Bonomi in un'Arena di Verona spettrale: "Dopo il Dpcm un Paese in confusione"

VERONA. Traiettorie, l’evento pubblico per la città di Verona, si è svolto in Arena nonostante tutto. Confindustria Verona si è trovata costretta ad annullare la partecipazione del pubblico ed a svolgere il programma davanti a pochi addetti ai lavori a causa del DPCM di ieri.
Ma anche questi sono “percorsi per ripartire”, come ha sottolineato il Sindaco Federico Sboarina nel suo intervento.
Così il Presidente Michele Bauli, intervistato dalla giornalista e conduttrice Maria Concetta Maffei, ha auspicato che la bellezza e l’energia di un luogo simbolo come l’Arena di Verona possano essere un viatico per una ripresa dell’economia veronese e nazionale.
Nel corso del suo intervento il presidente di Confindustria Verona ha elencato le parole chiave per far ripartire il Paese: investimenti, ricerca, formazione e digitalizzazione (al momento l’Italia al quart’ultimo posto in questo ambito).

Bauli ha anche toccato tre punti di difficoltà, ovvero la crisi in cui versano i servizi ed in particolare il turismo, che pure vale il 13% del PIL; la burocrazia e la necessità di investire per cambiare in meglio la Pubblica Amministrazione; la disoccupazione crescente, dove comunque Verona spicca in positivo con “soltanto” il 4,5% di disoccupati. Ma si è soffermato anche su tre punti di soddisfazione come la crescita di Verona come piattaforma logistica d’eccellenza e secondo interporto europeo; la fusione tra AGSM e AIM definita “un buon punto di partenza” e infine il sistema aeroportuale del nord est, che vede Verona al centro di una traiettoria che la unisce a Venezia e Brescia.
Dopo Bauli sono intervenuti Massimo Osanna, direttore generale Musei del MIBACT e soprattutto l’uomo che ha rilanciato il Parco archeologico di Pompei e ne ha raddoppiato la capacità di attrazione. “Grazie soprattutto - ha sottolineato - ad avere speso bene i fondi europei che sono arrivati copiosi, per la tutela e lo sviluppo”. E ancora Lorenzo Bini Smaghi, economista e presidente di Société Générale, che ha definito il Recovery Fund “un miracolo”, ricordando come l’Europa non sia stata affatto matrigna, destinando al nostro Paese anche soldi a fondo perduto. Mentre ha etichettato la rinuncia al MES come una “vicenda da psicanalista”.

La conclusione è stata affidata al Presidente di Confindustria nazionale Carlo Bonomi, che nel suo intervento ha puntato il dito contro il Governo. “Dopo il DPCM abbiamo un Paese in confusione che non sa cosa fare, ma merita chiarezza e serietà. Un conto sono le misure per l’emergenza ma altro è avere una visione per la ripartenza. Invece 4 miliardi per il turismo, 5 miliardi per la CIG… No a sussidi a pioggia e no a interventi spot a favore del Sud. Vogliamo essere ascoltati. Ricordo al Governo che eisstono le imprese e gli imprenditori”.
A corredo del dibattitto Confindustria Verona ha diffuso un documento che illustra primati e problematiche della provincia di Verona, riassunti qui di seguito.
I primati
Il tessuto produttivo presenta una significativa concentrazione di imprese di medie e grandi dimensioni che rappresentano i pilastri di un ecosistema imprenditoriale vitale e solido. Verona è la prima provincia del Veneto per aziende sopra i 250 addetti.
Sono circa 85 le multinazionali tra le associate a Confindustria Verona, che fanno di Verona la seconda città italiana per presenza di multinazionali produttive.
Sul fronte import, Verona è la quarta provincia d’Italia, dopo Milano, Roma, Torino, complice la sua posizione strategica di accesso al mercato italiano.
Verona è città Patrimonio dell’Umanità, seconda provincia veneta per arrivi e presenze, dopo Venezia e quinta provincia italiana per presenze turistiche. Ogni anno il suo territorio attira 18 milioni di presenze turistiche, e l’industria lirica – con Fondazione Arena - porta in città oltre 400 mila spettatori l’anno da tutto il mondo.
Le negatività
Nel secondo trimestre del 2020 la produzione industriale a Verona scende del 15,4% a livello tendenziale, registrando un peggioramento rispetto al primo trimestre (-3,4%) ma in un contesto nazionale caratterizzato da una flessione ancora più ampia. Le prospettive per il terzo trimestre, complice la ripresa delle attività, sono in miglioramento. Il calo si dimezza al 7,7%.
Performance negativa anche per l’occupazione che diminuisce dell’1,24%, risentendo del contesto economico negativo, ma con delle prospettive di recupero nel terzo trimestre dell’anno (-0,7%).
Crollano le vendite, sia verso il mercato domestico che verso quello estero. La caduta più ampia si registra per le vendite sul mercato italiano (-17,7%), come riflesso della domanda interna che è ancora molto debole. L’export sembra risentire meno della dinamica negativa, con cali più contenuti. Per le vendite sul mercato estero è la componente europea a subire l’impatto maggiore, con una flessione pari a -11,6%. Per l’area extra-UE invece il calo è meno marcato, attestandosi al 10,2%.
Negativa la situazione anche per i pagamenti, con il 54% delle aziende che dichiara un ritardo negli stessi, in aumento rispetto al trimestre precedente (42%). Stabile il numero di aziende che rileva una liquidità buona o normale (73%).
Prospettive di risalita per il terzo trimestre 2020 grazie all’allentamento del lockdown e all’avvio della fase 3 a partire da metà giugno. La produzione è attesa migliorare rispetto al secondo trimestre (-7,7%), così come gli ordini (-5,7%) e l’occupazione (-0,7%).
I numeri di Confindustria Verona
2.159 aziende associate, 70.058 addetti, la quinta realtà territoriale del Sistema di Confindustria per numero di Aziende Associate.
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