Danieli: "Costruiamo qui il kilometro digitale"

La proposta del presidente della Danieli, Giampietro Benedetti, per un laboratorio di idee che coinvolga imprese e atenei. Come il kilometro rosso di Bombassei

UDINE Mutuare l’esperienza del “Kilometro rosso” e dare vita, in Friuli Venezia Giulia, ad un centro simile vocato al digitale. E’ la proposta cara al presidente del Gruppo Danieli, Gianpietro Benedetti, che ha già compiuto il primo passo riunendo alla Danieli Academy, una sessantina di dottorandi oltre a docenti delle Università di Padova, Trieste e Udine «per parlare di digitalizzazione e progetti di ricerca.

L’idea - spiega Benedetti - era di innescare nelle tematiche di ricerca temi che ci interessano concretamente. E devo dire che le idee non sono mancate». Ma queste ovviamente non bastano. I guizzi, le intuizioni, le possibilità vanno esaminate, vanno sottoposte alla prova dei fatti per verificarne la validità.

«Da qui l’intento di dare vita ad un laboratorio di ricerca nel quale noi metteremo del nostro personale che insieme a ricercatori e Università possa dare vita ad un mix operativo in grado di lavorare su progetti. Avendo in mente - prosegue il presidente di Danieli - l’esperienza del Kilometro rosso». Kilometro rosso è un centro di ricerca e di trasferimento tecnologico che si trova alle porte di Bergamo, che ha come missione «la crescita di un distretto della conoscenza, dell’innovazione e delle alte tecnologie, creando un punto di aggregazione di imprese dalla forte propensione innovativa e di istituzioni scientifiche e centri di R&S delle aree più evolute». Ed è anche un “nodo” di una rete di relazioni e connessioni, che favorisce lo scambio di competenze, conoscenze, informazioni, know-how, non solo tra le aziende insediate ma anche tra queste e il territorio.

«Potremmo chiamarlo DigiMet o Kilometro digitale - azzarda Benedetti -, a questo ancora non abbiamo pensato, ma è chiaro il percorso e gli obiettivi, a partire dal coinvolgimento delle università e delle imprese che si dedicano a vari filoni di ricerca che, per una buona parte, può essere condivisa, mentre per quella restante o comunque quando diventa un fatto significativo per uno dei partner, il tratto finale viene portato a termine dall’interessato. Ma nel percorso iniziale si sarà generata condivisione culturale, di esperienza e di idee».

Quando parla di “Laboratorio” Benedetti non pensa ad un edificio ex novo, ma «a un luogo dove condividere idee, poi per la verifica pratica ci si rivolgerà ai centri che già esistono». E ovviamente «nessuna esclusiva. Chiaramente siamo interessati e contribuiremo a dare la spinta iniziale, ma non è un progetto fatto su misura per Danieli. Anzi. Puntiamo a far crescere anche le aziende del territorio e confidiamo di riuscire a coinvolgere diverse Università, non solo quelle friulane. Io credo che questa sia un’esigenza che tutti avvertono e può essere anche una straordinaria opportunità».

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