei dipendenti», cioè dei panificatori, sarà un po’ meno levataccia.

Le tradizionali lancette dello start si potranno spostare dalle 23 alle 4 del mattino. Un po’ come dire allo chef del ristorante: “Ok, mezza domenica libera per sempre”. Ne gioisce la famiglia, in primis, e pure il cuoco, che si riposa di più. Il segreto? Forni e celle di fermalievitazione, entrambi di nuova generazione, per una lavorazione controllata.

Questo passaggio dell’ultimo forno storico rimasto attivo nella cittadina del Bobolar sarà suggellato sabato mattina da una visita ufficiale al laboratorio, con tanto di autorità, cioè il sindaco Marco Fragiacomo, fornitori, sponsor e la partecipazione dei residenti. Di più: la prima infornata in assoluto – da ieri si stanno susseguendo invece i test – sarà donata ai clienti e alla cittadinanza.

«Per onorare la memoria di mio papà Giorgio – spiega Bosio – che ci teneva tantissimo al prosieguo della storia familiare, per via di un’attività qui presente da quattro generazioni, cioè a partire dal bisnonno Mario Degano e poi dal nonno Luciano, io, mia mamma Serena e mia moglie Clizia abbiamo deciso di regalare i primi cento chili di pane ai clienti e a quanti parteciperanno sabato all’avvio di questo nuovo capitolo di attività». Giorgio Bosio, insignito a suo tempo del sigillo Terenziano, un premio che il Comune di Staranzano ogni anno dedica alle personalità che più si sono distinte per l’impegno attivo nello sviluppo e nella valorizzazione del territorio, è ricordato dal figlio e preso a esempio per «l’attaccamento al lavoro e la responsabilità di portare avanti questa tradizione di arti bianche». Cosa che ha spinto il figlio a investire per migliorare ancora la sua impresa.

L’innovazione dei forni e delle celle, spiega, «rende più sostenibile l’attività dei lavoratori, che invece di cominciare a panificare alle 23, orario consueto, potranno iniziare alle 4». Ore di sonno in più, un benessere per il dipendente. «Sono le celle di lievitazione controllata – sempre Bosio – a spostare in avanti la lavorazione, senza che ne risenta la qualità del prodotto, anzi, migliorandolo nelle caratteristiche organolettiche e, per questo, ancor più genuino, in grado cioè di mantenere le proprietà delle materie prime». La piccola cerimonia, sabato, si terrà alle 10. La prima infornata mezz’ora dopo. Si può star certi che non mancherà l’affezionata clientela. 

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