Alto Adige leader nella mobilità green

Un’auto su tre tra le nuove immatricolazioni è elettrica. La Provincia investe sui bus a idrogeno. Nella regione fino a dieci mila euro di spesa in meno grazie agli incentivi  

Alexander Ginestous

BOLZANO. È una vera e propria svolta quella avvenuta nel campo della mobilità elettrica in Alto Adige – e in Italia - negli ultimi anni.

I numeri delle immatricolazioni si sono impennati restituendo una fotografia chiara della situazione: solo tra il 2019 e il 2020 la percentuale delle auto elettriche a batteria sul totale di tutte le auto immatricolate in Italia è passato dallo 0,6 al 2,3%, circa quattro volte tanto. Numeri che certificano la veloce evoluzione, seppur lenta rispetto ad altre città europee.

A luglio di quest’anno sono state le due province di Trento e Bolzano a trainare il mercato nazionale. Sono state 2.349 le nuove immatricolazioni di vetture elettriche registrate sulle 11.400 avvenute in Italia.

Il Trentino Alto-Adige è risultato leader per l’immatricolazione delle auto elettriche a batterie (1.031) e per le vetture ibride plug-in (1.318). A dirlo è l’ultimo report dell’osservatorio Motus-E. Ma in generale è stato tutto il Nordest a registrare ottimi dati, toccando il 36% delle immatricolazioni totali, e dando il largo ad una speranza di ripresa del settore dell’auto colpito dalla pandemia Covid e dalla mancanza di disponibilità di spesa per molte famiglie.

Numeri, quelli del mese scorso, che si allineano con tempismo alla recente scelta della Commissione europea di vietare la vendita di auto a benzina e diesel a partire dal 2035. L’obiettivo è far sì che l’Europa diventi il primo continente al mondo a impatto climatico zero. E gran parte di questa missione passa attraverso la mobilità. Al momento è l’Asia a farla da padrone. Un esempio? Il 98% degli autobus elettrici di tutto il mondo circola in Cina. In Europa la situazione è ancora variegata: i paesi nordici sono un passo avanti, l’Italia è tra i fanalini di coda.

L’Alto Adige ha da anni intrapreso la strada per diventare un modello di “green region” per quanto riguarda la mobilità, applicando con rigore delle politiche sostenibili e offrendo incentivi a chiunque voglia intraprendere la conversione verso mezzi di trasporto ecologici. A confermare quanto di buono fatto negli ultimi tempi dalla Provincia di Bolzano, è stato il dossier diffuso dall’istituto di ricerca Eurac Research che ha cercato di fare il punto della situazione sul posizionamento dell’Alto Adige nel contesto generale. E non è un caso se da qualche mese a questa parte le principali case automobilistiche – da Volkswagen a General Motors, passando per Fiat, Ford e Jaguar – stanno annunciando di voler vendere solo auto elettriche nel giro di dieci-quindici anni: «Tesla è stata la prima azienda a intuire che le auto elettriche per avere successo devono essere belle e potenti e, soprattutto, che la svolta ambientalista deve essere abbinata all’interesse del mercato - sintetizza Wolfram Sparber, direttore dell’Istituto per le energie rinnovabili di Eurac Research e coautore del dossier -. Oggi, dopo anni di attente valutazioni economiche, anche le grandi aziende prima diffidenti sembrano valutare i rischi del cambiamento come più bassi dei rischi di rimanere ancorati al vecchio sistema».

Wolfram Sparber
Wolfram Sparber

Auto elettriche, incentivi in Alto Adige

Uno dei primi deterrenti che blocca le persone nell’investire in un veicolo elettrico è sicuramente il prezzo. Questo tipo di mezzi è ancora molto costoso. Basti pensare che il modello base della Tesla costa circa 50mila euro e anche le auto più piccole difficilmente scendono sotto i 25mila. A incidere sul cartellino sono soprattutto i costi delle batterie e il numero limitato di veicoli sfornati dalle case produttrici. Diversi studi prevedono però che la parità di prezzo si raggiungerà tra il 2025 e il 2030.

In Alto Adige permettersi un’auto elettrica è diventato un po’ più facile, e si arriva a spendere fino a 10.000 euro in meno rispetto al prezzo di listino, tra sconto statale, extrasconto e cofinanziamento. Inoltre, per i veicoli elettrici c’è l’esenzione dal bollo per i primi cinque anni a decorrere dalla data di prima immatricolazione. Dal sesto anno la tassa è pari a un quarto dell’importo previsto per i corrispondenti veicoli a benzina.

Il buon lavoro del Dipartimento della mobilità della Provincia di Bolzano è riassunto nei numeri del 2020: solo in quell’anno sono stati assegnati un totale di 298 sovvenzioni per l'acquisto di auto elettriche e veicoli ibridi plug-in per i privati. Sono stati approvati poi 48 contributi per moto elettriche e per 22 cargo bike. E alla fine del 2021 ci saranno in tutto quasi 200 colonnine su spazi pubblici.

Non tutti i cittadini sono però convinti della conversione all’elettrico. Eurac ha svolto un’indagine su un campione di 500 persone chiedendo loro se fossero interessate ad acquistare un veicolo elettrico: il 29% ha risposto con un ‘no’ secco, mentre il 34% si dice dubbioso. Le resistenze riguardano i costi elevati e i dubbi sull’autonomia.

«I maggiori margini di miglioramento tecnologico si hanno sulle batterie. In realtà già oggi la paura di rimanere a piedi, che tecnicamente si chiama “range anxiety”, è in linea di massima senza fondamento – scrive Eurac Research nel suo rapporto -. L’autonomia media delle auto in commercio, tra i 200 e i 400/500 km, è nettamente superiore al chilometraggio percorso in media ogni giorno in Italia secondo quanto calcolato da una ricerca europea (50 km), e sono sempre di più i modelli che arrivano a 600/650 km di autonomi».

Bus a idrogeno
Bus a idrogeno

Il trasporto pubblico green in Alto Adige

Un grande campo in cui l’Alto Adige ha deciso di investire con forza è quello del trasporto pubblico. La Provincia ha introdotto un piano di conversione delle flotte, facendo arrivare in strada autobus elettrici e a idrogeno. Sasa, società in-house della Provincia, ha presentato a maggio la prima flotta a idrogeno verde d’Italia investendo oltre 10 milioni di euro. Eurac Research ha studiato il servizio di trasporto pubblico altoatesino, mappando in modo accurato distanze, dislivelli e pendenze di tutte le 235 linee attive.

Il risultato è chiaro: i modelli di autobus a zero emissioni garantiscono la maggior parte delle tratte anche in condizioni sfavorevoli, ovvero con capienza massima raggiunta sulla pendenza massima in una giornata invernale di maltempo.  

I vantaggi ecologici

Come ovvio, il passaggio alla mobilità elettrica presenta vantaggi ecologici palesi, specie in un territorio come l’Alto Adige dove il traffico, secondo una ricerca della Provincia, è il maggior imputato per la produzione di CO2. Un’auto elettrica per circolare genera meno emissioni di un’auto diesel o a benzina anche se per alimentarla si usa quasi esclusivamente energia elettrica prodotta da centrali a carbone: «Questo perché i motori elettrici sono fino a quattro volte più efficienti dei classici motori a scoppio nel trasformare l’energia in movimento. Ma non solo: a differenza di un’auto diesel o a benzina un’auto elettrica non “brucia” o consuma direttamente materie prime fossili, lo fa indirettamente e in piccola percentuale, ma solo se l’energia che si usa per alimentarla è prodotta con fonti fossili e non rinnovabili. Quindi in ogni caso si riducono i rischi riconducibili alla filiera di estrazione e distribuzione del petrolio, come riversamenti in mare o gravi incidenti stradali durante il trasporto», spiega Eurac.

Se è vero poi che per produrre le batterie delle auto elettriche serve effettivamente più energia che per produrre un veicolo a combustione interna è vero anche che la differenza viene compensata, scrivono i ricercatori: «Dal fatto che le auto elettriche in uso generano meno emissioni. Il risultato migliora poi all'aumentare dell'energia prodotta da fonti rinnovabili».

All'aumento nell'utilizzo delle rinnovabili calano i “costi” ambientali indiretti della auto elettriche, ovvero quelli relativi alla loro produzione, mentre le emissioni dirette dei veicoli a combustione non cambiano. Infine, per quanto riguarda lo smaltimento del veicolo, la batteria dell’auto può avere una seconda vita - a differenza del veicolo classico che viene rottamato – utilizzandola come accumulo statico a supporto della rete elettrica.

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