Bankitalia: “Nel 2023 il Veneto tra le aree più esposte al caro gas”
L’economista Annalisa Frigo: vulnerabili agli aumenti dei prezzi dell’energia. Forni (Prometeia): “Non stiamo sviluppando abbastanza le rinnovabili”

«Il 2023 sarà un anno delicato sul fronte dell’energia per le imprese venete, le quotazioni del gas sono di nuovo cresciute e mancherà quello russo che abbiamo avuto in parte quest’anno». Il professor Lorenzo Forni (Dipartimento di Economia Università degli Studi di Padova) e chief economist Prometeia ha chiuso l’incontro sul tema «Le imprese venete tra recupero e crisi energetica» tenutosi ieri a Palazzo Dolfin Manin, sede della Banca d’Italia Venezia.
I costi dell’energia
«Sul fronte della produzione il 2022 è stato paragonabile al 2019, ma ad influire sui rendimenti delle società c’è l’aumento del costo dell’energia» ha aggiunto il professore «inoltre non sviluppiamo abbastanza le energie alternative, un po’ per questioni climatiche, vedi la siccità che ha colpito l’idroelettrico, ma anche per la burocrazia: di fatto l’eolico in Italia è fermo. Le sfide che le imprese venete dovranno affrontare il prossimo anno sono legate all’inflazione, la politica monetaria e i costi dell’energia». Annalisa Frigo (Divisione Analisi e ricerca economica territoriale della sede di Venezia della Banca d’Italia) ha sottolineato come «il Veneto sia più esposto rispetto alle altre regioni per l’aumento dei prezzi dell’energia». L’incontro di ieri è stato aperto da Pier Luigi Ruggiero, capo della sede di Venezia di Banca d’Italia e Mario Pozza (presidente Unioncamere del Veneto), che ha ricordato l’importanza del rispetto della legalità nella competizione economica. Per Pozza è invece «indispensabile trovare la chiave per uscire dalla crisi economica e mantenere la posizione di rilievo in campo manifatturiero, nel quale contiamo molto, perché esportiamo quasi il 50% della nostra produzione».
Il recupero
«Dopo la forte caduta del 2020 c’è stato un recupero dell’economia regionale, con una crescita nel primo semestre del 6%» spiega Emanuele Breda, Divisione Analisi e ricerca economica territoriale Banca d’Italia «la manifattura segnala ora un progressivo rallentamento nella crescita, ma siamo comunque ai livelli pre covid: solo il settore dei mezzo di trasporto non ha recuperato del tutto. Intanto migliorano gli utili delle società venete, superiori agli anni scorsi». Secondo i dati forniti dalla Banca d’Italia crescono i beni esportati. In quantità sono cresciuti negli ultimi tre anni, superando quest’anno i livelli del 2019. I settori ad andare meglio sono elettronica, alimentari e bevande, sistema moda e prodotti in metallo.
I prezzi
«Il turismo dal 2021 ha segnato una buona ripresa, poi nel 2022 la guerra e l’inflazione hanno frenato la ripresa» ha aggiunto Carla Pesce, Sistema statistico regionale della Regione Veneto «l’incremento dei prezzi dell’energia ha pesato sul settore turistico e ricettivo, è penalizzata un’azienda su tre». La guerra ha influito sui flussi turistici Russia e Ucraina: -1,35 milioni di turisti in arrivo. Nei primo 8 mesi del 2022 i turisti sono aumentati del 64% rispetto lo scorso anno, gli stranieri sono addirittura raddoppiati. Rispetto al 2019 (anno record per il turismo veneto) siamo ancora sotto. Tutti i comprensori hanno registrato i dati del 2019, meno le città d’arte. «Le occupazioni delle stanze alberghiere in Veneto sono ai livelli del 2019, nel mare invece siamo anche sopra» aggiunge Stefan Marchioro, Direzione Turismo della Regione Veneto «le stime sono positive per le prossime stagioni, anche se c'è qualche elemento di incertezza».
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