Atlantia corre in Borsa con ricerca soluzione per la concessione di Aspi

PADOVA. Atlantia continua a cercare una soluzione per ’salvarè la concessione di Autostrade per l’Italia e, fra il passo indietro di Luigi Di Maio, la ricerca di una soluzione equilibrata di cui ha parlato il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, e il cambio di passo dell’azienda, i mercati sembrano credere che il risultato sia possibile. A metà mattina il titolo sale a Piazza Affari di oltre il 2%, tornando sopra i 21 euro e mostrando la capacità di resistere alle tensioni di questi mesi.
Fra i punti emersi nelle ultime ore, con un’intervista alla Stampa del neo ad Carlo Bertazzo, c’è quello di trasformare Atlantia - che ha come primo azionista Edizione, la società della famiglia Benetton - in una holding di investimenti ed aprire il capitale delle partecipate a partner industriali. Il manager prima ha portato le proprie scuse e quelle dell’azienda per «quanto è accaduto con il ponte Morandi», indicando nell’uscita delle incertazioni lo spartiacque per il gruppo, e poi ha ribadito la volontà di trovare un accordo col governo sul fronte di Autostrade, mantenendo un equilibrio economico finanziario per la controllata.
Sul fronte dell’apertura del capitale di Aspi, ma anche di Adr e degli altri asset, a nuovi investitori la strada, secondo quanto spiegano fonti finanziarie, resta quella di coinvolgere altri soggetti, come F2i, di cui ha parlato il presidente di Edizione, Gianni Mion. Non sarebbe invece un’ipotesi sul tavolo quella di uno spin-off o di una quotazione di Autostrade, sia per le tempistiche sia perchè, seppur disposti a ’diluirsì, i Benetton non vogliono arrivare a un disimpegno.
Di sicuro uno dei rami della famiglia, quello che fa capo al patriarca Luciano e al figlio Alessandro, è più sensibile ai danni seguiti al crollo del Ponte Morandi e anche storicamente meno legata al business infrastrutturale, che è sempre stato gestito da Gilberto, uno dei quattro membri della prima generazione scomparso poco dopo la tragedia. Una strada che al momento viene difficilmente vista come percorribile, seppure sia stata valutata sulla carta nel mondo finanziario, è quella della conversione in capitale del prestito che Cdp ha fatto ad Autostrade, che porterebbe la Cassa direttamente nell’azionariato di Aspi.
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