Caro bollette, da Piovan a Bottega e Modulblok: ecco le aziende che aumentano gli stipendi ai dipendenti
Cresce quasi quotidianamente il plotone delle imprese che a Nordest mette mano al portafoglio per andare in soccorso dei lavoratori che, tra bollette andate alle stelle e carrelli della spesa sempre più cari, faticano a far quadrare i conti

PADOVA. La fiammata dei costi energetici non è un tema che investe solo le aziende, costrette a fare i conti con costi di produzione lievitati. A far le spese della corsa al rialzo delle bollette sono, naturalmente, anche i lavoratori che se da un lato vedono buste paga invariate, dall’altro si ritrovano a fronteggiare rincari su tutti i fronti, dal carrello della spesa fino alla bolletta.
Una situazione che non sfugge agli imprenditori, specie a Nordest dove l’azienda è vissuta come una comunità e chi la dirige sente forte la responsabilità sociale d’impresa che qui è tutt’altro che uno slogan. Lo dimostrano le tante iniziative fiorite in queste ultime settimane proprio nel quadrante orientale del Paese dove diverse realtà produttive, piccole e grandi, hanno messo mano al portafoglio ed erogato, a favore dei propri dipendenti, premi straordinari per attutire il contraccolpo del caro vita.
Da non confondere con i premi di produzione, che le imprese stanno accreditando proprio in questo periodo ma che sono il frutto dei risultati messi a segno dalle aziende, frutto del contributo essenziale dato in questo senso dai lavoratori, frutto di accordi sindacali di secondo livello. Altra cosa, insomma, dagli “aiuti” che gli imprenditori hanno deciso, spesso di propria iniziativa, per venire incontro alle esigenze straordinarie, dettate dalla contingenza economica, dei propri dipendenti.
A muoversi tra le prime è stata la Far spa (Steelgroup Italy Holding) di Feltre, azienda specializzata nella produzione di fili in acciaio micro-legato temprati, che ha deciso di erogare, a favore di ciascuno dei suoi 47 dipendenti, 250 euro di bonus per far fronte al caro bolletta. «Una mini-manovra da 12 mila euro – la definisce Luca Merlini, responsabile vendite di Far -, risorse disponibili grazie all’autoproduzione interna di energia attraverso cogeneratore». «La nostra politica aziendale – aggiunge Andrea Beri, titolare di Steelgroup Italy Holding, che ha già applicato la stessa misura anche alla Cb Trafilati acciai di Tezze sul Brenta - vuole dare il massimo aiuto possibile ai dipendenti e procedere su questa strada».
Dal Veneto al Friuli Venezia Giulia. Di piccola azienda, in piccola azienda. Anche la storica impresa sacilese Garbellotto, produttrice di botti e barriques dal 1775, ha deciso di riconoscere ai propri bottai mille euro a titolo di welfare, per affrontare il caro bollette e benzina che sta condizionando le famiglie. Il bonus erogato ai dipendenti va di pari passo con i progetti di sostenibilità della Garbellotto, che ha in progetto l’indipendenza energetica attraverso l’ampliamento dell’impianto fotovoltaico.
Vale 200 euro il buono da spendere i benzina o altri servizi erogato invece da San Marco group, realtà con sede principale a Marcon che ha previsto inoltre la possibilità di ottenere un rimborso in conto welfare su queste spese per il primo trimestre 2022, fino a un massimale di 150 euro, e ancora ha messo a disposizione delle nuove biciclette elettriche per incentivare una mobilità più attenta all’ambiente e promuovere uno stile di vita più sano e attivo.
«Realizzare un ambiente di lavoro in cui i dipendenti – circa 200 – possano vivere positivamente dal punto di vista psicologico e emotivo è una nostra priorità» commenta Pietro Geremia, Presidente e Ad di San Marco Group.
Ai dipendenti, in tutto 200, ha pensato anche Sandro Bottega, dell’omonimo gruppo vitivinicolo, che ha deciso di venire incontro alle necessità dei lavoratori, distribuiti tra la sede principale di Bibano di Godega di Sant’Urbano, in provincia di Treviso, e il centro logistico di Fontanafredda, in provincia di Pordenone, con un premio di 1.000 euro.
«Da sempre – commenta il presidente Bottega - cerchiamo di essere vicini ai nostri collaboratori e in questo caso ancor di più dato l’eccellente risultato del 2021».
La lista delle aziende che si stanno attivando per dare una mano ai propri dipendenti si va allungando di giorno in giorno e se a muovere i primi passi sono state le realtà più piccole, quelle dove il contatto tra l’imprenditore e i lavoratori è quotidiano, più stretto, dove praticamente tutti si conoscono, con il passare del tempo la nouvelle vague sta investendo anche le realtà più grandi.
E’ il caso di Piovan Group, azienda multinazionale attiva nelle automazioni industriali per il trasporto e trattamento di polimeri, plastiche riciclate e polveri alimentari, che ha premiato i dipendenti- 650 quelli al lavoro in Italia – con una media di 3500 euro di cui 891 a sostegno del caro vita e caro bollette.

Ed è il caso del gruppo bellunese De Rigo, leader a livello mondiale nella produzione e nella distribuzione di montature da vista e occhiali da sole di alta gamma. I due coniugi che lo dirigono, Ennio ed Emiliana De Rigo, hanno deciso di donare 1,2 milioni di euro a dipendenti. Non utili aziendali redistribuiti, ma fondi dal loro patrimonio personale. «Siamo parte della nostra comunità – spiegano – il rapporto che abbiamo con le persone che lavorano da noi è da sempre stato di tipo familiare, e non potrebbe essere altrimenti. Crediamo in questi valori e cerchiamo di trasmetterli».
Ad aprile gli 870 dipendenti, sia operai che impiegati, a libro paga del gruppo in Italia hanno ricevuto circa 1.400 euro sotto forma di bonus. «Un gesto di profonda gratitudine - commentano ancora i due imprenditori – nei confronti delle persone che, in questi anni di pandemia, hanno scelto di affrontare le difficoltà al fianco delle aziende De Rigo, contribuendo ai risultati e al valore del gruppo».
Tra le ultime ad attivarsi c’è anche Labomar, azienda nutraceutica di Istrana, attiva a livello internazionale e quotata nel mercato Euronext Growth Milan, che ha messo sul piatto 700 euro per ciascun dipendente (sono 300 in totale) a libro paga da almeno 6 mesi. Il bonus - denominato “Premio solidale” - sarà erogato parzialmente sotto forma di buoni carburante e la restante parte direttamente in busta paga. Ad annunciarlo è Walter Bertin, fondatore e presidente Labomar, che spiega: «E’ un modo anche per far sentire la nostra vicinanza e ringraziare i lavoratori per l’impegno e la responsabilità dimostrati verso l’azienda in questi anni difficili».
E tornando in Friuli, a Pagnacco, nell’hinterland udinese si è unita alla corrente anche Modulblok, realtà che dal 1976 si occupa di sistemi di stoccaggio e logistica di magazzino e ai suoi 140 dipendenti ha riconosciuto buoni carburante per un valore di 200 euro ciascuno.
Una misura il cui «intento – spiega l’amministratore unico Mauro Savio – è fronteggiare il difficile momento che le famiglie stanno affrontando, con aumenti generalizzati dei prezzi e difficoltà economiche che si sommano agli effetti causati dalla pandemia».
Sono, queste, solo alcune delle imprese che sono andate in soccorso dei propri dipendenti per affrontare il carovita, quelle che hanno comunicato la decisione, che sono però solo una parte del plotone di realtà che si sono mosse, l’altra è costituita da un sottobosco di aziende più schive, meno desiderose di comparire, ma non meno attente alle necessità della propria forza lavoro.
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