Bpm: i soci fissano i paletti per la fusione con il Banco

Governance con ruolo dipendenti, limite ai diritti di voto al 5%, spazio ai valori storici della cooperazione e un rapporto di concambio che non penalizzi gli azionisti. Ecco cosa vuole il Patto Bpm in vista della fusione

L'introduzione di un limite permanente ai diritti di voto al 5%, una struttura di governance "in linea con i valori storici della cooperazione", con "la partecipazione del fattore lavoro negli organi sociali" e un rapporto di concambio "che non penalizzi gli azionisti di Bpm", con "una inequivocabile indicazione se la nuova banca dovrà procedere a un aumento di capitale". Sono alcune delle richieste di patto di consultazione 'Per la Bpm' in vista della trasformazione in Spa e della probabile fusione col Banco Popolare.

Il Patto è composto in particolare da soci dipendenti e pensionati dell'istituto milanese e in mattinata ha distribuito un volantino di fronte agli ingressi di Piazza Meda e del centro servizi di Viale Bezzi. Il volantino contiene anche "un duplice auspicio: la sede della nuova banca sia Milano", anche perché "il suo ruolo di 'capitale economica' non concede chance ad altre possibili istanze", e "alla Bpm siano garantite forme di autonomia gestionale che permettano di gestire al meglio l'impatto sul personale e gli aspetti organizzativi e commerciali".

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