Consoli, il Tribunale nega la libertà. Resta ai domiciliari

"Me l’aspettavo", avrebbe confidato Consoli ai suoi difensori. Il giudice ha ora 30 giorni per motivare la sua decisione; poi gli avvocati avranno 15 giorni di tempo per presentare ricorso

Il giudice del Riesame di Roma ha confermato gli arresti domiciliari per Vincenzo Consoli, ex dg di Veneto Banca. Si conferma dunque la linea dettata dai Pm.  "Me l’aspettavo", avrebbe confidato l’interessato ai suoi difensori. Il giudice ha ora 30 giorni per motivare la sua decisione; una volta che Consoli e i suoi avvocati riceveranno le argomentazioni, avrà 15 giorni di tempo per presentare ricorso.

L'ex amministratore delegato di Veneto Banca, che attualmente non può lasciare la propria abitazione in centro a Vicenza, è indagato con l'accusa di aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza. I suoi legali hanno chiesto la revoca delle misure restrittive. Ai magistrati romani che stanno indagando sulla vicenda ha inoltre chiesto, tra le altre cose, il dissequestro del denaro presente sul conto corrente, bloccato dalla procura.


«I soldi sul conto di mia moglie, sui quali sono state regolarmente pagate le tasse, sono il frutto di una vita di lavoro. Per questo devono essere dissequestrati», ha spiegato Consoli ai magistrati nel brevissimo colloquio-interrogatorio che ha avuto nel tribunale di Vicenza il 4 settembre scorso. Oltre ai soldi presenti sul conto corrente della moglie i legali del banchiere hanno chiesto nei giorni scorso il dissequestro dei beni (villa, quadri, arazzi, sculture) per un valore stimato di oltre 45 milioni di euro. Fino ad oggi il ragioniere di Matera si è sempre avvalso della facoltà di non rispondere, ma i suoi legali hanno concordato con la Procura di Roma una deposizione «fiume» molto dettagliata, una sorta di dossier verità sulla gestione di Veneto Banca: al centro della difesa di Consoli le «operazioni baciate» , cioè la concessione di prestiti solo con la sottoscrizione di azioni di VB.
 

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