Confcooperative Alpe Adria oltre i livelli pre pandemia

Ricavi a 564 milioni con 12.742 occupati, il 14,3% e l’11,7% più del 2019. La presidente Bellini: «Crescita importante ma difficile recupero dei margini»

Maura Delle Case

Il 2022 si appresta ad andare in archivio, per Confcooperative Alpe Adria, con due segni più, davanti a ricavi e occupazione, cresciuti rispetto all’ultimo anno pre pandemia del +14,3% i primi e dell’11,7% la seconda, attestandosi rispettivamente oltre il mezzo miliardo di euro, a 564 milioni, il fatturato, e a 12.742 unità la forza lavoro.

A tirare una riga in fondo all’anno è Paola Benini, presidente dell’associazione che riunisce 394 cooperative delle province di Udine, Gorizia e Trieste, a margine del consiglio direttivo di fine anno. Lo fa, Benini, forte dei dati elaborati dall’ufficio studi sull’andamento del comparto, sottolineando i segnali di ripresa, dopo due anni difficili segnati dalla pandemia e dai suoi riflessi sull’economia, ma senza nascondere un certo allarme riguardo al futuro.

«La cooperazione ha realizzato una crescita importante - esordisce la numero di Confcooperative Alpe Adria - con l’occupazione aumentata dell’11,7 per cento rispetto al dato pre-pandemia del 2019 e i ricavi in crescita del 14,3 per cento».

A fronte dei dati positivi, la presidente evidenzia però il permanere di una situazione fortemente differenziata in seno al comparto, «che vede soffrire, in particolare, le cooperative di più piccola dimensione - spiega -, mentre tutto il mondo cooperativo ancora fatica a recuperare margini di redditività che permettano di guardare al futuro con maggiore tranquillità dopo che la pandemia ha eroso riserve e sottoposto a un forte stress sia la tenuta patrimoniale che quella occupazionale».

Ciononostante, come detto, ricavi e occupazione hanno tenuto e anzi, sono tornati a crescere. Con particolare vigore in alcuni comparti.

Tra questi, le cooperative sociali hanno messo a segno un aumento a doppia cifra, del +21 per cento sui ricavi, che si sono attestati a 256 milioni di euro, e del +14 per cento tra gli addetti, oggi 7.190 al lavoro in 123 cooperative. Bene anche le 90 realtà attive sui fronti di lavoro e servizi: hanno visto crescere i ricavi del 13,2 per cento, arrivando a 134 milioni di euro, e gli addetti del 10,3 per cento, a 3.491 unità complessive.

Per il 2023 Benini annuncia «una campagna per sostenere start up e workers buy out, cioè le trasformazioni in cooperativa di aziende in crisi o in fase di passaggio generazionale». La strada, nel prossimo futuro, resta però in salita. La congiuntura economica non consente di tirare ancora un sospiro di sollievo, complicata com’è dal caro energia e dai costi di approvvigionamento delle materie prime, in cima alle preoccupazioni dell’associazione, considerato il loro impatto in diversi settori, specie nei comparti agricolo e del consumo.

«Permangono le preoccupazioni per il possibile andamento dei costi operativi e degli investimenti nel primo semestre 2023 – sottolinea il direttore generale di Confcooperative Alpe Adria, Paolo Tonassi – soprattutto se dovesse perdurare il quadro internazionale particolarmente critico con i suoi riflessi su materie prime, export ed energia. Da segnalare, inoltre, che il comparto culturale e turistico, quello più colpito dalla pandemia, ha ripreso ad assumere ma nel dato aggregato i ricavi, in crescita rispetto al 2020, sono ancora inferiori al livello pre-Covid del 2019». 

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