Cos'è Atlante e perché impedirà una crisi sistemica

Nella mitologia greca Atlante era un gigante ribelle che lottava contro gli dei. Per questo fu punito da Zeus con la condanna a sostenere il mondo sulle spalle. In piedi o in ginocchio.
Forse non sarà una condanna quella che attende il nuovo Fondo creato in velocità dopo il maxi vertice a Roma di settimana scorsa per sostenere le banche. C'è chi l'ha già definita una "meravigliosa opera sistemica e nazionale" e chi "un'operazione imperfetta ma inevitabile". L'importanza è che non si finisca in ginocchio.
Ma cos'è Atlante? Un fondo di investimento chiuso promosso e gestito da Quaestio Sgr attorno a cui ruota il piano messo a punto dal Governo e dalla Cdp. Dotazione iniziale da 3 miliardi, da raccogliere entro il 28 aprile ed eventualmente espandibile fino a 6 miliardi. Obiettivo: per mettere in sicurezza il sistema bancario italiano sottoscrivendo azioni degli istituti sotto aumento di capitale e strumenti finanziari legati allo smaltimento dei crediti deteriorati. Questa la carta d'identità.
In base a quanto emerge da una "bozza preliminare" del progetto datata 6 aprile e pubblicata sul sito internet de Il Messaggero, il fondo emetterà una sola categoria di quote, non quotate su alcun mercato regolamentato, e potrà, anche in base ad accordi di co-investimento, assumere partecipazioni di maggioranza negli istituti target. ma non eserciterà "attività di direzione e coordinamento sulle banche in portafoglio" né sottoporrà "le stesse a direzione unitaria".
Secondo il documento il lancio del fondo si è reso necessario per "fronteggiare i maggiori elementi di criticità che gravano sulle prospettive del settore" e scongiurare i rischi di crisi sistemica che potrebbe esplodere in caso di insuccesso degli aumenti di capitale della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca.
Tanto più che "i feedback raccolti in via preliminare da potenziali investitori istituzionali nelle fasi di pre marketing di entrambe le operazioni e la possibilità di non attivare la garanzia da parte dei membri dei consorzi di garanzia rendono molto probabile che una quota preponderante dei 2,5 miliardi annunciati complessivamente dalle due banche venete non venga sottoscritta" recita il documento.
Non solo: dall'analisi degli stock di crediti deteriorati comparati tra tutte le banche già oggetto di stress test si vede che Vicenza è la banca con una percentuale più alta di crediti deteriorati lordi sul totale crediti (31,6%) su una media del 25,2%. Veneto Banca la segue al 29%. Peggio c'è solo Mps al 34,8%. La copertura più bassa delle sofferenze è invece di Veneto Banca al 56,4 (inclusi gli stralci).
Il fondo però "non costituisce un aiuto di Stato alle banche target in quanto siamo in presenza di un intervento volontario e il coinvolgimento di investitori partecipati dallo Stato è giustificabile alla luce del principio dell'investitore privato di mercato".
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